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lunedì 11 luglio 2022

Le suoredi madre Teresa di Calcutta cacciate dal Nicaragua. Perché la Chiesa locale e il Vaticano tacciono?

Dobbiamo essere così maliziosi da pensare che il perchè è che il presidente del Nicaragua Ortega è amico di Francesco?
Luigi

(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Sono passati diversi giorni da quando prima il governo di Daniel Ortega e poi il Parlamento unicamerale hanno deciso e ufficializzato l'espulsione dal Nicaragua delle Missionarie della Carità di madre s. Teresa di Calcutta. La Santa Sede ancora non ha detto nulla e al tempo stesso sembrerebbe che la vicenda non sia interessante per buona parte della stampa. Il Vaticano non conferma. Non smentisce. Non protesta. Non denuncia. Eppure la chiesa cattolica in Nicaragua, definita e considerata dal potere "fascista, golpista, filo-americana", è perseguitata con ferocia da qualche anno e alcuni suoi vescovi sono stati minacciati, intimoriti e in un caso si è provato a uccidere con un finto incidente stradale un vescovo emerito; tecnica che in America Latina viene sempre usata dalle dittature.
Si è detto che mons. Sergio Báez, oggi in esilio a Miami, fu espatriato dal Papa (aprile 2010) per farlo lavorare in Vaticano e sottrarlo a gravi rappresaglie dei paramilitari sandinisti.
Tutti coloro che potrebbero dire qualcosa per fermare questa deriva di Ortega tacciono e non si capisce il perché. Alcuni dicono che è la "diplomazia", la cosiddetta “Ragion di Stato", ma il problema è che nel frattempo - come diceva un ex arcivescovo di San Salvador, mons. Arturo Rivera y Damas - "i popoli devono mettere a disposizioni i morti".
Il silenzio dei vescovi nicaraguensi – uomini coraggiosi e impegnati– evidenzia che la situazione è molto grave e pericolosa e dunque sarebbe il caso di parlare tempestivamente, in particolare chi ha autorità e autorevolezza e quindi è una voce ascoltata. E per di più se fuori dal Nicaragua non è a rischio.
Sulla stampa vaticana quando si parla del Nicaragua si usano i toni soft della cronaca distaccata. [1] La Segreteria di stato e il Santo Padre stesso non hanno detto nulla. La Sala stampa vaticana nemmeno.
Eppure quanto è accaduto a queste religiose e al loro Istituto è gravissimo non solo per la natura risentita e gratuita del provvedimento ma anche per i suoi tempi e modalità. Le religiose, come centinaia di altre organizzazioni, avevano una personalità giuridica di ONG possibile da cancellare in un minuto con un provvedimento del Ministero degli Interni. E' accaduto anche con oltre 700 ONG: tutte chiuse. Con ogni probabilità accadrà anche ad altre e forse raggiungeremo presto il migliaio.
Ortega ha incarcerato per tempi brevi ma anche lunghi, con condanne artificiose e processi farsa, diversi sacerdoti e laici cattolici impegnati nel sociale e anche giornalisti. Tempo fa cacciò dal Paese, i primi del mese di marzo scorso, in poche ore, il Nunzio apostolico di Papa Francesco, mons. Waldemar Stanislaw Sommertag e di ciò prese nota pubblicamente la Santa Sede con un comunicato pubblicato il 12 marzo. Inoltre, in questi mesi, il regime ha chiuso due canali tv della chiesa incluso quello nazionale dell'Episcopato.
Le missionarie hanno aspettato fino all'ultimo, ma mercoledì 6 luglio scorso, le prime 15 suore hanno attraversato il confine e si sono sistemate in Costa Rica nella diocesi di Tilarán-Libéria, ospite del vescovo mons. Manuel Eugenio Salazar.
E proprio in Costa Rica si trovava mons. Paul Richard Gallagher quando una parte delicata di questa vicenda si stava svolgendo fra incredulità e indignazione. Erano gli ultimi giorni di giugno.
Il Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali ha visitato il Costa Rica (23 - 24 giugno) e poi l'Honduras (25 - 28 giugno), il primo confinante con il Nicaragua a sud e il secondo confinante a nord.
La nota vaticana pubblicata sull'Osservatore Romano del 6 luglio in cui si fa un resoconto ufficiale di questo viaggio di mons. Gallagher in America Centrale, non fa nessun riferimento alla crisi nicaraguense e alla situazione della Chiesa.
Tutto tace. Ancora silenzio. Qualcuno dirà che si sta negoziando uno sbocco alla crisi.
Può darsi ma come al solito –e la storia recente lo conferma– c'è poco da fidarsi di interlocutori come la coppia presidenziale Daniel Ortega e Rosario Murillo. L'ex Nunzio espulso conosce molto bene quest'esperienza.
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