Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

venerdì 24 marzo 2023

Per il cardinale Roche "la teologia è cambiata" dopo il Concilio, i fedeli tradizionali minano il CVII

Di male in peggio.
Grazie a Michelangelo per la segnalazione e la traduzione.
Sullo stesso argomento QUI LifeSite News.
Luigi

Infovaticana, Carlos Esteban | 23 marzo 2023

Il cardinale Arthur Roche, il boia della Messa tradizionale a capo del dicastero per la liturgia, ha finalmente messo le cose in chiaro nel suo tentativo di spiegare la defenestrazione del rito tradizionale: secondo lui, il rito deve cambiare perché "la teologia è cambiata". Ermeneutica della rottura in vena.
Lo ha detto a BBC Radio 4 mentre difendeva le vessazioni e il tentativo di rovesciamento della liturgia tradizionale, iniziato con la Traditionis custodes e seguito dall'ultimo rescritto. Ha detto: "La teologia della Chiesa è cambiata. Mentre prima il sacerdote rappresentava, a distanza, tutto il popolo, ora esso viene incanalato attraverso questa persona che da sola celebra la Messa".
Questo era allora e questo è oggi. Nella Nuova Chiesa di Roche, "non è solo il sacerdote a celebrare la liturgia, ma anche coloro che sono battezzati con lui, e questa è un'affermazione enorme da fare".

Pochi istanti prima, i commenti di Roche sono stati smentiti dal biografo papale Austen Ivereigh, che ha sostenuto che i devoti della Messa tradizionale sono "diventati un movimento che mina il Concilio Vaticano II". Per questo, ha detto Ivereigh, le restrizioni erano necessarie "per porre un limite, per mettere dei confini, non per sopprimere, ma per rimettere la questione nelle mani dei vescovi".

11 commenti:

  1. A voltemi chiedo se certi uomini di chiesa hanno ancora il dono di pensare prima di parlare : Il Card. La Roche, credo sui sessant'anni con questa sua affermazione dimostra di non aver studiato e meditato un solo documento originale del CVII: Il concilio si ripete ancora una volta è di NATURA PASTORALE e non dottrinale, voleva confermare in primo luogo che l'azione pastorale data dai sacerdoti durante la seconda guerra mondiale e f non fosse eccezionale ma diventasse ordinaria. In secondo luogo voleva che i fedeli sapessero che la Chiesa come in quei tristi momenti era vicina a tutti e accoglieva tutti vale a dire DOVEVA ESSERE ESEMPIO DI CARITA'. Anche per quanto riguarda la Messa San Giovanni XXIII aveva mantenuto inalterati certi momenti della . celebrazione. La teologia non era alla base del Concilio alla Base c'era la TRADIZIONE e la sua validità. Oggi si pone in discussione la validità della TRADIZIONE e si fa finta di andare a braccetto con anglicani., protestanti delle varie sette, musulmani, ortodossi e con metodi fascisti si negativizzano al massimo i fedeli alla CHIESA e al rito di SAN PIO V come se costoro fossero cerebrolesi: SUPERBIA MANCANZA DI CARITA'. COLORO che ci hanno preceduto e hanno pregato in latino ascoltato messe in latino sono andati tutti all'inferno? IL Cardinale a queste osservazioni obietterà che la MISERICORDIA di CRISTO avrà sanato queste manchevolezze!! Allora una domanda Sua EMINENZA non è che temete la Giustizia DIVINA per alcuni comportamenti umani commessi anche dal clero ed invocate continuamente a sproposito la MIsericordia divina?

    RispondiElimina
  2. Si ricorda ai signori Roche e Ivereigh che "Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto dichiarazione, volontari, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo" (cit. San Pio V Papa, bolla "Quo primum tempore").

    RispondiElimina
  3. Anni fa, un certo "Simone di Cyrene", proprio su queste pagine sosteneva non solo tale tesi ma la applicava affermando che, dato il ruolo "celebrante" dei fedeli, nel N.O. fa peccato chi, invece di dialogare la liturgia, la vuole meditare in silenzio. Non ne parliamo, poi, se pensa di recitare il Rosario .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Simone di Cyrene" se non ricordo male era un uomo d'affari elvetico, ex-seminarista della FSSPX, che si dedicava, con zelo degno di miglior causa, a bruciare ciò che un tempo aveva adorato .

      Elimina
    2. Pieno rispetto per una persona che è riuscita a lasciare la setta lefebvriana. Ci vuole coraggio. E quando sei fuori vedi tutto lo schifo che la tua ideologia accecante non ti faceva vedere prima.

      Elimina
  4. Beh, in effetti è una vera bomba pensare che la celebrazione liturgica è un’azione di tutta la chiesa, laici compresi, e non il rito di un prete lontano da tutto e tutti che parla sommessamente in una lingua incomprensibile mentre i fedeli leggono devozioni o pregano rosari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E pensare che nei riti orientali il prete non solo è "lontano da tutto e da tutti" e "parla sommessamente", ma ha addirittura un muro alle proprie spalle! Possibile che proprio tutti, in tutto l'orbe cristiano, abbiano travisato il senso della liturgia, e lo abbiano travisato tutti nel medesimo modo, per quasi duemila anni, finché non è arrivato Bugnini Annibale da Civitella del Lago a spiegarci che cosa volesse davvero Gesù? Un tantino ridicola come tesi, non vi pare?

      Elimina
    2. nei riti orientali il celebrante però spesso prega in una lingua comprensibile al popolo, e ci si aspetta che i presenti rispondano cantando
      inoltre l'iconostasi non è un vero 'muro di separazione', ma ha assunto questa forma solo quando alle strutture hanno cominciato ad essere aggiunte icone.

      inoltre dimentica che i vescovi orientali presenti al Concilio sono stati tra i principali promotori di molte pratiche introdotte: Comunione sotto le due specie, concelebrazione, nuove anafore con epiclesi pneumatologiche...

      Elimina
    3. Parla sommessamente? Nei riti orientali cantano tutto! E in lingue che i fedeli capiscano.
      Possibile che non ci arrivi che il concetto che i fedeli non capiscano niente è una tara che non ha niente di cristiano?

      Elimina
  5. il cardinale Roche ha 73 anni ,non sono gli 86 di Francesco ma non sono pochi.Nei Promessi Sposi lInnominato continuava a ripetersi:invecchiare morire e poi?Bella domanda....

    RispondiElimina
  6. Certo clero non crede più in Dio, altrimenti non si spiegherebbe questa schizofrenia, questa fissazione di cambiare tutto continuamente (così ammettendo che ciò che viene detto oggi non varrà più domani).

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione