Nel suo diario del Viaggio in Italia, sotto la data 22 marzo 1788 egli descrive le funzioni: grazie all’incontro con la liturgia cattolica, la sua idea del “bello” (fin allora tutta di derivazione winkelmanniana) era destinata ad arricchirsi in direzioni inaspettate:
«Le musiche della Cappella sono d’una bellezza indicibile: soprattutto il Miserere dell’Allegri e i cosiddetti Improperi, ossia i rimproveri che il Dio Crocifisso muove al suo popolo. Vengono cantati la mattina del Venerdì Santo. Il momento in cui il papa, deposta ogni magnificenza, scende dal soglio per adorare la Croce e tutti gli altri rimangono immobili nel silenzio generale, è una delle più belle fra tutte le bellissime funzioni. Delle funzioni ho goduto tutto ciò che era mio desiderio godere, e sul resto ho fatto le mie tacite riflessioni. (...)
Ho ammirato ogni cosa perché nelle funzioni papali, segnatamente nella Cappella Sistina, tutto ciò che nei riti cattolici riesce di solito urtante avviene in una cornice di straordinario buon gusto e di perfetta dignità.»
Qui un nostro commento di qualche tempo fa.
foto: Piranesi, interno di San Pietro, fonte qui, BeWeb