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mercoledì 28 settembre 2022

Card. Eijk: benedizione coppie gay, i vescovi belgi vanno fermati

Finalmente qualche cardinale si muove.
Aspettiamo ancora S. Marta...
Luigi


La dichiarazione dei vescovi belgi fiamminghi con annessa liturgia per le coppie gay contraddice l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e le recenti indicazioni vaticane. Per questo le autorità competenti devono intervenire per far ritirare il documento e i vescovi belgi si devono adeguare. Parla il cardinale arcivescovo di Utrecht.

I vescovi belgi fiamminghi hanno sorpreso molti all’interno e all’esterno della Chiesa con la dichiarazione pubblicata il 20 settembre 2022 dal titolo: Essere pastoralmente vicini alle persone omosessuali: Per una Chiesa accogliente che non escluda nessuno. Per i cattolici che accettano l’insegnamento della Chiesa, questa non è stata affatto una piacevole sorpresa. Nella suddetta dichiarazione, infatti, i vescovi fiamminghi offrono la possibilità di benedire le coppie omosessuali con una relazione duratura e monogama.
In una dichiarazione, essi forniscono anche un modello per una celebrazione della Parola e della preghiera in cui la benedizione delle coppie omosessuali può prendere forma. Il suo schema è il seguente:

- Parola di apertura;
- Preghiera di apertura;
- Lettura delle Scritture;
- Esprimendo l’impegno di entrambi gli interessati l’uno verso l’altro, manifestando davanti a Dio il loro legame reciproco; questo può essere fatto, ad esempio, nei seguenti termini:

Dio dell’amore e della fedeltà, oggi siamo davanti a Te circondati dalla famiglia e dagli amici. Ti ringraziamo perché siamo riusciti a trovarci. Vogliamo essere presenti l’uno per l’altro in tutte le circostanze della vita. Esprimiamo con fiducia che vogliamo lavorare per la felicità dell’altro, giorno dopo giorno. Preghiamo: concedici la forza di rimanere fedeli l’uno all’altro e di approfondire il nostro impegno. Nella tua vicinanza confidiamo, dalla tua Parola vogliamo vivere, donati l’un l’altro per il bene.

- Segue poi la preghiera della comunità in cui si prega, dicono i vescovi fiamminghi, affinché la grazia di Dio operi nella coppia; si tratta della grazia che permette loro di prendersi cura l’uno dell’altro e della comunità in generale; viene anche dato un esempio di questa preghiera:

Dio e Padre, oggi circondiamo N. e N. con la nostra preghiera. Voi conoscete i loro cuori e la strada che percorreranno insieme d’ora in poi. Rendere forte e fedele il loro impegno reciproco. Che la loro casa sia piena di comprensione, tolleranza e cura. Che ci sia spazio per la riconciliazione e la pace. Che l’amore che condividono sia per loro gioia e servizio alla nostra comunità. Dacci la forza di camminare con loro, insieme sulle orme del tuo Figlio e rafforzati dallo Spirito.

- Intercessioni;
- Padre nostro;
- Preghiera finale;
- Benedizione.

È la prima volta che una conferenza episcopale (o parte di essa) rilascia una dichiarazione che dà l’esempio di una celebrazione della Parola e della preghiera per pronunciare una benedizione su una coppia dello stesso sesso. I vescovi fiamminghi sono giunti al notevole passo di consentire la benedizione delle coppie omosessuali sulla base della loro interpretazione di alcuni passaggi di Amoris Laetitia (AL), l’esortazione postsinodale emanata da Papa Francesco dopo entrambi i sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015 rispettivamente. In essa, Papa Francesco afferma, tra l’altro, “che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto” (AL 250).

Distinguere, accompagnare e integrare rimangono le parole chiave principali di Amoris laetitia (capitolo VIII), secondo i vescovi fiamminghi. Va da sé che anche le persone di orientamento omosessuale devono essere trattate con rispetto e hanno diritto alla cura e alla guida pastorale (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2358-2359). Per discernimento, tuttavia, in Amoris laetitia si intende che le persone che vivono in una relazione irregolare sono portate a comprendere quale sia la verità riguardo alla loro relazione (AL 300). In breve, che arrivino a capire che la loro relazione va contro l’ordine di creazione di Dio ed è quindi moralmente inaccettabile. Integrare significa dare alle persone che vivono in una relazione irregolare - per quanto possibile - un posto nella vita della chiesa. Naturalmente, le persone che hanno una relazione sessuale con una persona dello stesso sesso sono benvenute nelle celebrazioni in chiesa, anche se non possono ricevere la comunione né partecipare attivamente alla celebrazione.

La dichiarazione dei vescovi fiamminghi sulla benedizione delle coppie omosessuali incontra diverse obiezioni intrinseche:

1. Le benedizioni sono sacramentalia, non sacramenti. I vescovi fiamminghi affermano inoltre esplicitamente che la benedizione di coppie dello stesso sesso non è un matrimonio. I sacramentalia, invece, sono segni sacri che assomigliano in un certo senso ai sacramenti e che operano frutti particolarmente spirituali per le persone che ricevono la benedizione, preparandole a ricevere l’effetto principale dei sacramenti. I sacramentali santificano anche situazioni particolari della vita (cfr. Congregazione per la dottrina della fede, Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, 22 febbraio 2021). I sacramentalia sono in qualche misura analoghi ai sacramenti. La preghiera esemplificativa della dichiarazione in cui le coppie omosessuali si impegnano reciprocamente mostra un’inequivocabile analogia con il sì che l’uomo e la donna si pronunciano durante la cerimonia di matrimonio. In essa, infatti, la coppia omosessuale prega: “Vogliamo essere presenti l’uno per l’altro in tutte le circostanze della vita ... concedici la forza di rimanere fedeli l’uno all’altro e di approfondire il nostro impegno.” Troviamo anche questa analogia con il sì di marito e moglie alla cerimonia di matrimonio nella preghiera comunitaria: “Rendere forte e fedele il loro impegno reciproco.” Il timore, quindi, non è infondato: il passaggio da questa benedizione al matrimonio di coppie dello stesso sesso non è un grande passo e sarà possibile nel prossimo futuro.

2. La benedizione non presuppone solo una buona intenzione da parte di chi la riceve. Ciò che è benedetto deve anche corrispondere all’ordine di creazione di Dio. Dio ha creato il matrimonio come dono totale e reciproco dell’uomo e della donna l’uno all’altra, che trova il suo culmine nella procreazione (Gaudium et spes, n. 48; cfr. n. 50). I rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso non possono di per sé portare alla procreazione. Non possono quindi essere un’autentica espressione a livello corporeo della totale donazione reciproca dell’uomo e della donna, che il matrimonio è essenzialmente. Non si possono benedire situazioni oggettivamente sbagliate dal punto di vista morale. La grazia di Dio non risplende sulla strada del peccato. Non si può coltivare il frutto spirituale attraverso la benedizione di relazioni che vanno contro l’ordine della creazione di Dio (Ibid.). Questo, ovviamente, non impedisce ai singoli omosessuali di ricevere una benedizione. Tuttavia, non è moralmente lecito benedire la relazione omosessuale in quanto tale.

3. Gli argomenti di cui ai punti 1 e 2 sono citati nella risposta data dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 22 febbraio 2021 a una domanda sulla benedizione delle relazioni omosessuali. Tuttavia, con la loro dichiarazione che consente la benedizione delle coppie omosessuali, i vescovi fiamminghi vanno contro la suddetta dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Anche i vescovi fiamminghi ne sono vincolati.

4. Nella preghiera della comunità in occasione della benedizione delle coppie gay, hanno detto i vescovi fiamminghi, la comunità prega “affinché la grazia di Dio operi” nella coppia gay per permettere loro di prendersi cura l’uno dell’altro e della comunità in generale. Tuttavia, non possiamo pregare affinché la grazia di Dio possa operare in una relazione che non è conforme al suo ordine di creazione. I vescovi fiamminghi non dicono esplicitamente che le relazioni omosessuali sono giustificabili. Tuttavia, anche la formulazione della preghiera comunitaria nel loro modello liturgico per la benedizione delle coppie gay suggerisce che le relazioni omosessuali possono essere moralmente giustificate. Infatti, alla fine, prega: “Dacci la forza di camminare con loro, insieme sulle orme del tuo Figlio e rafforzati dallo Spirito.” Le persone dello stesso sesso nella loro relazione omosessuale seguono le orme di Cristo? Quindi i vescovi fiamminghi credono davvero che le coppie omosessuali nella loro relazione omosessuale seguano le orme di Cristo? Nella preghiera esemplificativa, la coppia gay dice: “Dalla tua Parola vogliamo vivere.” Ma la Parola di Dio contenuta nelle Scritture qualifica in modo inequivocabile e innegabile le relazioni omosessuali come un peccato. Come minimo, nella formulazione delle preghiere modello per la coppia gay e per la comunità, c’è il rischio che il cattolico medio, che in genere oggi conosce molto poco la propria fede, venga sviato e inizi a pensare che le relazioni sessuali durature e monogame tra persone dello stesso sesso siano moralmente accettabili.

5. Se le coppie gay in relazioni sessuali durature e monogame possono ricevere una benedizione, non dovrebbe essere possibile lo stesso nelle relazioni sessuali monogame e durature di un uomo e una donna, che vivono insieme senza essere sposati? Permettere la benedizione di coppie gay comporta il grande rischio di sgonfiare le benedizioni e di minare l’insegnamento della Chiesa sulla moralità del matrimonio e sull’etica sessuale.

La dichiarazione dei vescovi fiamminghi, con la quale consentono la benedizione delle coppie omosessuali e forniscono anche un modello liturgico per essa, incontra obiezioni etiche intrinseche, contraddice radicalmente una recente sentenza della Congregazione per la Dottrina della Fede e implica il rischio che possa condurre i cattolici a opinioni sulla moralità delle relazioni omosessuali che sono contrarie all’insegnamento della Chiesa. I cattolici che accettano l’insegnamento della Chiesa, anche in materia di morale sessuale, sperano quindi ardentemente che venga presto richiesto ai vescovi fiamminghi, da ambienti ecclesiasticamente competenti, di ritirare la loro dichiarazione e che questi ultimi si adeguino.

* Cardinale, arcivescovo di Utrecht