Post in evidenza

“Le Bibbie CEI 74 e CEI 2008 si dimenticano una piccola parola: Dio. E come sempre la Vulgata di San Girolamo resta la Bibbia più completa

Altre mende alle nuove traduzioni della S. Bibbia. Il caso di 1 Tess 2,16b. Luigi C. 03/12/2024 ,   Investigatore Biblico “E quelli che ball...

domenica 12 marzo 2023

40 anni fa, Giovanni Paolo II visitò il Nicaragua e affrontò a muso duro Daniel Ortega

Altri Papi, rispetto ad ora: "‘la Chiesa Cattolica non può essere usata come un abito che s’indossa quando fa comodo e poi si leva perché non fa comodo. La Chiesa non è al servizio della politica. Non solo la Chiesa ha diritti inalienabili. Essa è anche un fattore determinante per la convivenza pacifica dei popoli e un fattore di sviluppo integrale’.
QUI MiL altri post sulla brutale dittatura comunista e sull'incomprensibile atteggiamento del Vaticano in generale e di Francesco in specie.
Luigi

(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Nessun sconto e nessun cedimento. Chiarezza e trasparenza, in particolare con l'altezzoso Daniel Ortega, primo governante del Nicaragua dopo la caduta della dittatura dei Somoza. Era il 4 marzo 1983 quando Papa Wojtyla celebrò la Messa nello stadio di Managua, stracolmo di fedeli.
Tra loro una parte erano militanti sandinisti dotati di microfoni collegati clandestinamente al sistema di amplificazione dello stadio. L'idea di Ortega era di abbassare il volume della voce del Papa e aumentare quello dei manifestanti. In altre parole, far diffondere le richieste antiimperialiste dei manifestanti e far tacere l'omelia di Giovanni Paolo II. Per raggiungere questo proposito insensato, un militare sandinista minacciò con una pistola un tecnico della Radio Vaticana.
Questo faceva Daniele Ortega 40 anni fa e questo ha continuato a fare sino ad oggi. Era il suo primo governo tra il 1984 e il 1990.
S. Giovanni Paolo II tra il 2 e il 10 marzo 1983 visitò Portogallo (II°), Costa Rica, Panama, El Salvador (I°), Guatemala (I°), Honduras, Belize, Haiti e Nicaragua (I°) dove si fermò la giornata del 4 marzo (Managua e León). Papa Wojtyla nell'omelia sottolineò:
"Vengo anche per lanciare un invito alla pace verso coloro che, dentro o fuori di questa area geografica - dovunque si trovino - favoriscono in un modo o nell’altro tensioni ideologiche, economiche o militari che impediscono il libero sviluppo di queste popolazioni amanti della pace, della fraternità e del vero progresso umano, spirituale, sociale, civile o democratico."

Nell'aeroporto, all'arrivo, aveva rimproverato pubblicamente il sacerdote Ernesto Cardenal, poeta e Ministro di Ortega, dicendo: "Lei deve regolarizzare la sua situazione" (si riferiva al divieto per i presbiteri di fare politica oppure occupare cariche di governo).
Papa Giovani Paolo II tornò in Nicaragua il 7 febbraio 1996. Daniel Ortega era questa volta all'opposizione. Tornò al potere nel 2011.
Le conversazioni con i membri del governo furono brevi, molto tese, e a volte scortese da parte dell’entourage del dittatore, uomo non particolarmente raffinato e disponibile. Papa Wojtyla fu profetico nel dire ‘la Chiesa Cattolica non può essere usata come un abito che s’indossa quando fa comodo e poi si leva perché non fa comodo. La Chiesa non è al servizio della politica. Non solo la Chiesa ha diritti inalienabili. Essa è anche un fattore determinante per la convivenza pacifica dei popoli e un fattore di sviluppo integrale’. (Testimonianza di un ecclesiastico presente)
Ortega approvò sempre ogni parola del Pontefice.
A 40 anni di distanza e dopo oltre 20 anni di governo di Ortega-Murillo, in attesa di insediare il loro figlio Laureano, la Chiesa cattolica in Nicaragua deve fare i conti con due vescovi in esilio (uno vivo e l'altro deceduto) e un vescovo - mons. Rolando Alvarez - in carcere condannato a 26 anni senza ragione. Deve fare i conti con la sede diplomatica vacante da un anno dopo l'espulsione del Rappresentate papale; con decine e decine di preti arrestati, espulsi, deportati, senza stampa e sotto assedio permanente. Intanto il popolo per primo patisce violenza, fame, repressione e mancanza di libertà.

2 commenti:

  1. Dire "a muso duro" e' un po iperbolico, giacche' il Pontefice rappresentava comunque la linea post-conciliare di avvicinamento a tutti - anche e soprattuto ai comunisti che pure a lui non andavano giu' piu di tanto.

    Tuttavia e' irreprensibile l'onesta' intellettuale di Giovanni Paolo II, specie quando contrastata con chi "chiude un occhio" (o anche entrambi) di fronte ai nuovi e piu' sottili orrori dell'Ortega e del "vecchio fantasma" del comunismo che si ostina a cercare di mantenere in vita a tutti i costi...

    RispondiElimina
  2. S. Giovanni Paolo II: il pontefice più odiato e contrastato dai tradizionalisti. Fu il papa di Assisi, il papa che “scomunicò la tradizione”, il papa che ricevette “benedizioni pagane”.
    Mutatis mutandis, ora che c’è un altro bersaglio da attaccare (Papa Francesco), i vecchi nemici diventano addirittura pietre di paragone, pezzi da novanta sfoderati senza vergogna.

    RispondiElimina