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mercoledì 9 agosto 2023

Difesa della Messa tradizionale: 97ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di #Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

97a SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI AGLI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

Due liturgie, due chiese? Mi ha colpito in questi giorni l'articolo "Le due Chiese" del blog argentino Caminante Wanderer del 24 luglio (Wanderer Walker : Les deux églises (caminante-wanderer.blogspot.com)), al quale sono stato rinviato da Benoît-et-moi (Les deux Eglises | Benoit et Moi (benoit-et-moi.fr))
L'autore, che afferma molto chiaramente di essere un cristiano in comunione con Roma, fa questa diagnosi: «Ci appaiono davanti due Chiese, con due liturgie completamente diverse, due teologie completamente diverse, con due simboli interpretati in modi completamente diversi, con due morali diverse, e potremmo continuare a fare altre distinzioni ancora.»

Di fronte a questa situazione che tutti possono vedere, c'è chi, dice, non la vuole vedere, cioè i conservatori: «Ho contatti frequenti con amici appartenenti all'Opus Dei, in tutti i suoi livelli o strati e di tutte le età, e è impossibile parlare con loro della crisi della Chiesa.» E questo atteggiamento da struzzo, prosegue, è lo stesso nel resto dell'universo conservatore: Legionari di Cristo, carismatici, persino il Cammino neocatecumenale di Kiko Argüello, organizzatori di viaggi per i giovani che vanno a Lisbona alle Gmg, ecc. Non tutte queste persone sono contrarie alla liturgia tradizionale, ma "obbediscono" e sono gravemente colpevoli di debolezza.

Ma ci sono anche, e sono ancora più numerosi, quelli che non riescono a vedere: «Si tratta di coloro che si sentono a proprio agio nelle messe trasformate in spettacoli di chitarra e batteria, dove l'Eucaristia non è altro che il pane condiviso della comunità e nelle parrocchie dove la catechesi ha cessato di insegnare le verità della fede per formare i bambini ad essere buoni fratelli di tutti gli uomini. Insomma, sono i "cattolici" che vivono nella Chiesa che è stata fondata al Concilio Vaticano II, e, proprio come un cattolico nato un secolo fa non riconoscerebbe come cattolica una Messa di oggi, pur riconoscendo quella celebrata un millennio fa, questi che si dicono "cattolici" non solo non riconoscerebbero come cattolica una messa del 1960, né un catechismo o una devozione di quegli anni, ma con ferma convinzione affermerebbero piuttosto di appartenere ad un'altra fede, negando quella insegnata dagli Apostoli.»

Aggiungo che questa situazione di ambiguità, dove si ha l'impressione che due Chiese coesistano sotto la stessa gerarchia, ovviamente non può durare per sempre. Il fatto di testimoniare per la liturgia tradizionale e per la dottrina tradizionale, cioè facendo vivere la liturgia di prima e il catechismo di prima, non è forse in se stesso una protesta contro questa situazione dal fatto che continua a renderla sempre più evidente? L'antica liturgia (e tutto ciò che l'accompagna) ha diritto di vivere, ha affermato ieri Summorum Pontificum. Non può vivere, perché è contro la nuova liturgia (e tutto ciò che l'accompagna), dice oggi Traditionis Custodes. Ebbene, proprio per questo deve continuare ad esistere e svilupparsi.

Ma ci sono anche coloro, e che ritengo essere numerosissimi, i quali continuano a vivere nelle loro parrocchie, nelle loro comunità, nelle loro diocesi ma che subiscono a casa de tali derive. Questi silenziosi, come vengano chiamati da più di mezzo secolo, sono assai numerosi, anzi numerosissimi, e costituiscono una speranza non indifferente per il futuro della Chiesa, perché quando verranno tempi migliori, riacquisteranno il coraggio e la parola, e ciò permetterà alle loro parrocchie, alle loro comunità e alle loro diocesi di ridiventare pienamente cattoliche.

Questa liturgia deve continuare ad esistere nelle nostre parrocchie, ovunque in Francia e nel mondo, e specialmente a Parigi, dove abbiamo stabilito questa irremovibile protesta dei nostri rosari contro la soppressione delle messe domenicali. Si aggiunga anche l'abolizione, attuata senza scrupoli, per tutta la durata dell'estate, della messa a Notre-Dame du Lys, cosa impensabile. Imperturbabilmente quindi innalziamo verso la Madonna i nostri rosari il mercoledì, alle 17 a Saint-Georges de La Villette, e tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, davanti agli uffici dell'amministrazione diocesana, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, da dalle 13:00 alle 13:30.

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