Nella nostro intento di rispolverare vecchi "echi tridentini", oggi proponiamo una poesia in vista ed in onore della festa di S. Michele Arcangelo (29 settembre) che avevamo pubblicato nel lontano 2009.
La “bella preghiera latina” che Elena Bono ricorda fra le dolci abitudini dell’infanzia è una delle cosiddette “preci leonine”, che per iniziativa di un "papa sapiente" (Leone XIII nato a Carpineto, nel “Lazio vetusto”) si cominciarono a recitare, al termine delle messe “private” o delle Messe "lette" feriali, a partire da fine Ottocento.
Se ne ricorda una diffusione molto ampia e popolare: erano presenti, con tanto di dotazione d’indulgenze, in tutti i libri di devozione, tipo “Massime eterne” e simili.
Furono cancellate dalla sciagurata riforma bugniniana: il clima di sconsiderato “ottimismo” di quell’epoca mal si conciliava, evidentemente, con la consapevolezza della malvagità e delle insidie del Demonio.
"A San Michele Arcangelo" (di Elena Bono, 2007)
« Signor San Michele,
gran capitano delle milizie celesti
rimaste fedeli, che, al terribile grido
di “Chi come Dio?”,
guidasti a battaglia e a vittoria
contro le schiere ribelli ed il re tenebroso,
Tu tutto luce, non mi guardare
con occhio severo all’ombra dell’elmo
ma con pietà e con amore.
gran capitano delle milizie celesti
rimaste fedeli, che, al terribile grido
di “Chi come Dio?”,
guidasti a battaglia e a vittoria
contro le schiere ribelli ed il re tenebroso,
Tu tutto luce, non mi guardare
con occhio severo all’ombra dell’elmo
ma con pietà e con amore.
Ricorda che ancora bambina
farfugliavo alla meglio la bella preghiera latina
composta in Tuo onore da un papa sapiente
...
(continua qui)
le preci leonine erano molto fuori posto in quanto aggiunta devozionale alla fine della Messa, ma obbligatoria
RispondiEliminaper contro si è perso molto con il fatto che molti prefazi moderni non menzionano le gerarchie angeliche, limitandosi a un infimo 'gli angeli e i santi'