Dell'amico Roberto Marchesini, un romanzo da leggere.
Luigi
09-05-2022, La Nuova Bussola Quotidiana, Roberto Marchesini
La contessa di ferro, romanzo del piacentino Fabio Franceschetti, è un vero e proprio romanzo cavalleresco, appassionante e pieno di bellezza. Uno squarcio di luce nel triste panorama della letteratura cristiana, troppo all'inseguimento del mondo.
La nostra civiltà è stata fondata sul racconto. Basti pensare all’importanza che i poemi omerici, le storie della Bibbia, i grandi cicli cavallereschi hanno avuto nella formazione della cultura europea. Gli avversari, di questa cultura, lo sanno benissimo. Infatti, oltre a infiltrare le istituzioni e ad occupare i media, producono racconti per giovani e bambini. Accattivanti, illustrati, pieni di buoni sentimenti, questi libri contribuiscono a costruire una società alternativa a quella tradizionale, ormai minoritaria.
Sembra, invece, che i cattolici e tutti coloro che si rifanno alla cultura e alla morale tradizionale abbiano abbandonato la letteratura. Invece di produrre storie per bambini, racconti per ragazzi e romanzi per adulti, inseguono il dibattito dove lo accendono gli avversari, cioè sempre un passo più in là. Quando mi chiedono delle buone opere letterarie (non tutti leggono saggi), i titoli sono pochi e sempre quelli, spesso datati.
Ci sono però anche buone notizie.
Ad esempio, la pubblicazione de La contessa di ferro, il primo romanzo del piacentino Fabio Franceschetti. Si tratta di un vero e proprio romanzo cavalleresco, appassionante e di facile lettura. Siamo in Italia, nel IX secolo: cinque uomini dal passato controverso sono ordinati cavalieri. Non hanno particolari qualità, anzi: la vita di ognuno è macchiata da peccati, viltà, menomazioni. C’è Jerome, che in passato ha tradito il suo signore; c’è il «cavaliere orbo» perché senza un occhio; c’è l’ebreo convertito, l’ex vagabondo ed ex brigante, il gigante normanno.
Si pongono al servizio di padre Giovanni, un religioso che ha ricevuto il compito di creare una cavalleria cristiana, i «paladini di Dio». Ricevono un incarico dal papa, Giovanni VIII e quindi partono «in missione per conto di Dio»; tuttavia, nel loro cammino, si imbattono in una situazione apparentemente disperata: una vedova e un orfano chiedono giustizia. I cavalieri accettano questo nuovo provvidenziale incarico che vedrà soccombere, seppure vittoriosi, una metà di loro. Nell’epica cristiana gli eroi si sacrificano sempre; perché il loro modello è Cristo, che ha sacrificato la Sua vita per amore.
Il romanzo è zeppo di topoi assolutamente appassionanti: ci sono pirati, inseguimenti, tradimenti e congiure; c’è la magia pagana, ci sono sacrifici umani; e c’è l’amicizia, la fedeltà familiare, la cavalleria. Un tuffo realistico e coinvolgente nei secoli in cui nacque la cavalleria, che ancora adesso influenza (grazie a Dio) la nostra vita.
E poi lo sfondo, reale eppure non materiale, sul quale si staglia questa vicenda: la bellezza, nel suo significato più profondo. Insomma: c’è tutto quel che serve per una buona lettura divertente ed edificante; magari un libro da acquistare in vista delle prossime vacanze. Non è un libro per bambini, a causa di alcuni passaggi un pochino crudi; per ragazzi, invece, si.
Fabio Franceschetti, La contessa di ferro. Un’avvincente sfida fra guerrieri normanni e cavalieri cristiani, Mimep-Docete, Pessano con Bornago (MI) 2017.