Ieri la Chiesa ha ricordato il martire S. Tommaso di Canterbury che fu sgozzato nella sua cattedrale, fra le grida di terrore del clero e dei fedeli, il 29 dicembre 1170, a opera di quattro sicari inviati dal re d’Inghilterra Enrico II (il santo arcivescovo era colpevole di non essersi piegato alle pretese cesaropapiste del sovrano).
Il grande Thomas Stearns Eliot (1888-1965), americano ma naturalizzato inglese, convertito all’anglo-cattolicesimo, si ispirò alla vicenda per uno dei capolavori della letteratura novecentesca, il dramma “Murder in the Cathedral”, rappresentato per la prima volta nel 1935.
Il compositore Ildebrando Pizzetti ne trasse il libretto per l’opera “Assassinio nella cattedrale” e lo musicò con intensa emozione (1958), attingendo a esiti di forte spiritualità.
L’emozione si fa angosciosa nel momento in cui – nella scena che precede immediatamente il martirio – un coro di preti dietro le quinte intona la sequenza dei morti, il “Dies irae”; e intanto il Coro femminile in scena si abbandona a immagini (della morte e dell’inferno) che fanno davvero tremare.
Qui per leggere alcune scene (con riferimenti proprio alla liturgia antica) e vedere un breve video.
Ogni tanto buttate un occhio anche sulla vostra pagina facebook però. Sono già partiti commenti deliranti circa i prossimi funerali di Benedetto XVI. Tra dietrologi e complottisti, si sono aperte le cateratte.
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