Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 944 pubblicata da Paix Liturgique il 27 giugno 2023, in cui si racconta come un piccolo ma convinto gruppo di una trentina di coraggiosi fedeli cattolici abbia impedito che la Chiesa parrocchiale di Saint Cornély a Carnac, in Bretagna, fosse profanata da un concerto organistico il cui titolo – «Sacer Profanare» (QUI) – ben ne rappresentava il contenuto e già autorizzato dalle autorità ecclesiastiche.
Con toni a tratti epici – richiamando lo storico Combattimento dei Trenta, avvenuto sempre in Bretagna, a Guillac, il 26 marzo 1351 – l’articolo, con dovizia di dettagli, evidenzia come sia possibile, con una opposizione pacifica ma ferma davanti agli scandali, fare prevalere il buon senso e la giustizia; e questo «atteggiamento dovrebbe essere lo stesso anche in quelle centinaia di Parrocchie in cui i Parroci hanno fatto lo struzzo di fronte alle richieste, spesso numerose, di liturgia tradizionale, che hanno semplicemente ignorato o addirittura disprezzato o trattato ingiustamente».
L.V.
Il 13 maggio è stato autorizzato un concerto laico nella Chiesa di Saint Cornély a Carnac (Bretagna) nell’ambito del festival culturale You Origin [QUI: N.d.T]. La Parrocchia e la Diocesi di Vannes avevano dato il loro consenso. Tuttavia, alcuni fedeli si sono opposti, anche perché uno dei titoli delle opere suonate da una organista svedese, Kali Malone, si chiamava «Sacer Profanare» [Profanare il Sacro: N.d.T.]. Tuttavia, la profanazione con il pretesto della cultura è stata impedita. Trenta persone provenienti dalla Bretagna, su chiamata dell’associazione Civitas e dei fedeli locali, hanno impedito la profanazione recitando il rosario all’ingresso della chiesa, finché il sindaco non ha deciso di annullare il concerto.
Come hanno potuto i sacerdoti e la Diocesi di Vannes firmare il «Sacer Profanare» in una chiesa?
I fedeli hanno scritto una lettera aperta a mons. Raymond Michel René Centène, Vescovo di Vannes:
Il 12, 13 e 14 maggio, Echonova, una struttura fortemente sovvenzionata dal Consiglio dipartimentale del Morbihan e dall’agglomerato di Vannes, dedicata alla «musica contemporanea», cioè alla musica elettro-contemporanea, organizza un festival a Carnac, un sito emblematico del patrimonio dell’umanità, famoso per i suoi allineamenti megalitici.La cosa più irritante è che la Parrocchia di Carnac, e tutta la comunità parrocchiale, ha accettato di affidare la Chiesa di Saint Cornély a un concerto prodotto da Kali Malone (detto tra noi, preferisco Molly), una giovane compositrice americana di musica contemporanea, che ammette di non essere un’organista, ma che vorrebbe avere a disposizione per una sera l’organo storico di Carnac, costruito nel 1775 da padre Florentin Grimont, un sacerdote carmelitano. L’organo si trovava originariamente nella Cappella del pellegrinaggio di Sainte-Anne d’Auray. […] Il proprietario dell’organo non aveva voce in capitolo.Sebbene l’opera in questione sia piuttosto mediocre e insipida e non presenti nulla di riprovevole dal punto di vista musicale, è il suo titolo a sollevare interrogativi per i cristiani: «Sacer Profanare», cioè profanare il sacro, che è un’ulteriore provocazione ai fedeli cattolici, che non sono stati quasi informati.Visto il suo repertorio, avrebbe potuto benissimo accontentarsi di una tastiera elettronica in mezzo ad allineamenti di menhir [alcuni eventi del festival si sono effettivamente svolti all’aperto tra i menhir].
L’aspetto più grave della vicenda è che laici e sacerdoti impegnati hanno potuto firmare un’autorizzazione al concerto senza leggere il titolo: «Sacer Profanare». Solo per queste due parole avrebbero dovuto opporre un cortese ma fermo rifiuto. E oltre a essere sovvenzionato dalle nostre tasse, il concerto costa 20 euro a biglietto! Il concerto si terrà il 13 maggio, giorno della festa della Madonna di Fatima, alle ore 22:30 nella Chiesa di Saint Cornély a Carnac.
Gli autori della lettera invitano «i fedeli di Carnac, sia i turisti che i visitatori storici, a protestare presso il presbiterio e a recitare il rosario in riparazione».
Suonare una canzone del genere in una chiesa bretone – e un album intitolato «Codex sacrificium» – è stata una pessima idea, come ha sottolineato il portale d’informazione Riposte Catholique: «A Nantes nel dicembre 2021, alla vigilia della festa dell’Immacolata Concezione, un concerto profanatorio organizzato con il consenso della Diocesi di Nantes, prima nella Chiesa di Saint-Clément, poi nella Chiesa di Notre-Dame-de-Bon-Port, è stato impedito dai Cattolici di Nantes». I Bretoni di Carnac, terra di megaliti ben eretti, sono forse più morbidi?».
Passano i giorni e, nonostante la – tiepida – risposta della Diocesi di Vannes, che aveva comunicato che la canzone «Sacer Profanare» non sarebbe stata suonata, padre Dominique le Quernec, Parroco di Carnac, si rifiuta di rispondere alle domande dei fedeli e la Diocesi di Vannes procede con il concerto.
Poco prima del concerto, il 13 maggio, il portale d’informazione Riposte Catholique ha pubblicato delle foto della Chiesa di Saint Cornély inviate da un lettore al momento delle prove audio
Secondo le foto inviateci, la Diocesi di Vannes non era certo a conoscenza dei testi ufficiali romani e della Conferenza episcopale francese che regolano i concerti nelle chiese adibite al culto. Eccoli.
Tra l’altro, nel coro sono state installate attrezzature pesanti e impianti audio – segnalati da una griglia, difficile da ignorare – a pochi metri dall’altare.
Come promemoria, queste istruzioni affermano:
- Il coro della chiesa non sarà mai occupato e l’altare, l’ambone e il posto del celebrante saranno rispettati in ogni circostanza.
- Anche il Santissimo Sacramento sarà rispettato, se non trasferito in un altro luogo.
È evidente che non è così.
Inoltre, una chiesa deve essere utilizzata solo per attività religiose. Questa è la lettera della legge del 1905.
Ecco perché il concerto può essere solo di musica religiosa – cosa che non avviene a Carnac – e non può, come spiega l’arcivescovo di Parigi, occupare la chiesa con attrezzature pesanti.
Facendo un parallelo con l’utilizzo della Basilica di Notre-Dame di Alençon come dormitorio per i migranti allo stesso tempo – migranti che dichiarano di essere minorenni, ma che hanno rifiutato di essere ospitati e persino di incontrare il Prefetto – il portale d’informazione Riposte Catholique si chiede:
Don Dominique le Quernec, Parroco di Carnac – con il consenso di padre Philippe Le Bigot, Vicario generale della Diocesi di Vannes, che abbiamo contattato – permette che si tenga un concerto in chiesa, e persino nello spazio sacro, che non vi trova posto. In entrambi i casi, sono consapevoli che una chiesa è uno spazio sacro? Non un dormitorio, non una sala polivalente. Un luogo sacro che contiene la Presenza Reale. Ci credono ancora?
Il Combattimento dei Trenta, dal 1351 al 2023: una profanazione impedita dalla sola forza della preghiera
Il Combattimento dei Trenta – un episodio della Guerra di successione bretone, ai margini della Guerra dei Cent’anni, combattuta sotto la quercia Mi-Voie di Guillac il 26 marzo 1351 – è rimasta nella memoria dei Bretoni come una delle ultime battaglie cavalleresche medievali e un episodio famoso della Guerra dei Cent’anni – più delle vittorie francesi di Patay o di Formigny ottenute con la forza delle armi bretoni.
«Appena 672 anni dopo, ha avuto luogo il nuovo Combattimento dei Trenta», riportava il portale d’informazione Riposte Catholique il giorno seguente. «Trenta fedeli bretoni, pregando all’ingresso nord della Chiesa di Saint Cornely a Carnac – e all’interno – hanno impedito che il concerto profano e profanatorio avesse luogo. Alle ore 23:05 circa, il sindaco di Carnac ha dovuto decidere di annullare il concerto davanti ai gendarmi. La congregazione ha poi lasciato il luogo con calma. Per più di mezz’ora, all’appello delle sezioni bretoni dell’associazione Civitas, hanno recitato i misteri gloriosi e dolorosi, ammassati sotto il portico nord».
Mentre pregavano – una ventina davanti alla porta, altri in chiesa – una cinquantina di persone si sono affollate nella piazza – ma il concerto, per il quale era stata allestita una piccola biglietteria all’ingresso della chiesa, aveva attirato solo cinque o sei persone, visto il prezzo proibitivo dei biglietti (20 euro).
Alcune persone radunate nella piazza hanno chiesto ai tre agenti della polizia municipale presenti, e poi ai quattro gendarmi, di intervenire contro i «fascisti», di usare i lacrimogeni e di controllare la loro identità.
Il quotidiano Breizh-Info, anch’esso presente, riferisce:
Sono arrivati tre agenti di polizia municipale piuttosto solitari, poi sono entrati in chiesa alle ore 22:20 per assicurarsi che tutto fosse a posto. Nello stesso momento, il parroco era al telefono e diceva a un membro della congregazione che le preghiere «disturbavano la notte e profanavano la chiesa». Stavano recitando il rosario con le spalle alla porta della chiesa…
Alle ore 22:40 quattro gendarmi erano sul posto. Mezz’ora prima, solo una decina di persone aspettavano di acquistare i biglietti per il concerto, o almeno di sapere quanto sarebbero costati. Tra la folla, un giovane (?) inveiva contro «i fascisti». Le sue unghie erano dipinte di rosso. Ma nessuno ha colto i suoi slogan.
Un poliziotto ha interrogato con calma il giovane, che era il leader locale dell’associazione Civitas. Poi ha spiegato agli organizzatori, poco distanti, che stavano aspettando una decisione sull’intervento o meno, che tutto tornava al Prefetto e che spettava a lui decidere se intervenire o meno. La folla è cresciuta, senza ulteriori violenze: solo una donna ha cercato di passare sotto il portico. Fu fermata sul nascere e uno dei fedeli le gridò: «Stai indietro, Satana!» E lei decise di ritirarsi.
Una volta annullato il concerto, la congregazione ha lasciato con calma l’edificio senza toccare né la chiesa né le attrezzature. Il quotidiano Breizh-Info prosegue:
La folla si è dispersa e i fedeli sono usciti a gruppi, applaudendo. Un giovane in un angolo ha detto: «Ecco fatto! Faremo di nuovo la figura degli idioti, quindi il concerto è saltato». Un altro ha risposto: «Non manderanno il CRS da Vannes a gasare la gente che sta pregando comunque».
Dopo l’annullamento del concerto, alcuni fedeli si sono espressi sulle colonne del quotidiano Breizh-Info
«Abbiamo ricordato con calma alla gente, attraverso la forza della preghiera, che una chiesa non è una sala da concerto, una sala polivalente o un cosiddetto luogo culturale, è un luogo sacro. La presenza reale non sembra nemmeno essere stata rimossa.
Abbiamo fatto quello che andava fatto, questo concerto non doveva essere lì – e per di più, dato che il tempo era così bello, avrebbero potuto tranquillamente andare a suonare tra i menhir come hanno fatto quella stessa mattina o a Carnac-Plage… Certo, altri avrebbero potuto goderselo da lontano, e quindi avrebbero potuto vendere meno biglietti a 20 euro che se si fossero chiusi in chiesa, ma anche in questo caso non è una scusa da prendere in considerazione per i concerti in luoghi sacri, come non lo è la qualità delle opere o il numero di puntini in un triangolo dietro l’organizzazione o il finanziatore».
Un altro abitante di Carnac, presente in piazza sabato 13 giugno, ha detto: «Don Dominique le Quernec, Parroco di Carnac – che evidentemente non ha ritenuto opportuno venire a parlare con noi, visto che non siamo della Parrocchia, o almeno non della sua Parrocchia – quando dice che autorizza qualsiasi cosa nelle chiese per un atteggiamento pastorale, evidentemente non segue la sua logica fino in fondo. Possiamo solo ricordargli le parole del Signore: la mia casa è un luogo di preghiera, e voi la state trasformando in un covo di ladri».
«Abbiamo sostenuto con calma che una chiesa è un luogo sacro e che questo tipo di concerto non dovrebbe aver luogo lì, qualunque sia l’intenzione», ha dichiarato al portale d’informazione Riposte Catholique un fedele della comunità di Carnac.
«Don Dominique le Quernec, Parroco di Carnac non ha voluto ascoltare quelli di noi che gli hanno parlato delle nostre riserve. Grazie a questi giovani per averci ricordato che non è lui, Dominique le Quernec, a comandare, ma Dio. Una chiesa non è una sala da concerto o una discoteca, è un luogo sacro», ha confidato un anziano frequentatore della chiesa che si trovava in piazza.
Inoltre, la legge del 1905 dice tutto: una chiesa deve essere utilizzata per il culto, punto e basta. […]
È una chiesa, quindi è uno spazio sacro.
Trenta bretoni ce lo hanno ricordato con calma, fedeltà e determinazione.
Il sacerdote chiede un assegno in bianco… se lo merita?
Don Dominique le Quernec, Parroco di Carnac, non era presente la sera del 13 maggio e non ha ritenuto opportuno rispondere alla congregazione.
Ci ricorda il quotidiano Breiz-Info:
Interrogato poco prima della messa, si è tirato indietro: «Sono abbastanza libero di non rispondere alle persone che mi hanno chiesto [di esprimere le loro riserve]. Bisogna avere fiducia nelle persone che si occupano della chiesa».
Solo che la fiducia va guadagnata.
Il 21 ottobre 2021, l’ex Vicario generale di Vannes – la seconda figura più importante della Diocesi dopo il Vescovo, responsabile della disciplina del clero, spesso delle nomine e di molte altre funzioni di organizzazione religiosa – è stato processato davanti alla magistratura per aver «raccolto irregolarmente le offerte per le Messe e ottenuto prestiti personali da sacerdoti e congregazioni utilizzando il suo titolo ufficiale di Vicario generale».
Come riferito all’epoca dal sito Actu Morbihan, egli «ha riconosciuto tutte le malversazioni finanziarie di cui era accusato, per un totale stimato di 678.000 euro, di cui 175.000 euro a spese dirette della diocesi attraverso l’appropriazione indebita delle offerte delle Messe». E il «Tribunale ha riferito che questo gli ha permesso, per molti anni, di avere rapporti intimi con giovani adulti maggiorenni». In altre parole, rapporti omosessuali a pagamento, non proprio compatibili con gli impegni del sacerdozio. Gli è stata inflitta una pena detentiva di tre anni con sospensione della pena e gli è stato imposto di pagare 171.239 euro di rimborsi.
Non sorprende che i fedeli della Diocesi di Vannes in generale e di Carnac in particolare non abbiano molta fiducia in lui…
L’amara reazione della Diocesi di Vannes rinnegata… ha detto clericalismo?
Anche la Diocesi di Vannes, ripudiata dai suoi fedeli e dalla Provvidenza, ha cercato di avere ragione degli uomini… da qui il suo comunicato stampa un po’ strampalato e accusatorio:
Il comitato di discernimento della parrocchia non ha mai individuato nel programma alcuna opera contraria al messaggio del Vangelo che avrebbe potuto minare la dimensione sacra del luogo; il titolo «Sacer Profanare», che sembra aver infiammato le cose, non è mai apparso nel programma presentato per questo concerto. La Diocesi si chiede: quali erano le intenzioni di chi ha proposto questo titolo? Perché questa disinformazione? Qual era lo scopo di questa strumentalizzazione fuorviante? La Diocesi sostiene tutti i suoi sacerdoti che, come i Sindaci, possono trovarsi in situazioni ingestibili, combattuti tra richieste di accesso alle chiese per eventi culturali, quando queste sembrano legittime, e reazioni epidermiche e talvolta estreme da parte di gruppi di attivisti.
Tuttavia, dalla vicenda di Carnac sembrano essere stati tratti degli insegnamenti:
Questa dolorosa esperienza invita le commissioni di discernimento a prestare una duplice attenzione. Devono essere attente non solo alla qualità delle opere e alla loro adeguatezza al luogo sacro in cui vengono presentate, ma anche, in questi tempi difficili in cui la violenza è sempre sottesa, alle interpretazioni e alle strumentalizzazioni che se ne possono fare.
Spetta ai fedeli della Bretagna giudicare da soli – come si suol dire, la prova del budino (massone) sta nel mangiare.
Il Sindaco di Carnac si inventa uno schiaffo in faccia… ma con la vicenda dei menhir scopre cosa significa opposizione violenta
Probabilmente per farsi perdonare di aver dovuto annullare il concerto di profanazione, il giorno dopo, sul quotidiano Le Télégramme, Olivier Lepick, Sindaco di Carnac, ha affermato che una delle sue deputate era stata schiaffeggiata: era quella che aveva cercato di entrare con la forza nella chiesa ed era stata fermata da una donna che le aveva detto: «Stai indietro, Satana!».
Pura invenzione, secondo il corrispondente del portale d’informazione Riposte Catholique che abbiamo contattato: «Stavo scattando a meno di due metri dai fedeli che stavano pregando. In quel momento, se ci fosse stato uno schiaffo, in primo luogo l’avrei visto e in secondo luogo tutti l’avrebbero visto e sentito. Le è stato detto "stai indietro Satana" e si è fermata, ma non c’è stato alcuno schiaffo e sono pronto a testimoniarlo in tribunale se necessario».
Probabilmente no. La stessa Vicesindaco, mentre tutti i media riprendevano la falsa notizia dello schiaffo e permettevano al Sindaco di fare colpo annunciando che avrebbe presentato una denuncia – contro chi? – ha negato l’esistenza dello schiaffo al quotidiano Ouest-France 48 ore dopo.
Nel frattempo, Olivier Lepick ha potuto mettere in prospettiva la «mancanza di dialogo» dei fedeli in preghiera e la presunta violenza di cui li aveva accusati. L’autorità locale è stata accusata di aver permesso l’abbattimento di 39 menhir per costruire un grande magazzino di bricolage – non sono stati effettuati scavi archeologici su questo allineamento, uno dei tanti della regione, ma uno dei più antichi e uno dei più importanti per l’UNESCO.
Il Sindaco e la decisione del Comune di Carnac hanno ricevuto una copertura mediatica nazionale e una condanna quasi unanime. Sono seguite minacce contro il Comune, il Sindaco e la sua famiglia – che sono sotto protezione della polizia –, la chiesa è stata etichettata, un’associazione ha presentato una denuncia ed è stata avviata un’indagine.
Olivier Lepick ha scoperto a sue spese che, nella vita reale, l’opposizione può essere molto più violenta di quella di trenta bretoni che pregano contro un concerto che non avrebbe mai dovuto svolgersi in una chiesa… se, e solo se, la Diocesi di Vannes, il Parroco di Carnac e il Sindaco fossero a conoscenza del quadro giuridico.
Riflessioni di Paix Liturgique
1. Solo la nostra viltà permette che tali sacrilegi abbiano luogo, e purtroppo non ci rendiamo sufficientemente conto della forza che può avere un’opposizione pacifica ma ferma di fronte a tali scandali.
2. Infatti, se due o tre fedeli sono decisi a opporsi a questi scandali, scopriranno, come a Carnac, di essere circondati da trenta sconosciuti che verranno volentieri a sostenerli. Perché sono molti quelli che tacciono, e aspettano solo che i leader si impegnino in reazioni di preghiera salutari.
3. In questo modo prevarranno il buon senso e la giustizia, perché gli uomini di buona volontà sanno bene dove sta il bene e dove sta il male… mentre alcuni dei nostri leader sembrano averlo perso di vista o, peggio, lo ignorano deliberatamente.
4. Il nostro atteggiamento dovrebbe essere lo stesso anche in quelle centinaia di Parrocchie in cui i Parroci hanno fatto lo struzzo di fronte alle richieste, spesso numerose, di liturgia tradizionale, che hanno semplicemente ignorato o addirittura disprezzato o trattato ingiustamente.
"Sacer profanare" non vuol dire affatto "profanare il sacro" (che sarebbe casomai "sacrum profanare" o meglio "sacra profanare"). "Sacer profanare" vuol dire soltanto che questa gente non sa il latino.
RispondiEliminaIn Francia le cose vanno molto male,in tutti i sensi, non solo in ambito religioso.Credo sia conciato molto peggio di noi.Peccato....
RispondiEliminaMa a parte il titolo che problemi c'erano con l'esibizione?
RispondiEliminaNessuno risponde a questa lecita domanda?
EliminaChe problema aveva Gesù con i profanatori del Tempio? Quando rivolto loro dice:"la mia casa sarà chiamata casa di preghiera ;ma voi ne avete fatta una spelonca di ladri".....
RispondiEliminaTanto polverone per nulla. Del resto, se c’è di mezzo (in)Civitas c’è poco da stupirsi. I metodi sono questi.
RispondiElimina