L'Instrumentum Laboris del Sinodo sulla sinodalità tace sui veri problemi della Chiesa e della società: aborto, eutanasia, ateismo, relativismo, soggettivismo, indifferenza religiosa, ideologia di gender, ridefinizione del matrimonio, calo delle vocazioni, chiese svuotate... E apre invece ai falsi problemi del mondo: inclusione delle femministe, degli LGBTQ+, dei poligami, e di chiunque voglia cambiare la dottrina di sempre per assecondare i propri vizi.
Questa traduzione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL.
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Luigi
Gerald E. Murray, The Catholic Thing, 24/06/2023
L'Instrumentum Laboris (Documento di Lavoro) per il Sinodo di ottobre sulla Sinodalità, pubblicato il 20 giugno scorso, incarna il modello ormai familiare osservato nelle varie fasi del processo sinodale. Vengono poste alcune domande, altre vengono ignorate, si forniscono risposte prevedibili e si creano aspettative riguardo a una nuova Chiesa, la Chiesa Sinodale ispirata dallo Spirito Santo, in cui tutti si sentiranno visti, riconosciuti, accolti, accettati, accompagnati, curati, ascoltati, valorizzati, senza giudizio, e così via. "[Una] Chiesa sinodale è aperta, accogliente e abbraccia tutti... la chiamata radicale è, quindi, quella volta a costruire insieme, sinodalmente, una Chiesa attraente e concreta: una Chiesa in uscita, in cui tutti si sentano benvenuti."
Il motto per questo nuovo approccio sinodale potrebbe facilmente essere il seguente: "Le persone, non le dottrine, sono al centro". Questa concentrazione sulle emozioni è il modello della sperata "rivoluzione soft" nella Chiesa, in cui vengono presentate come obsolete, deplorevoli e inutili fonti di discordia e alienazione, come residue di un passato crudele, le dottrine cattoliche che contraddicono le decadenti norme sessuali dell'Occidente e le rivendicazioni radicali femministe di oppressione nella Chiesa. Queste dottrine, ovviamente, devono essere abbandonate, affinché nessuno si senta escluso.
Nella conferenza stampa di presentazione dell'IL, il cardinale Jean-Claude Hollerich, Relatore Generale per l'Assemblea Generale di ottobre, ha risposto a questa domanda di Diane Montagna: "[Nell'IL] vengono poste due domande: come possiamo creare spazi in cui coloro che si sentono feriti e non accolti dalla comunità si sentano riconosciuti, accolti, liberi di fare domande e non giudicati? Alla luce dell'Esortazione Apostolica Post-Sinodale Amoris Laetitia, quali passi concreti sono necessari per accogliere coloro che si sentono esclusi dalla Chiesa a causa del loro stato o della loro sessualità (ad esempio: divorziati risposati, persone in matrimoni poligami, persone LGBTQ+, ecc.)? Davvero l'unica risposta possibile a queste domande è che, affinché queste persone si sentano accettate, la Chiesa debba cambiare la sua dottrina sull'immoralità intrinseca di qualsiasi uso della facoltà sessuale al di fuori di un'unione monogama, esclusiva e a vita di un uomo e una donna?"
La risposta di Hollerich rivela perché questo processo sinodale è un disastro, che sta arrecando grande danno e tristezza alla Chiesa: "Non parliamo dell'insegnamento della Chiesa. Non è il nostro compito né la nostra missione. Parliamo solo per accogliere tutti coloro che vogliono camminare con noi. Questo è qualcosa di diverso."
Davvero diverso. Proclamare la dottrina cattolica non è compito né missione del Sinodo? Qual è allora la sua missione? L'IL afferma che il Sinodo "rappresenta un'opportunità per camminare insieme come Chiesa, capace di accogliere e accompagnare, accettando i cambiamenti necessari nelle regole, nelle strutture e nelle procedure. Lo stesso si applica a molte altre questioni che emergono durante il dibattito."
Tra le "questioni che emergono", le dottrine cattoliche contestate saranno senza dubbio recepite sfavorevolmente e giudicate come inadeguate da coloro che sono favorevoli ad "accettare i cambiamenti necessari".
L'IL osserva che:
"Alcune delle domande emerse dalla consultazione del Popolo di Dio riguardano questioni su cui esiste già un insegnamento magisteriale e teologico da considerare. Per fare solo due esempi: possiamo notare l'accettazione dei divorziati risposati... o l'inculturazione della liturgia... Il fatto che continuino a emergere domande su questioni come queste non dovrebbe essere respinto con leggerezza, piuttosto esso richiede discernimento, e l'Assemblea Sinodale è un forum privilegiato per farlo. In particolare, gli ostacoli, reali o percepiti, che hanno impedito la realizzazione dei passi indicati dai documenti precedenti dovrebbero essere considerati e dovrebbero essere offerte riflessioni su come possano essere rimossi... Se, d'altra parte, il problema deriva dalla difficoltà di cogliere le implicazioni dei documenti nelle situazioni ordinarie o dall'incapacità delle persone di riconoscersi in ciò che viene proposto, un percorso sinodale di ricezione efficace da parte del Popolo di Dio potrebbe essere la risposta appropriata. Un'altra situazione potrebbe essere la ricomparsa di una domanda che emerge come segno di una realtà cambiata o situazioni in cui c'è bisogno di un 'sovrabbondare' di Grazia. Questo richiede ulteriori riflessioni sul Deposito della Fede e sulla Tradizione viva della Chiesa."
Il giudizio sulla verità dell'insegnamento cattolico dipende dalla capacità di ciascuno "di riconoscersi in ciò che viene proposto"? Cosa significa il concetto di "ricezione efficace da parte del Popolo di Dio"? Chi decide che ci sono una "realtà o situazioni differenti" che "richiedono" ciò che viene chiamato eufemisticamente "ulteriori riflessioni sul Deposito della Fede e sulla Tradizione viva della Chiesa"? Cosa significa l'espressione "sovrabbondare di Grazia"? Significa "andare oltre" ciò che è sempre stato insegnato dalla Chiesa?
Nella nuova Chiesa sinodale, è il popolo che istruisce i vescovi sul significato della Fede: "Poiché consultare le Chiese locali è un modo efficace per ascoltare il Popolo di Dio, il discernimento dei Pastori assume il carattere di un atto collegiale che può confermare in maniera autoritativa ciò che lo Spirito ha detto alla Chiesa attraverso il senso di fede del Popolo di Dio".
Infatti, il compito dell'Assemblea Sinodale sarà quello di aprire l'intera Chiesa per accogliere la voce dello Spirito Santo. Cosa succede se un vescovo non si allinea a una presunta manifestazione della volontà dello Spirito Santo, espressa attraverso la voce del popolo? L'IL risponde con queste domande rivelatrici: "Come possiamo affrontare costruttivamente i casi in cui coloro che detengono l'autorità non possono confermare le conclusioni raggiunte da un processo di discernimento comunitario, prendendo una decisione in una direzione diversa? Che tipo di restituzione dovrebbe offrire quella autorità a coloro che hanno partecipato al processo?" Restituzione? Un vescovo dovrebbe offrire una forma di riparazione a un gruppo di consiglieri quando non è d'accordo con i loro consigli?
L'IL non vuole che un tale comportamento non collaborativo da parte dei vescovi accada: "affinché non rimanga solo un esercizio sulla carta o sia interamente dipendente dalla buona volontà dei singoli [leggasi: vescovi], la corresponsabilità nella missione derivante dal Battesimo deve assumere forme strutturali concrete. Sono quindi necessari adeguati quadri istituzionali, insieme a spazi in cui il discernimento comunitario possa essere praticato regolarmente. Questo non deve essere letto come una richiesta di redistribuzione del potere, ma come la necessità dell'effettivo esercizio della corresponsabilità che deriva dal Battesimo".
Davvero? È palesemente una richiesta in tal senso, invece.
L'IL elenca argomenti emersi nelle varie fasi delle consultazioni sinodali, tra cui: la guerra, il cambiamento climatico, "un sistema economico che produce sfruttamento, disuguaglianza e una cultura dello scarto", il colonialismo culturale, la persecuzione religiosa, "la secolarizzazione aggressiva", l'abuso sessuale e "l'abuso di potere, coscienza e denaro".
È sorprendente che l'aborto, l'eutanasia, il suicidio assistito medicalmente, la diffusione dell'ateismo, il relativismo, il soggettivismo, l'indifferenza religiosa, l'ideologia di genere, la ridefinizione del matrimonio nelle leggi di molti Stati occidentali, e i programmi coercitivi per imporre la contraccezione nel Sud del mondo non siano elencati. Non vengono menzionate nemmeno le crisi riguardanti la pratica sacramentale nella Chiesa oggi: il forte calo delle presenze alla Messa, la quasi scomparsa della confessione sacramentale in molti luoghi, il declino dei battesimi, delle cresime e dei matrimoni, e il grave declino del numero di ordinazioni sacerdotali nel mondo occidentale. Nessuno di questi argomenti è emerso durante l'avvicinamento all'Assemblea Sinodale di ottobre?
In nessun punto troviamo menzione della missione primaria della Chiesa: la salvezza delle anime. Non vi è alcun accenno al fatto che ciò che è più importante nella vita della Chiesa è la predicazione del dono della vita eterna di Dio, la chiamata di Cristo alla conversione e al pentimento.
L'IL invita anche a uno "sforzo per rinnovare il linguaggio utilizzato dalla Chiesa nella sua liturgia, predicazione, catechesi... [senza] denigrare o abbassare la profondità del mistero che la Chiesa proclama o la ricchezza della sua tradizione, il rinnovamento del linguaggio deve invece mirare a rendere queste ricchezze accessibili e attraenti per gli uomini e le donne del nostro tempo, piuttosto che essere un ostacolo che li tiene a distanza".
L'espressione "rinnovare il linguaggio" qui è chiaramente un eufemismo rassicurante per "cambiare le parole e quindi il significato" degli insegnamenti controversi. Ciò che tiene alcune persone "a distanza" dall'insegnamento della Chiesa non sono le parole teoricamente incomprensibili che vengono usate, ma piuttosto il significato ben compreso di quelle parole, che semplicemente quelle persone non accettano.
Questo richiama l'azione in corso per rimuovere questo insegnamento dal Catechismo della Chiesa Cattolica [CCC]: "L'omosessualità si riferisce a relazioni tra uomini o tra donne che provano un'attrazione sessuale esclusiva o predominante verso persone dello stesso sesso. Ha assunto una grande varietà di forme nel corso dei secoli e in diverse culture. La sua genesi psicologica rimane in gran parte inspiegata. Basandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta gli atti omosessuali come atti di grave depravazione, la tradizione ha sempre dichiarato che 'gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati'. Sono contrari alla legge naturale. Chiudono l'atto sessuale al dono della vita. Non derivano da una genuina complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati." (#2357)
L'IL afferma che "i documenti finali delle Assemblee Continentali spesso menzionano coloro che non si sentono accettati nella Chiesa, come i divorziati risposati, le persone in matrimoni poligamici o i cattolici LGBTQ+". Come abbiamo visto in precedenza, l'IL segue questa domanda: "Come possiamo creare spazi in cui coloro che si sentono feriti dalla Chiesa e non accolti dalla comunità si sentano riconosciuti, accolti, liberi di fare domande e non giudicati? Alla luce dell'Esortazione Apostolica Post-Sinodale Amoris Laetitia, quali sono i passi concreti necessari per accogliere coloro che si sentono esclusi dalla Chiesa a causa del loro stato o della loro sessualità (ad esempio, divorziati risposati, persone in matrimoni poligamici, persone LGBTQ+, ecc.)?"
L'uso dell'acronimo LGBTQ+ è sbagliato: dà l'impressione erronea che la Chiesa insegni che Dio ha creato categorie distinte di esseri umani con l'intenzione che si impegnino in atti sessuali non procreativi o che siano intrappolati nel corpo sbagliato, o qualunque cosa il "+" rappresenti.
La moda del "creare spazi" per le persone che respingono i vari insegnamenti della Chiesa dà l'impressione che queste non si sentano "al sicuro" ogni volta che viene ricordato che il loro comportamento è immorale, secondo la legge di Dio. Provare dolore per la verità è un problema? Non è forse un momento purificante, una grazia di Dio, che ci sfida a esaminarci secondo le esigenze della sua legge e non secondo le nostre spesso sbagliate scelte personali? Le persone che rifiutano l'insegnamento della Chiesa possono affermare di non essere accolti dai credenti. Non sono loro ad essere rifiutati, ma è il loro comportamento immorale che è giustamente stigmatizzato.
Perché la Chiesa dovrebbe creare uno "spazio" in cui i poligami possano sentirsi "non giudicati"? Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna quanto segue sulla poligamia: "La poligamia non è in accordo con la legge morale. La comunione [coniugale] è radicalmente contraddetta dalla poligamia; questa, infatti, nega direttamente il piano di Dio, che è stato rivelato fin dall'inizio, perché è contrario all'uguale dignità personale degli uomini e delle donne che nel matrimonio si donano con un amore totale e quindi unico ed esclusivo" (#2387).
Cosa c'è di più da discutere?
L'IL avalla il disagio di coloro che desiderano essere ordinati al diaconato: "La maggior parte delle Assemblee Continentali e le sintesi di diverse Conferenze Episcopali chiedono che venga considerata la questione dell'inclusione delle donne nel diaconato. È possibile immaginare ciò, e in che modo?" La Chiesa ha già studiato questa proposta e l'ha respinta come impossibile. L'IL lancia anche un appello più ampio per l'inclusione delle donne all'interno di "governo, processo decisionale, missione e ministeri, a tutti i livelli della Chiesa". Perché non si è specificato che i ministeri cui si vuol fare riferimento non sono quelli che hanno a che fare con l'Ordine sacro?
Vi è la richiesta di aprire la discussione per porre fine al celibato obbligatorio per i preti nella Chiesa latina: "Come propongono alcuni continenti, potrebbe essere avviata una riflessione sulla disciplina dell'accesso al sacerdozio per gli uomini sposati, almeno in alcune aree?" Questa insistente agitazione per i preti sposati cerca un risultato che farebbe grave danno alla missione della Chiesa, come dimostrato dal Papa emerito Benedetto e dal Cardinale Robert Sarah nel loro libro Dal profondo del nostro cuore.
L'IL lancia anche questa importante avvertenza: "Ci sono forze al lavoro nel mondo che si oppongono alla missione della Chiesa, basate su ideologie filosofiche, economiche e politiche che si fondano su presupposti contrari alla fede." Purtroppo, l'IL rivela che queste forze sono presenti anche all'interno della Chiesa.
E l'IL pone questa importante domanda: "Come possono le Chiese rimanere in dialogo con il mondo senza diventare mondane?" La risposta chiara è: rimanere fedeli a Cristo e alla sua dottrina, specialmente quando viene contrastata da coloro che vogliono cambiare vari insegnamenti della Chiesa per far sentire le persone accolte e accettate.
La Chiesa dell'Ego, dove ogni persona si riconosce nella sua personale selezione di credenze, potrebbe promettere soddisfazione. In realtà, è una religione immaginaria e delirante di auto-idolatria, in cui Dio viene relegato al ruolo di Divino Approvatore di ciò che ognuno decide di credere. Dio ci liberi da un tale risultato.