Bisogna riprendersi scuola ed educazione
Venite a Lonigo (Vi), sabato 29 aprile
Stefano Fontana
Ci
sono educatori – sia genitori che insegnanti, ma anche sacerdoti e religiosi –
che si pongono seriamente questo grave problema. Sono genitori e insegnanti
cattolici nella scuola di Stato, sono genitori e insegnanti cattolici nelle
scuole paritarie cattoliche, sono genitori e insegnanti che stanno dando vista
a scuole parentali e ad esperienze di homeschooling (scuola domestica, scuola
fatta a casa). I primi si sentono abbandonati e fanno veramente fatica ad
andare avanti in un contesto sistematicamente ostile e che percorre altre
strade. I secondi resistono, ma si rendono conto che la scuola cattolica
paritaria deve pagare un certo dazio al sistema imperante. I terzi sono più
motivati e scaltriti, più alternativi al sistema e per molti rappresentano una
chance positiva e da incoraggiare.
C’è
quindi un mondo dell’educazione che ”non ci sta”, soprattutto il mondo delle
scuole parentali o domestiche. Questo mondo rappresenta la principale e forse
unica speranza che abbiamo oggi davanti all’omologazione dei cervelli e dei
cuori dei nostri figli e nipoti. Non c’è bisogno di attendere l’intelligenza
artificiale, già oggi i cervelli e i cuori vengono plagiati sistematicamente.
Questo mondo dell’educazione non è però solo un fatto educativo, è anche una
mobilitazione sociale, prefigura un diverso assetto della polis, i suoi
soggetti pensano ad una diversa presenza della religione cattolica e della
Chiesa nella società. Sono quindi anche un fenomeno etico e teologico, che la
Chiesa ufficiale, purtroppo, sta trascurando, mentre invece rappresenta un
futuro di vera libertà.
Se
questo mondo è ben più che un semplice fenomeno educativo, esso richiede di
essere visto dentro l’intero quadro della Dottrina sociale della Chiesa. Ha
bisogno di essere valorizzato come germe di una società cristiana, tramite
l’educazione ma oltre la sola educazione. È un ampio fenomeno in atto di
costruzione della civiltà cristiana. In un momento storico in cui la Chiesa
ufficiale dice che non bisogna impegnarsi per una società e civiltà cristiane,
proprio questo sta invece facendo questo movimento della scuola cattolica. I
genitori, gli insegnanti, le scuole cattoliche, soprattutto parentali,
riconsegnano alla Chiesa e alla religione cattolica il primato educativo nella
pubblica piazza, anche se la Chiesa ufficiale di oggi respinge l’offerta.
Sabato
29 aprile 2023, si terrà a Lonigo (Vicenza), presso la Villa San Fermo dei
Padri Pavoniani, la Seconda Giornata nazionale della Vera scuola cattolica [QUI],
organizzata dall’ Osservatorio cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della
Chiesa. Essa fa seguito ad una analoga
iniziativa dell’anno scorso da cui era emerso il Manifesto dal titolo “È il momento della vera scuola cattolica” sottoscritto da molte scuole, soprattutto parentali, nonostante
molte di esse non amino comparire per evitare vessazioni e boicottaggi nei loro
confronti. Questa prossima seconda Giornata riprende il cammino e l’evento sarà
poi anche ripetuto in altre parti d’Italia. Essa sarà sia un momento di
riflessione sui contenuti della vera educazione cattolica, sia un momento di
incontro, dialogo e confronto sulle problematiche pratiche. Tutto il mondo che
ho descritto sopra è invitato.
Il
filo conduttore della Giornata del 29 aprile sarà “A scuola di verità. Il
quadro del sapere e le discipline”. Il tema è fondamentale: la fede interpella
la ragione e, quindi, le discipline – le “materie” scolastiche, si diceva una
volta. Questo richiede che la fede sia considerata come un “sapere”, altrimenti
non può pretendere di interloquire con le discipline di insegnamento. La vera
scuola cattolica fa passare l’annunzio anche attraverso le discipline, i saperi
particolari. In gioco c’è la possibilità o meno di un “universo del sapere”,
senza del quale i nostri figli saranno sperduti e soli.
Stefano
Fontana
Le scuole cattoliche esistono.
RispondiElimina