Riceviamo e pubblichiamo ringraziando l'editore.
Abbiamo dato notizia di una rivista (dal felice nome in latino "Cardinalis") che è e sarà inviata ai cardinali di tutto il mondo (QUI e QUI).
Con molto piacere, riceviamo dalla redazione la traduzione autorizzata di alcuni interessanti articoli che possiamo proporre ai nostri lettori.
"Il suo universo di riferimento non era quello di Benedetto XVI, ma era piuttosto quello degli ambienti gesuiti e progressisti degli Anni Settanta e Ottanta del secolo scorso".
Questo articolo è apparso sulla rivista Cardinalis numero 4.
QUI i numeri precedenti su MiL.
Luigi
Michael Czerny, il Cardinale gesuita che sembra essere nell’orecchio del Papa
Quando Papa Francesco ha deciso nel 2022 di recarsi in Canada per un “viaggio penitenziale” per rimarginare le ferite di ciò che è successo nelle scuole residenziali, ha ascoltato anche il consiglio di un cardinale gesuita che gli sta molto a cuore. Padre Michael Czerny, infatti, sembra essere il cardinale che più di tutti, in questo momento, incarna le idee e il profilo del Papa.
Canadese, ma nato nel 1946 a Brno, in Repubblica Ceca (allora Cecoslovacchia), il Cardinale Czerny ha mostrato sin da subito una chiara opzione fondamentale verso quelli che sono i temi della giustizia sociale.
Tanto che, dopo aver fondato e diretto il Centro dei gesuiti per la fede la giustizia sociale di Toronto, si è offerto volontario per sostituire i gesuiti del Salvador dell’Università centroamericana uccisi il 16 novembre 1989, lavorando nel Paese tre anni, anche come mediatore della guerra civile.
Czerny ha anche, nel curriculum, alcuni mesi trascorsi in Cecoslovacchia e in Francia, dove ha vissuto presso la disgraziata comunità L’Arche di Jean Vanier.
Dal 1992 al 2002 è stato a Roma, come segretario del Segretariato per la Giustizia Sociale presso la Curia generalizia dei gesuiti a Roma, e da lì va in Africa, fondando e dirigendo l’African Jesuit Aids Network.
Nel 2010, il Cardinale Peter Turkson, appena nominato presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, lo porta con sé a Roma, a servire nel dicastero. All’inizio è semplicemente un consulente, ma ha spirito di iniziativa, e l’elezione di Papa Francesco nel 2013 lo rende un personaggio da seguire.
Papa Francesco lo sceglie come sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale nel 2017. È la nomina che lo rende a tutti gli effetti un collaboratore diretto del Papa, che della sezione è presidente ad tempus.
Il Papa lo crea cardinale nel concistoro del 5 ottobre 2019. Sceglie come croce pettorale una croce di legno fatta dai naufraghi di Lampedusa, e utilizza il suo nuovo peso specifico dato dalla berretta rossa per prendere la parola su tutti i temi che stanno a cuore a lui e al Papa. Non è un uomo di Curia, e si vede.
Quando Papa Francesco decide di inviare il Cardinale Blaise Cupich a capo di un team per una “visitazione” al dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale nel 2021, è chiaro che il Cardinale Czerny non è tra le persone a rischio. E infatti, lasciato andare via il Cardinale Turkson per fine mandato alla fine dell’anno, Czerny prende subito l’interim della guida del dicastero, nomina confermata poi da Papa Francesco, a testimonianza che, tra lui e il Cardinale Turkson, è la linea del Cardinale Czerny quella gradita al Papa.
Come prefetto del Dicastero, si ritrova anche tra le mani il dossier di Caritas Internationalis, organizzazione scossa da un terremoto interno dovuto a un cambio generazionale che sembra non gradito alla vecchia guardia, con molte tensioni.
La soluzione è brutale: Czerny convoca il segretario generale Aloysius John prima di una conferenza stampa che concludeva un convegno partecipato da oltre 100 Caritas, e notifica un decreto del Papa che taglia la testa a tutti i vertici della confederazione, stabilisce un commissario straordinario (Pierfrancesco Pinelli, già nel team di riforma del Dicastero per lo Sviluppo Integrale e poi in quello di Cupich) e chiede la revisione degli Statuti di Caritas Internationalis. Intervento netto e necessario per far guarire l’amica Cari Inter, dirà Czerny nell’assemblea generale della confederazione il 12 maggio 2023.
In fondo, Czerny ha un profilo molto definito: decide personalmente, non ha paura di essere impopolare, sa essere fedele a quelli che sono i suoi principi ma anche i suoi capi, e porta avanti le sue battaglie. Il suo universo di riferimento non era quello di Benedetto XVI, ma era piuttosto quello degli ambienti gesuiti e progressisti degli Anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. E, con Papa Francesco, c’è l’occasione di portare avanti quella antica agenda, pensata per aiutare gli ultimi, prima di tutto.
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