Riprendiamo a parlare dei Francescani dell'Immacolata.
QUI i molti post di MiL sui Frati Francescani dell'Immacolata e sul loro sciagurato commissariamento.
Luigi
6 Aprile 2023 Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, i riflettori si sono spenti da tempo sui Francescani dell’Immacolata, e sul calvario del fondatore, padre Manelli. Ma a quanto sembra, non sono finite, almeno in maniera sotterranea, le polemiche riguardanti i beni della Congregazione, che secondo alcuni avrebbero costituito il bersaglio del “golpe” interno contro il fondatore. Per fare chiarezza su voci e maldicenze che ancora vengono fatte circolare e diffuse anche da personaggi di alto livello curiale, un amico del nostro blog ci ha fatto pervenire una breve cronistoria delle vicende giudiziarie legate ai beni, priva di spunti polemici, ma tesa a fare chiarezza sui fatti. Buona lettura.
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Una storia infinita
Ci sono voluti dieci anni per sgretolare il castello di sabbia delle accuse contro i familiari di Padre Stefano Maria Manelli, il fondatore dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata, accusati, senza alcuna legittima ragione, di aver sottratto ai religiosi l’uso dei beni. E poiché della diffamazione resta sempre qualcosa, niente di più facile che ci sia ancora chi continua a ritenere i Manelli coinvolti.
Ecco, allora, una sintesi della lunga storia.
Nel luglio del 2013 l’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata è commissariato e il cappuccino padre Fidenzio Volpi ne assume il controllo. L’anno successivo i familiari di Padre Manelli intentano un procedimento giudiziario contro quest’ultimo per essere stati accusati di essersi appropriati della disponibilità dei beni dell’Istituto dei religiosi.
Il 12 febbraio 2015 si va alla Mediazione obbligatoria nel corso della quale Volpi riconosce l’inconsistenza delle sue affermazioni e accetta di pagare 20.000 euro a titolo di risarcimento, di ritrattare le accuse, diffondere la notizia a mezzo AGI e di informare tutte le comunità religiose della loro infondatezza.
Ma poco dopo l’ex Commissario, ormai deceduto, non ritiene dover soddisfare l’impegno preso e con un nuovo avvocato, nello stesso anno, adisce la questione in Tribunale, chiedendo la nullità della precedente mediazione. Esaminati i fatti, nel 2018, il giudice respinge le motivazioni dei ricorrenti, conferma la validità della mediazione, ribadisce la totale estraneità dei familiari del religioso a qualsiasi operazione illegittima e condanna i ricorrenti alle ulteriori spese.
Il legale del nuovo corso dei Francescani, nell’aprile del 2019, presenta un’istanza di sospensione provvisoria del giudizio a cui si oppongono i Manelli nel settembre dello stesso anno e finalmente, tre anni dopo, è nominato un CTU per assicurare l’esecuzione completa della condanna che prevedeva la pubblicazione della notizia della totale innocenza dei Manelli.
Attualmente la sentenza è stata parzialmente eseguita perché il 17 gennaio di quest’anno il sito ufficiale dei Francescani dell’Immacolata l’ha resa nota.[1] Il giudice che presiede la causa ha rinviato il processo a novembre di quest’anno per verificare se tutte le circostanze della condanna siano state adempiute.
La questione, però, resta ancora aperta in quanto i condannati non hanno ancora ottemperato alla pubblicazione con un lancio a mezzo AGI in cui si dichiarano infondate le accuse nei confronti dei familiari del Fondatore.
Questo, ad oggi, il lungo ed intricato percorso per arrivare a discolpare i familiari di padre Manelli presentati come illegittimi detentori di beni della Chiesa.
Ricordo quella foto con sgomento.
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