Marco Politi, ex vaticanista progressista di La Repubblica, afferma che la Chiesa è in piena guerra civile da quando Francesco ha autorizzato la comunione agli adulteri.
Grazie a Michelangelo per la traduzione.
Luigi
L'esperto vaticanista Marco Politi ha affermato che da diversi anni nella Chiesa è in atto "una guerra civile sotterranea". Parlando a Domradio a Colonia questa settimana, Politi ha detto: "Dal momento in cui Papa Francesco ha autorizzato di fatto la comunione ai divorziati risposati dopo i due sinodi sulla famiglia, è iniziata questa guerra civile, che va avanti e continua".
23.01.23, (CNAd/InfoCattolica)
Il vaticanista ha citato in particolare il cardinale australiano George Pell, morto a gennaio, che "aveva già preparato un memorandum molto aggressivo per un conclave in primavera", "dicendo che il pontificato di Francesco è una catastrofe, un disastro, e che non gli importa della tradizione apostolica".
"Ora è uscito anche un articolo postumo sulla rivista inglese 'Spectator' in cui parla di questo pensiero neo-marxista e della mentalità New Age che si è insinuata nella Chiesa", ha detto Politi. La sua conclusione è che "è un segno di questo conflitto".
Secondo Politi, oggi "non c'è un'ampia base riformista" nella Chiesa, ma solo "elementi". Non è come al tempo del Concilio Vaticano II, "dove c'era una forte maggioranza a favore della riforma nella Chiesa universale".
"C'è un'opposizione molto stretta, almeno il 30%", ha detto Politi con convinzione. "C'è poi un'ampia fascia intermedia del 30-40% di vescovi e teologi che temono le innovazioni e una presunta protestantizzazione della Chiesa. E poi c'è un 20-25% che è veramente riformista".
In futuro, la "battaglia" tra i diversi partiti della Chiesa continuerà, secondo l'esperto vaticanista, soprattutto perché "l'opposizione conservatrice vuole esercitare un'influenza sul prossimo conclave", dicendo: "guardate cosa sta succedendo con Francesco. Abbiamo bisogno di un Papa molto più prudente".