Pubblichiamo uno stralcio di un buon commento all'ultimo esempio, in Italia, di attacco alla Chiesa in tema di politically correct.
Luigi
Il Nuovo Arengario, 22-6-23
Accade a Cesena. Un parroco, giustamente preoccupato che ai giovani affidati all’Oratorio venga impartita un’educazione cristiana, non consente a un omosessuale di far parte del gruppo di educatori del Gruppo Estivo, o “Grest”. Tuoni e fulmini, con un sindaco che perde una bellissima occasione per stare zitto.
Tra i tanti link che ricevo da un caro amico, prezioso segnalatore di “chicche”, ne trovo uno sul quale vale davvero la pena soffermarsi.
Leggiamo su virgilio.notizie.it la solita notizia che non sarebbe nemmeno una notizia, se vivessimo in una società normale. La parrocchia di Cesena Sarsina organizza, come tutte le estati, il “Grest”, Gruppo Estivo, che raccoglie i ragazzi, liberi dall’impegno scolastico, e offre non solo attività sportive e di divertimento, ma anche momenti educativi e di preghiera. Il Grest è sempre affidato – sotto la responsabilità del parroco – a un gruppo di educatori, giovani maggiorenni i quali, ovviamente, non devono solo far giocare i ragazzi, ma anche essere in grado di trasmettere valori cristiani ai più giovani.
Ora, è accaduto che uno degli “educatori” abbia pubblicato sui cosiddetti “social” una sua foto, nella quale si è fatto ritrarre mentre bacia un altro giovane. Maschio. Insomma, l’aspirante “educatore” è un omosessuale dichiarato.
Il parroco quindi esclude che possa fare l’educatore, ma non per questo lo caccia. Gli propone di occuparsi del coordinamento delle attività del Grest, senza avere contatto con i bambini. Ovviamente il giovane omosessuale si sente “discriminato” e rifiuta.
A questo punto però viene a mancare il numero minimo di maggiorenni addetti al Gruppo Estivo. Tutto annullato. Per questa estate, il Grest non si farà.
Dicevamo prima che questa notizia non sarebbe una notizia se vivessimo in una società normale. È ovvio, anzi doveroso, che un parroco eviti che un omosessuale abbia contatti con giovanissimi, addirittura sotto la figura autorevole dell’educatore.
È ovvio evitare questo contatto, sia per ragioni educative, sia anche perché l’omosessuale non è in genere una persona equilibrata e porlo a contatto con giovanissimi è rischioso anche sotto il profilo “materiale”.
Inutile dire che si scatena il can-can politicamente corretto. E interviene anche il sindaco, il sig. Enzo Lattuca, che perde una bellissima occasione per tacere, visto che non trova niente di meglio che affermare “Pensavo che il Medioevo fosse ormai alle nostre spalle e che episodi di discriminazione come questo, inaccettabili, fossero estranei alla nostra città. Evidentemente mi sbagliavo”, dimostrando la consueta ignoranza su cosa fu il Medioevo. O forse il sindaco Lattuca non è ignorante, ma aspira a una brillante carriere politica e allora, si sa, anzitutto bisogna essere “politicamente corretti”. E inclusivi. E non omofobi. E non so che altro…
Grazie al Cielo, una volta tanto la Diocesi viene in appoggio al parroco: “Sul fatto specifico riproposto dalla cronaca odierna, la Diocesi precisa che a nessuno è stata impedita l’organizzazione del Centro estivo. Questione diversa è il mandato educativo chiamato a trasmettere i valori cristiani”.
Infatti, chi vive nel peccato contro natura, come un omosessuale, quali “valori cristiani” potrà mai trasmettere?
C’è anche una domanda, legittima, da fare: quanti genitori, al di là del fatto che vogliano mostrarsi tanto progressisti e allineati, sarebbero tranquilli e contenti sapendo che i loro figli sono affidati alle cure di un omosessuale?
Insomma, alla Chiesa viene chiesto di essere una sorta di “Ente” assistenziale che fornisce servizi di vario genere, ma che deve guardarsi dal voler fare un’opera educativa basata sulla morale cristiana.
Ma se c’è chi affiderebbe tanto volentieri i bimbi a un invertito, perché non interessarsi presso le varie associazioni “LGBTQXKYZ”?
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