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venerdì 3 marzo 2023

Romualdica. "La forza del digiuno"

Una bella riflessione sul digiuno quaresimale.
Luigi

Romualdica, 27-2-23
Quando questa lettera vi raggiungerà, la Quaresima sarà già ben avviata, ma sarà ben lungi dall’essere conclusa. Non dimenticate che è un tempo sacro, un momento di grazia, donato dal Signore attraverso la sua Chiesa. Le opere di penitenza, di preghiera e di elemosina acquistano una virtù speciale semplicemente perché questo tempo è particolarmente santificato dal grande mistero della Passione e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, che esso prepara.
Da alcuni decenni, le autorità ecclesiastiche giustamente ci ricordano che lo spirito vale più della pratica. Lo stesso san Benedetto ci dice nella Regola che la cosa più importante è attendere la santa festa di Pasqua con la gioia che viene dallo Spirito Santo. Ma attenzione, lo spirito senza le opere concrete va contro il buon senso e la natura umana. Si rischia di vivere una religione disincarnata trascurando di privarsi, per esempio, dei cibi a base di carne, ciò che è stato per lungo tempo proprio dei cristiani durante il tempo della Quaresima.
San Benedetto dà indicazioni ben precise per una buona Quaresima. Ogni monaco, oltre alle prescrizioni della comunità, è invitato a prendere risoluzioni sul bere, il mangiare, il dormire, la ricreazione, le parole, le letture. Tutto questo è scritto su un biglietto quaresimale, in modo che il monaco non dimentichi ciò che ha promesso al Signore e per dargli coraggio durante questo tempo che dura sei settimane.
Lasciate che vi riveli le pratiche dell’abbazia riguardo al digiuno. Il Mercoledì delle Ceneri, i monaci prendono un caffè e un pezzo di pane al mattino, un pranzo normale a mezzogiorno e un semplice brodo la sera. Il resto della Quaresima, la sera, invece del brodo, prendono una zuppa, un frutto e un pezzo di pane. Il Venerdì Santo, prendono un caffè con un pezzo di pane al mattino, a mezzogiorno pranzano in ginocchio con zuppa, alcune patate, un pezzo di pane e una mela. La sera, brodo. Inoltre, ogni monaco può ancora rimuovere qualcosa di propria iniziativa, però con l’accordo dell’abate, per non cadere nell’eccesso e nella presunzione.
I monaci vi possono testimoniare le virtù di questo digiuno. Attraverso il digiuno, l’anima diventa più consapevole del prezzo delle cose, del dono di Dio. Più che nei giorni festivi, il pasto è delizioso, nonostante la sua semplicità. Troviamo la gioia delle cose semplici che diserta tanto il cuore appesantito. Il digiuno affina la punta dell’anima, purifica il cuore, illumina la coscienza e la lenisce con penitenza ristoratrice, dona un certo autocontrollo, rafforza e approfondisce la preghiera. Una Quaresima ben fatta non può che dare un magnifico impulso alla vita interiore.
Ma tutti questi frutti, per quanto buoni e verificabili, non eguagliano la virtù principale che il Signore ha loro conferito, quella di scacciare i demoni. Il digiuno rimane il fondamento di questo potere contro il diavolo. È simile a un sacrificio, quello che Gesù praticò nel deserto agli albori della sua vita pubblica. Certo, il digiuno da solo non è sufficiente. Lo dice san Leone in un’omelia delle Quattro tempora d’inverno, dove precisa che, per la salvezza dell’anima, l’elemosina è altrettanto necessaria. Così, il digiuno consisterà nel privarsi per dare a chi è nel bisogno. Solo che, per scacciare il demonio, il digiuno deve essere accompagnato da un alleato molto importante: la preghiera.
Il demonio è stato sconfitto, ma rimane ben presente ovunque, nelle leggi, nella politica, nella cultura, nell’educazione, nei media, nella morale, e anche nella Chiesa, secondo il grido di san Paolo VI sul fumo di Satana. Non è sorprendente vedere sempre più persone usare gli esorcisti e vedere che gruppi satanisti stanno aumentando. Ogni peccato mortale dà più potere al diavolo. Ma non disperiamo mai della potenza superiore di Dio. E credete che attraverso il digiuno Dio ci offra di partecipare alla grande battaglia spirituale degli spiriti di luce contro gli spiriti delle tenebre. Possiamo essere sicuri della vittoria, per grazia di Dio, poiché Dio è l’unico Dio, e perché Gesù ha vinto la morte e il peccato.

[Dom Louis-Marie Geyer d’Orth O.S.B., abate del monastero Sainte-Madeleine di Le Barroux, editoriale di Les amis du monastère, n. 181, 2 marzo 2022, pp. 1-2, trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B.]