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lunedì 13 marzo 2023

Il Sismografo. "Dieci anni del pontificato di Francesco e dieci anni di narrazione bergogliana"

Un ulteriore commento al pontificato di Francesco.
QUI MiL oggi.
"[Francesco] ostile alla critica che considera complotto e che perciò ha lasciato per strada in questi dieci anni fior di consiglieri e consulenti, senza sostituirli con altri migliori. Un buon bilancio sarebbe stato un approfondita valutazione dello stato della Barca di Cristo oggi, sul suo futuro immediato, sul suo ruolo nell'ordine internazionale a venire, pieno di incognite drammatiche, e non solo sul Timoniere".
Luigi

** La narrazione bergogliana, asse portante di gran parte dei bilanci sul decennio del pontificato, è la realtà vista solo con lo sguardo di Papa Francesco e basta. La Chiesa però ha bisogno urgente di vedere questa medesima realtà anche attraverso lo sguardo di molti altri che amano la chiesa come l'ama il Pontefice.
** "Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia. (Benedetto XVI - Omelia della Messa per l'inizio del pontificato. Piazza San Pietro - Domenica, 24 aprile 2005)
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Si assiste da giorni, in buona parte della stampa italiana e anche in alcuni paesi europei e latinoamericani - e sarà ancora così nelle prossime ore - ad una sorta di telenovela glorificante sui dieci anni del papato di Francesco. E' giusto e necessario, anche doveroso sottolineare questa ricorrenza, ma ciò che la sta svuotando di senso e rilevanza è il modo con cui un certo gruppo di giornalisti e di testate presentano questo bilancio. Neanche un minimo decoroso di carattere critico. Per ogni problema dell'umanità c'è la bacchetta magica di Papa Bergoglio. Il livello di papolatria è così sgradevole da rendere difficile la lettura di molti testi o la visione di servizi televisivi. Sembrerebbe che su molte scrivanie giornalistiche gira un formulario da riempire.
Leggendo alcuni testi del gruppo di giornalisti amici del Papa sembra che la Chiesa comincia e finisce con l’attuale Pontefice. Se per caso c'è passato, è per dire che oggi è tutto meglio e diverso. Se c'è futuro, è per dire che l'eredità di Francesco domani cambierà tutto in meglio.

Viene il sospetto che gli autori di questi pezzi non trovino materie sulle quali scrivere seriamente. Allora, pensano che sia meglio affidarsi al culto della personalità. Sono metodi sui quali abbiamo scritto decine di volte avvertendo che alla fine fanno un danno immenso all’immagine del Pontefice. Molti di questi articoli letti in questi giorni sono dei veri salvagenti di piombo.
Questi bilanci propagandano la narrazione bergogliana del mondo e della Chiesa. Certo, Francesco è il Papa e il suo ministero e magistero non sono in discussione.
La questione è un'altra: Francesco ha un gigantesco bagaglio di opinioni personali su tutto e in ogni momento. Lungo questi dieci anni ha scritto una specie di romanzo personale sul cosmo. La realtà è sempre come la vede lui e come la descrive lui. Le analisi sono sempre quelli che propone lui. Le domande sono sempre quelle che lancia lui. Le soluzioni sono sempre quelle che lui offre alla Chiesa al mondo. Insomma, questo decennio della vita della Chiesa – che però è un attimo nella sua storia bimillenaria - ha una sola esclusiva referenzialità: il Papa stesso.

Per far passare questa distorsione si vive sempre nel presente, nelle prime pagine di oggi, per preparare i titoli di domani. Si parla di pontificato mediatico. Certo è così, ma in queste giorni vediamo che si celebra soprattutto la festa dei 10 anni della persona del Vescovo di Roma. I contenuti vengono dopo, a volte casualmente. Sono marginali.
La dimostrazione migliore di quanto diciamo sta in due fatti incontestabili:
- Molte delle firme che hanno scritto i famosi bilanci sono diventati all’improvviso poeti alla ricerca disperata di aggettivi e metafore al posto dei gravi problemi irrisolti, occultati, silenziati … al posto di riforme fallite … al posto degli errori di politica internazionale … al posto del modo in cui il Papa si rapporta istituzionalmente con i suoi collaboratori … al posto dei nuovi protetti e privilegiati.
- Molti scrivono per sotterrare ciò che in privato ammettono (pratica molto diffusa da almeno tre anni nei dintorni di Piazza San Pietro), vale a dire che ci sono veramente due Papi: Francesco e Bergoglio. Uno aperto, comprensivo e misericordioso che in questi giorni ha detto: "Non chiudo mai la porta a possibili soluzioni. Al contrario, le incoraggi”. L'altro, deciso e decisionista, ostile alla critica che considera complotto e che perciò ha lasciato per strada in questi dieci anni fior di consiglieri e consulenti, senza sostituirli con altri migliori.
Un buon bilancio sarebbe stato un approfondita valutazione dello stato della Barca di Cristo oggi, sul suo futuro immediato, sul suo ruolo nell'ordine internazionale a venire, pieno di incognite drammatiche, e non solo sul Timoniere.

Il nostro caldo augurio al Santo Padre è minuscolo ma sincero: che qualcuno che tiene in buona considerazione gli abbia detto almeno alcune delle cose di quanto abbiamo scritto in questa nota.