Avvertenza: post ironico, per sdrammatizzare un po'. Astenersi lettori seriosi.
StefanoSua Santità SISTO VI nell'udienza concessa al Cardinal Prefetto del Dicastero per il Culto Divino ha stabilito di voler confermare il motu proprio Traditionis Custodes del suo predecessore Francesco, apportandovi le seguenti lievi modifiche:
Art. 1. I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, NON sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano.
Art. 2. Al vescovo diocesano, quale moderatore, promotore e custode di tutta la vita liturgica nella Chiesa particolare a lui affidata, spetta regolare PROMUOVERE le celebrazioni liturgiche nella propria diocesi. Pertanto, è sua esclusiva competenza SUO DOVERE autorizzare l’uso del Missale Romanum del 1962 nella diocesi, seguendo gli orientamenti dalla Sede Apostolica.
- Tutti i restanti articoli sono soppressi.
Visto che stiamo sognando, sarebbe meglio che all'art. 1 si dicesse che quei libri liturgici sono abrogati e che valgono solo i libri del 1962 e quelli ad essi anteriori!!
RispondiEliminaPerfetta "ermeneutica della continuità "
RispondiEliminaConsiderando l'attuale composizione del Collegio Cardinalizio, mi sembra una prospettiva fantasiosa e difficile. 🤔
RispondiEliminaMagari succedesse davvero ! Certo che allo stato attuale pare impossibile, ma nulla è impossibile a Dio. Preghiamo perché Dio che è buono, certamente darà cose buone a chi le chiede con fede. Come dice il Vangelo, non darà serpi a chi chiede pane.
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