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giovedì 16 marzo 2023

Censurata la Messa Tradizionale con zelo farisaico

L'incredibile retroscena del Rescritto voluto dal cardinale Roche per bypassare i limiti imposti dal Diritto Canonico e convincere il Papa della dannosità del Rito tradizionale: pazzesco!
"Lo stesso cardinale Roche 'entrerà casa per casa' per bandire i cattolici tradizionali dalla loro dimora spirituale?"
Peggio che in Corea del Nord!

Questa traduz
ione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL.
Sottolineato nostro. 
Luigi

Diane Montagna, Catholic Herald, 24/02/2023

Continuando a spirare minacce contro l'antica liturgia della Chiesa in modo non dissimile dalla persecuzione di Saulo in Atti 9,1, il cardinale Arthur Roche ha ora iniziato a rafforzare i vescovi per "garantire la corretta applicazione" della lettera apostolica di Papa Francesco del 2021 che limita la Messa tradizionale in latino (MTL), Traditionis Custodes.

L'ultimo giro di vite del prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti è arrivato in un rescritto che limita fortemente la libertà dei vescovi in materia di MTL e la loro autonomia in qualità di "direttori, promotori e custodi di tutta la vita liturgica" nelle proprie diocesi (Canone 835 §1).

Il rescritto del 21 febbraio, firmato dal cardinale Roche e approvato da papa Francesco durante un'udienza privata il giorno prima, afferma che il papa ha confermato che i vescovi diocesani devono ottenere dal Dicastero per il culto divino il permesso di utilizzare una chiesa parrocchiale nella loro diocesi per la MTL, erigere una parrocchia personale per la celebrazione dell'usus antiquor, o permettere a un sacerdote appena ordinato di offrire la Messa usando il Messale Romano del 1962.

Papa Francesco ha anche deciso che i vescovi che finora hanno esercitato la propria autorità di dispensa (data loro dal canone 87 § 1) devono informare il Dicastero per il Culto Divino, che deciderà se confermare o annullare tali decisioni.

Il rescritto era divenuto una necessità urgente per il cardinale Roche, tra la crescente opposizione alla sua repressione della liturgia tradizionale, la continua resistenza dei vescovi alla sua auspicata attuazione della Traditionis Custodes e le crescenti accuse da parte dei canonisti secondo i quali il cardinale avrebbe oltrepassato i limiti del proprio mandato e si sarebbe avventurato nell'illegalità canonica.

Lettere e illegalità?

Da dicembre, il cardinale Roche aveva inviato lettere ai vescovi statunitensi che avevano citato il canone 87 § 1 del Codice di Diritto Canonico come motivo per non chiedere il permesso a Roma di consentire la MTL nelle chiese parrocchiali. Quel canone stabilisce che un vescovo può dispensare i fedeli da "leggi disciplinari universali e particolari" (ad esempio alcune disposizioni della Traditionis Custodes) quando giudica tale scelta utile per il loro bene spirituale.

In una di queste lettere, inviate a un vescovo in California, il cardinale Roche insisteva sul fatto che solo il suo dicastero aveva il potere di dispensare dalle disposizioni della Traditionis Custodes per consentire l'uso di una chiesa parrocchiale per la MTL. Lo stesso vale, ha detto, per aver concesso il permesso a un sacerdote appena ordinato di offrire la Messa usando il Messale del 1962.

Il cardinale Roche ha anche stabilito in questa lettera che, se il vescovo dovesse presentare una petizione al dicastero per una dispensa per consentire la MTL in una chiesa parrocchiale, deve presentare un rapporto in cui si dettaglia "il numero di partecipanti a queste Messe" e descrive "i passi compiuti per condurre i fedeli che sono attaccati alla liturgia antecedente" al Novus Ordo.

Le lettere ribadivano molte delle istruzioni disciplinari che il cardinale Roche aveva emanato un anno prima nei suoi Responsa ad dubia (sull'applicazione della Traditionis Custodes), che però molti vescovi non avevano attuato e che un certo numero di canonisti avevano descritto come un'esagerazione.

In un'intervista successiva alla pubblicazione dei Responsa, il canonista di New York padre Gerald Murray ha sostenuto che il documento andava oltre ciò che era canonicamente possibile su alcuni punti, e che i vescovi erano liberi di rinunciare alle sue disposizioni disciplinari per il benessere spirituale del proprio gregge.

Le lettere più recenti del cardinale Roche sono state quindi un ulteriore tentativo per stringere le viti, ma i canonisti hanno continuato a sostenere che i vescovi non avevano bisogno di presentare petizioni a Roma per una dispensa atta a consentire la celebrazione della MTL nelle chiese parrocchiali.

Nei commenti al Catholic Herald prima che il rescritto fosse pubblicato, padre Murray ha osservato che il cardinale Roche "sembra presumere che il vescovo diocesano non abbia il potere di dispensare da questa regola, potere che gli è concesso dal canone 87 § 1, perché tale dispensa sarebbe stata riservata alla Santa Sede".

"Il problema con questa affermazione", ha detto padre Murray, "è che da nessuna parte Traditionis Custodes afferma che la dispensa dal divieto di consentire l'uso di una chiesa parrocchiale è riservata alla Santa Sede".

"Le disposizioni del canone 87 §1 che permettono al vescovo diocesano, per ragioni di 'bene spirituale', di dispensare dalle 'leggi universali disciplinari e da quelle leggi particolari date dalla suprema autorità ecclesiastica per il suo territorio o i suoi sudditi' rimangono in vigore, a meno che il papa non riservi specificamente tale dispensa a se stesso o a qualche altra autorità. Nessuna riserva del genere è menzionata nella Traditionis Custodes né nei Responsa".

Padre Murray ha anche spiegato che, "affinché un sacerdote appena ordinato ottenga dal suo vescovo l'autorizzazione a celebrare la MTL, il testo italiano promulgato del Traditionis Custodes afferma che il vescovo è semplicemente tenuto a 'consultarsi' con la Santa Sede. La successiva traduzione ufficiale in latino del Traditionis Custodes [la cui esistenza era sconosciuta fino a quando il cardinale Roche non emanò i Responsa] cambiò la formulazione per dire che il vescovo deve 'chiedere il permesso' alla Santa Sede per dare tale autorizzazione".

"Questo cambiamento sostanziale della legge, effettuato attraverso un cambiamento senza preavviso della formulazione originale quando si produce una traduzione, è molto irregolare", ha osservato il canonista.

Notando che le versioni inglese, italiana e spagnola di Traditionis Custodes sul sito web della Santa Sede non includono ancora il cambiamento riscontrato nella versione in latino, p. Murray ha detto che "questa confusione e incoerenza può far sorgere il dubbio che questa disposizione modificata goda davvero di forza legale. Una Lettera Apostolica non è soggetta a riscrittura da parte di un traduttore, a meno che la modifica non sia specificamente autorizzata e promulgata dal papa. Non ci sono prove che ciò sia avvenuto nel caso della traduzione in latino". Altri canonisti hanno fatto argomenti simili.

Per superare la sua opposizione e procedere nella devastazione degli antichi riti della Chiesa, il cardinale Roche aveva bisogno di convincere papa Francesco a mettere sotto forma di legge ciò che aveva cercato di far rispettare senza un adeguato sostegno canonico: da qui il rescritto.

Operazione Rescritto

Nei commenti al Catholic Herald il giorno in cui è stato emesso il rescritto, padre Murray ha insistito sul fatto che c'erano "prove che il cardinale Roche comprendeva bene che sussistevano ragionevoli dubbi circa la sua affermazione per cui i vescovi non potrebbero dispensare da varie disposizioni di Traditionis Custodes in virtù del canone 87 § 1".

Ha osservato: "Il rescritto afferma che papa Francesco 'ha confermato' tre cose 'sull'attuazione del suo motu proprio Traditionis Custodes' che non sono state dichiarate nello stesso; vale a dire che solo la Santa Sede può concedere il permesso ai sacerdoti appena ordinati di celebrare la MT, che i vescovi diocesani non possono dispensare dal divieto di utilizzare una chiesa parrocchiale per la celebrazione della MTL, e che non possono dispensare dal divieto di erezione di parrocchie personali per tali celebrazioni".

P. Murray ha osservato che questa nuova legislazione "sottrae ulteriormente ai vescovi diocesani il loro potere ordinario di decidere l'approccio pastoralmente più vantaggioso da adottare in queste questioni". E lo ha definito "deplorevole" sia come "una diminuzione dell'autorità pastorale dei vescovi sia come un segno inequivocabile che il Santo Padre ha deciso che i cattolici attaccati all'antica eredità liturgica della Chiesa non meritano lo stesso posto nella Chiesa degli altri fedeli".

"L'esilio dalle parrocchie e le restrizioni per i giovani sacerdoti che vorrebbero essere di servizio pastorale sono misure dure e repressive che sono immeritate e manifestamente contrarie all'appello del Papa ad andare nelle periferie", ha detto. Intanto, una fonte vicina al Dicastero per il Culto Divino ha confermato al Catholic Herald che nessun permesso è stato concesso o sarà concesso ai sacerdoti ordinati dopo la Traditionis Custodes.

Apparendo su The World Over giovedì 23 febbraio, padre Murray ha riassunto la situazione, dicendo: "È una persecuzione dei cattolici della MTL, chiara e semplice. E non può essere giustificato dicendo che questo aiuterà a promuovere la missione della Chiesa. Questo sta danneggiando la Chiesa".

Una domanda che sorge spontanea è: come il dicastero applicherà il rescritto, date le sue risorse gravemente limitate? Lo stesso cardinale Roche "entrerà casa per casa" per bandire i cattolici tradizionali dalla loro dimora spirituale?

Si dice che il prefetto abbia chiesto una Costituzione apostolica con misure ancora più radicali contro il tradizionale rito romano. Se questo recente atto è soltanto una risposta più limitata a questa presunta richiesta, o un assaggio di altre a venire, solo il tempo saprà dirlo.

Ma un'altra domanda, forse più urgente, è perché il cardinale Roche debba esercitare una tale pressione sui vescovi diocesani, quando la maggioranza di loro era – presumibilmente – scontenta dell'applicazione del Summorum Pontificum di Benedetto XVI.

Papa Francesco ha detto nella Traditionis Custodes che "gli auspici formultai dall'episcopato" in una consultazione dei vescovi, effettuata nel 2020 dalla Congregazione per la dottrina della fede, richiedevano restrizioni per la liturgia tradizionale in latino. E nella sua lettera di accompagnamento al motu proprio, ha detto che stava "rispondendo alle [loro] richieste".

Il Vaticano non ha mai rivelato i risultati di questa consultazione, cosa che "restò misteriosa" anche allo stesso papa emerito Benedetto.

Ampie fughe di notizie sulla consultazione del 2020 sono apparse, tuttavia, e sembrano raccontare una storia piuttosto diversa sulla reazione episcopale al motu proprio di Benedetto XVI del 2007, con molte testimonianze della sua fecondità e della pace che ha raggiunto. Infatti, queste testimonianze hanno rivelato che il messaggio della maggioranza dei vescovi era di continuare con un'applicazione prudente e attenta del Summorum Pontificum.

Le questioni di prudenza ecclesiastica non sono mai per i deboli di cuore, ma nel caso presente potrebbe valere la pena ricordare l'avvertimento del maestro di Saulo, Gamaliele, al Sinedrio in Atti 5,39: "Se essa è viene da Dio, non riuscirai a sconfiggerli. Non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!".