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martedì 1 agosto 2023

Al 'Gemelli ART' usano ancora le opere di Rupnik. L'Università Cattolica di Milano seguirà l'esempio della Gregoriana, dell'Università del Paraná e delle Paoline??

Questo è un post delicato, ma siamo sicuri che i lettori ne coglieranno il vero intendo, sapendo distinguere la nostra rispettosa posizione verso l'eccellente opera e l'eccezionale impegno del Gemelli ART (dal punto di vista medico) dalla quella rattristata per ciò che noi consideriamo una "caduta di stile" in tema di immagine e di marketing (che ovviamente però nulla tocca della professionalità medica del Reparto).  
Il Gemelli ART  è appunto il benemerito Reparto di avanzata radioterapia oncologica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Tutti lo conosciamo perchè è l'ospedale del Papa, il Vaticano n. 3 (come lo definì Giovanni Paolo II, dopo il Vaticano e Castel Gandolfo). 
E' nota anche l'empatia (oltre che la professionalità) del personale di ogni livello che accoglie, assiste, supporta e conforta i pazienti. Si ha una una conferma di ciò leggendo i commenti sulla pagina Facebook.  

Ecco, ri-conoscendone gli ovvi e intangibili meriti scentifici e umani, dispiace però un piccolo scivolone compiuto qualche giorno fa (il 27 luglio). 
L'autorevole istituzione del Gemelli ART, che sicuramente conosce il dolore (non solo fisico) dei pazienti e dei familiari che si rivolgono ad esso con speranza e fiducia, ha scelto di utilizzare come sfondo per il manifesto relativo ad il prossimo 33° Corso Residenziale annuale un'opera di Rupnik. 
Mentre nei due più famosi santuari mariani europei (Lourdes e Fatima) frequentati ogni giorno da migliaia di fedeli provati da pene fisiche e spirituali, si sta pensando se rimuovere le opere di Rupnik onde evitare di imporre loro dolorosi e continui rimandi agli abusi e alle balsfemie di cui Rupnik è stato accusato (e pur cui venne anche scomunicato), all'Ospedale "del Papa" invece si sceglie proprio un'opera di quell'artista che dopo essere stato accusato di violenze sessuali non solo fu scomunicato ma di recente è stato dimesso dall'ordine a cui ha appartenuto fino al 24 luglio (la Compagna di Gesù, di cui oggi si ricorda il fondatore). 
L'immagine che campeggia su manifesti e volantini è un'opera che è stata donata dal Centro Aletti agli specializzandi del Gemelli ART nel 2019. All'epoca ancora nulla si sapeva, ma oggi, perchè usarla, col rischio di far tornare alla mente tutte le “scellerate” condotte (come son state definite dai vescovi Sloveni) di Rupnik e tutte le blasfemie da lui dette per indurre le suore a giacere con lui?
Un'altra (che raffigura il buon samaritano) campeggia nell'atrio di ingresso del Gemelli ART e venne inaugurata nel gennaio 2022 dal Cardinal Vicario S. E. il Sig. Card. De Donatis alla presenza dei dirigenti. 
Ma nel gennaio 2022, a far bene i conti, si sapeva già delle denunce degli abusi commesse da Rupnik ed erano state già prese misure restrittive nei suoi confronti (Qui la triste cronistoria) nonchè della scomunica (2019, come confermata dal Preposito Generale dei Gesuiti in un'intervista di Winfield di AP. 
A fronte della scellerata condotta di Rupnik che, a detta degli stessi Gesuiti, non ha mai voluto nemmeno scusarsi per quanto compiuto (qui il Suo superiore, p. 
Verschueren, nella lettera del 24/7/23, con cui annunciava la dimissione dell'ex Gesuita) ci auspichiamo che anche l'Università Cattolica del Sacro Cuore (e quindi il Gemelli Art) si faccia coraggio e prenda le distanze da Rupnik (come già fecero fatto i vescovi Sloveni) e segua il lodevole esempio della Pontificia Università Gregoriana (che ha rimosso dal proprio sito ogni riferimento a Rupnik),  della Pontificia Università Cattolica del Paraná (che ha revocato la laurea ad honorem a Rupnik), nonchè delle Paoline (che hanno ritirato dagli scaffali i libri di Rupnik). 
Non è difficile essere coraggiosi e coerenti: ricordiamo anche i
l vescovo di Versailles che alla luce dello scandaloso "caso Rupnik" ha addirittura interrotto una collaborazione "in corso d'opera" col Centro Aletti.. 

A prescidere da ciò, ovviamente non muteranno la stima e la riconoscenza che tutti noi dobbiamo al Gemelli ART per la ricerca in ambito oncologico e per l'amorevole e delicata assistenza che tale Istituzione assicura, pur tra mille sacrifici e difficoltà, ai pazienti (tra cui anche, purtroppo, molti bambini). 

Grazie al lettore per la segnalazione.
Roberto

2 commenti:

  1. Caravaggio era un dissolto, Borromini morì suicida. Mi aspetto vostre campagne anche contro le loro opere. Siete sicuri che tutto sto vostro bailamme contro le opere di Rupnik rientri nel comandamento dell'amore al prossimo? Vi prego, basta: dedicatevi ad altro.

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    1. Anonimo2 agosto 2023 alle ore 07:20
      guardi, si dedichi lei ad altro, magari all'ippica, visto che leggere MiL per lei è inutile, visto che non capisce i nostri post.
      Che Caravaggio fosse un dissoluto (se è per questo fu anche un omicida), che Borromini morì suicida (e aggiungiamone altre: che Van Gogh fosse un matto, Wilde fosse un omosessuale, ecc) NON E' LA STESSA COSA DEL CASO RUPNIK.
      Gli altri artisti non erano pret (con ruolo di direttore spirituale di centinaia di suore), non avevano un obbligo morale di condurre una vita esemplare e sopratutto di astenersi dal violentare le donne, circuendole con frasi blasfeme.
      Quindi, Caravaggio se era un dissoluto, ma chi se ne importa: era un laico, e come tale, delle sue avventure sessuali doveva rendere solo a Dio in foro interno.
      Rupnik invece era un prete (e già questo gli avrebbe dovuto suggerire di essere casto) che ha abusato di diverse donne, per di più suore e novizie (il che rende la violenza - già gravissima - una cosa ripugnante) che per di più lui seguiva come loro direttore spirituale (quindi abusava del proprio ruolo per indurle a giacere con lui), e per convincerle che i rapporti sessuali che le costringeva a subire non erano peccato, tirava in ballo la Ss.ma Trinità (per giustificare rapporti sessuali a tre) e la sacralità dell'altare (paragonato all'amore che il prete aveva per le suore).
      Ecco, la vede la lievissima differenza tra la vita di laici e quella di un prete abusatore di suore e per di più blasfemo? Lo percepisce lo stridore delle sue opere che campeggiano in luoghi sacri e che ricorderanno per sempre le spregevoli condotte sessuali di un prete a danno di suore a lui affidate? La vede l'assurdità della cosa?

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