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martedì 4 luglio 2023

Mons. Athanasius Schneider O.R.C.: le restrizioni della Santa Messa tradizionale sono un «abuso» e il rispetto è una «falsa obbedienza»

Vi proponiamo – in nostra traduzione – il testo di mons. Athanasius Schneider O.R.C., Vescovo ausiliare di Astana, pubblicato il 29 giugno sul sito LifeSiteNews.
L’autorevolissimo autore rappresenta la tesi secondo cui «la proibizione della Santa Messa tradizionale è un abuso di potere ecclesiastico, e l’inosservanza di tale proibizione non costituisce di fatto una disobbedienza» e «l’inosservanza dei divieti della Santa Messa tradizionale non rende scismatici, purché si continui a riconoscere il Papa e i Vescovi, a rispettarli e a pregare per loro».

L.V.


  1. La liturgia romana tradizionale della Messa era la liturgia dei nostri antenati cattolici. È la forma di Santa Messa con cui sono state evangelizzate la maggior parte delle nazioni europee (ad eccezione di alcuni Paesi dell’Europa orientale e dei riti ambrosiano e mozarabico), tutte le nazioni americane e la maggior parte delle nazioni africane, asiatiche e oceaniane.
  2. «Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande» (Papa Benedetto XVI).
  3. «Il problema del nuovo Messale sta nell’abbandono di un processo storico che è sempre stato continuo, prima e dopo San Pio V, e nella creazione di un libro completamente nuovo, sebbene sia stato compilato con materiale vecchio» (card. Joseph Aloisius Ratzinger).
  4. La pubblicazione del nuovo Messale «è stata accompagnata da una proibizione di tutto ciò che l’ha preceduto, cosa che, peraltro, è inedita nella storia del diritto e della liturgia» (card. Joseph Aloisius Ratzinger).
  5. «Posso dire con certezza, sulla base della mia conoscenza dei dibattiti conciliari e della mia ripetuta lettura dei discorsi dei Padri conciliari, che ciò [la riforma così come è ora nel nuovo Messale: N.d.T.] non corrisponde alle intenzioni del Concilio Vaticano II» (card. Joseph Aloisius Ratzinger).
  6. La liturgia romana tradizionale della Messa è stata la liturgia di tutti i santi di rito latino che conosciamo almeno per tutto l’ultimo millennio; quindi la sua età è millenaria. Sebbene sia comunemente chiamata Santa Messa «tridentina», la stessa forma di Messa era già in uso diversi secoli prima del Concilio di Trento, che chiese solo di canonizzare quella forma venerabile e dottrinalmente sicura della liturgia della Chiesa romana.
  7. La liturgia romana tradizionale della Messa ha la più stretta affinità con i riti orientali nel testimoniare la legge liturgica universale e ininterrotta della Chiesa: «Nel Messale Romano detto “di san Pio V”, come pure in diverse liturgie orientali, si trovano preghiere molto belle, con le quali il sacerdote esprime il più profondo sentimento di umiltà e riverenza dinanzi ai santi misteri: esse rivelano la sostanza stessa di qualunque liturgia» (Papa Giovanni Paolo II).
  8. Il Papa e i Vescovi non hanno quindi l’autorità di proibire o limitare una forma così venerabile della Santa Messa, che è stata offerta dai santi per più di mille anni, così come il Papa o i Vescovi non avrebbero l’autorità di proibire o riformare significativamente la forma venerabile del Credo apostolico o del Credo niceno-costantinopolitano, proprio a causa del loro uso venerabile, continuo e millenario.
  9. Rispettare la proibizione abusiva di quella venerabile forma di Messa dei santi, emessa purtroppo dagli attuali ecclesiastici in un momento di crisi ecclesiale senza precedenti, costituirebbe una falsa obbedienza.
  10. L’inosservanza dei divieti della Santa Messa tradizionale non rende scismatici, purché si continui a riconoscere il Papa e i Vescovi, a rispettarli e a pregare per loro.
  11. Disobbedendo formalmente a una proibizione così inaudita di un patrimonio inalienabile della Chiesa romana, si obbedisce di fatto alla Chiesa cattolica di tutti i tempi e a tutti i Papi che hanno diligentemente celebrato e comandato la conservazione di quella forma venerabile e canonizzata della Santa Messa.
  12. L’attuale proibizione del rito tradizionale della Santa Messa è un fenomeno temporaneo e cesserà. La Chiesa romana sta vivendo oggi una sorta di esilio liturgico, cioè la Santa Messa tradizionale è stata esiliata da Roma; ma l’esilio, sicuramente, un giorno avrà fine.
  13. Poiché la Santa Messa tradizionale è in uso ininterrottamente da più di un millennio, santificata dalla ricezione universale nel tempo, dai santi e dai pontefici romani, essa appartiene al patrimonio inalienabile della Chiesa romana. Di conseguenza, in futuro i Pontefici romani senza dubbio riconosceranno e ristabiliranno nuovamente l’uso di questa liturgia tradizionale della Messa.
  14. I futuri Papi ringrazieranno tutti i sacerdoti e i fedeli che, in tempi difficili, nonostante tutte le pressioni e le false accuse di disobbedienza, e in uno spirito di sincero amore per la Chiesa e per l’onore della Santa Sede, hanno mantenuto e trasmesso il grande tesoro liturgico della Santa Messa tradizionale per le generazioni future.

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