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giovedì 22 dicembre 2022

Caso Rupnik. Lucetta Scaraffia: "La Chiesa, gli abusi e la scomunica fantasma". E altro

Un durissimo attacco di Lucetta Scaraffia, ex direttore del mensile dell'Osservatore RomanoDonna Chiesa Mondo”, sulla vicenda degli abusi sessuali di p. Rupnik.
QUI i post pubblicati sul caso Rupnik da MiL.
QUI e QUI il Corriere della Sera e il Times di Londra dell'altro ieri (21.12.2022) sulla vicenda. 
QUI un'altra analisi di National Catholic Register.
QUI Stefano Fontana sella Bussola.
QUI e QUI Silere non possum.
QUI Catholic World Report.
Ormai si muovono anche tutti i grandi quotidiani. Speriamo che dalla Sala Stampa Vaticana se ne accorgano e ci dicano qualcosa di chiaro. E che magari p. Sosa si dimetta... 
Luigi

Il Sismografo, 20-12-22
(Lucetta Scaraffia - La Stampa)
Un nuovo scandalo legato agli abusi sta scuotendo il Vaticano: quello del gesuita sloveno Marko Rupnik, affermato artista autore di mosaici che ha decorato importanti edifici di culto nel mondo e nel cuore dello stesso Vaticano, ma anche riconosciuto esperto delle tradizioni cristiane orientali e dunque richiestissimo predicatore di esercizi spirituali. Due suore, che lo avevano denunciato anni fa per abusi sessuali e di potere, hanno parlato con i media, rendendo in questo modo nota al pubblico una questione incresciosa che era stata accuratamente tenuta sotto silenzio. Nonostante il processo avviato dai gesuiti per verificare le accuse avesse concluso che il comportamento di Rupnik era effettivamente stato quello denunciato dalle religiose, il fatto che fosse intervenuta la prescrizione aveva permesso di nascondere tutto. Così almeno si sperava.
E si può capire la ragione di questa scelta: Rupnik non è un prete qualunque, e neppure solo un artista famoso, ma viene anche considerato un religioso di grande profondità spirituale al quale molti si rivolgevano fiduciosi. Dal punto di vista ecclesiastico, però, la colpa più grave del gesuita non era tanto per gli abusi sessuali, quanto per avere assolto in confessione una suora considerata complice delle trasgressioni sessuali, colpa che comporta automaticamente la scomunica. A questo punto bisogna porsi una domanda: come mai Rupnik non ha subito gli effetti della scomunica? Da più parti, anche tra i gesuiti, si è sottolineato che solo l'autorità papale poteva sollevarlo da questa condanna, e dunque ci si è domandati se Francesco, di cui il religioso artista è amico, per lui abbia fatto un'incomprensibile eccezione assolvendolo dalla scomunica.
Ma non si tratta solo di questo, un fatto molto grave. Il caso Rupnik rivela crudamente come le gerarchie ecclesiastiche fatichino a capire il problema dell'abuso sessuale sulle religiose: se le suore, come si deduce dalla loro denuncia, sono state abusate sessualmente dall'autorevole gesuita, non avevano colpe da confessare. Loro erano solo vittime, perché la colpa era unicamente quella del loro abusatore. Ma per l'istituzione ecclesiastica l'abuso sessuale nei confronti di donne adulte, quali sono le religiose, non esiste: queste vicende vengono infatti catalogate come trasgressioni sessuali commesse da ambo le parti, tanto più che secondo un'assurda concezione del piacere sessuale ancora viva nelle gerarchie cattoliche si suppone sempre che anche le vittime degli abusi provino piacere, e con questo divengano complici della violazione del sesto comandamento. È evidente da tutto ciò che in proposito non hanno mai ascoltato una donna.
L'abuso spirituale commesso da Rupnik senza dubbio c'è stato, ma - a mio parere - è aggravato dalla sua richiesta alle vittime di confessare come peccato l'abuso subito. Certo, in questo modo il gesuita le faceva sentire complici di un peccato, ed era sicuro che non l'avrebbero denunciato. E, più in generale, è questo l'atteggiamento che finora è stato tenuto nei confronti delle numerose suore abusate in diverse parti del mondo.
Per fortuna i tempi sono cambiati, perché oggi le religiose prendono coraggio, arrivano a denunciare potenti prelati, che godono di appoggi alti nella chiesa, e finalmente chiedono giustizia.
Speriamo davvero che ottengano l'ascolto e il rispetto che è loro dovuto.



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La Redazione