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lunedì 27 giugno 2022

Le Figaro: i vescovi francesi – «pronti ad un big bang della Chiesa» – inviano il «testo esplosivo» del Sinodo francese alla Santa Sede. La confusione regna sovrana

Qualche bella notizia mai?
Luigi

19 Giugno 2022 Korazym.org

di Vik van Brantegem

Dopo lo sciagurato “Cammino sinodale” (Der Synodale Weg) della Chiesa Cattolica Romana in Germania, semplicemente eretico e in discesa libera verso lo scisma (con “il nuovo Marx che vuole rivoluzionare la chiesa cattolica”, come titola Giuliano Ferrara sul Foglio di oggi), si è messo in cammino nella stessa direzione il Sinodo francese. Scrive Ferrara: «Nella confusione gesuitica di questo papato sembra nato un asse franco-tedesco: il sinodo francese vuole i preti sposati, e l’arcivescovo di Monaco e Frisinga (messe Lgbtq, donne alla predica) si muove sulla stessa scia» [QUI].
Sulla “tempesta nella Chiesa in Francia” ha informato il 17 giugno 2022 su Le Figaro, il vaticanista Jean-Marie Guénois, con un articolo Al centro dell’imbroglio della riforma proposta dai vescovi di Francia [QUI], che riportiamo di seguito nella nostra traduzione italiana dal francese. Nell’ambito del “Sinodo sulla sinodalità” a livello mondiale, i presuli francesi hanno inviato “richieste di riforme rivoluzionarie”, scrive Guénois.

Due giorni prima, il 15 giugno 2022, Guénois aveva riferito che i vescovi di Francia sono «pronti ad un big bang della Chiesa» [QUI]: «Matrimonio di preti, donne diaconi o preti, trasparenza nelle decisioni parrocchiali, revisione della liturgia… Le proposte uscite dalle diocesi di Francia per “il Sinodo sulla sinodalità”, voluto dal Papa, potrebbe sconvolgere l’ordine stabilito nel sacerdozio dei preti. Viene comunque sottolineato “un vero riconoscimento” nei loro confronti. Sono stati studiati, mercoledì scorso 15 giugno a Lione, dai vescovi, poi trasmessi a Roma, a seguito di una votazione sul principio di comunicarli “così come sono” al Vaticano e “senza modifiche”, accompagnati da una lettera, votata anche dai vescovi, che li mette in prospettiva mettendo in evidenza alcune “aspirazioni” e alcune “mancanze”. Mai la Chiesa di Francia aveva adottato un testo così radicalmente riformatore. Date le reazioni e la possibile ambiguità di questo approccio, l’episcopato ha chiarito il 16 giugno a Le Figaro che questo invio ufficiale e pubblicizzato in Vaticano del documento sinodale francese [QUI] non significava che i vescovi aderissero a ogni punto» 
(Nostra traduzione italiana dal francese).I vescovi francesi concelebrano nella basilica di Fourvière, a Lione, il 14 giugno 2022 (Foto di Jeff Pachoud/AFP).

Le Figaro, 17 giugno 2022 (Nostra traduzione italiana dal francese) – Tempesta nella Chiesa di Francia. La pubblicazione, il 15 giugno a Lione da parte della Conferenza Episcopale Francese, dei risultati delle tavole rotonde organizzate in tutte le parrocchie della Francia in vista del “Sinodo sulla sinodalità” ha acceso un vivace dibattito.

Se alcuni hanno accolto con favore le richieste di riforma del Cattolicesimo espresse in questo documento, intitolato “raccolta di sintesi sinodali”, molti le hanno criticate. Tra le richieste più spettacolari: il matrimonio dei preti, la possibilità data alle donne di predicare a Messa ma anche di essere ordinate diaconi e preti, la messa in discussione, nel governo della Chiesa, della decisione finale lasciata all’unico vescovo o prete. Infine, il documento insiste sull’importanza della meditazione della Bibbia durante le Messe, minimizzando così l’Eucaristia che sarebbe troppo escludendo per i divorziati risposati o le persone omosessuali.

Ogni Chiesa Cattolica nel mondo si è impegnata nello stesso esercizio di lamentele. Documenti simili – anche se i contenuti saranno diversi a seconda dei continenti – giungono a Roma in questo modo. La Santa Sede li sintetizzerà entro la fine del 2022 in un unico documento. Servirà come base per i lavori del “Sinodo sulla sinodalità”, che Papa Francesco ha convocato a Roma nell’ottobre 2023. Intende rivedere il governo della Chiesa contro il clericalismo e per una maggiore democrazia e decentramento.

I vescovi di Francia avevano programmato un’Assemblea nazionale straordinaria a Lione, il 14 e 15 giugno, per finalizzare questo contributo sinodale francese. Volevano anche annunciare sui media la trasmissione a Roma di questo documento (Le Figaro Flash, 15 giugno 2020: Futuro della Chiesa: i vescovi adottano un testo, inviato quest’estate in Vaticano [QUI]). Ma non si aspettavano di provocare tali reazioni. Cosa è successo?

La Conferenza Episcopale non funziona come un’impresa, dove il centinaio di vescovi che la compongono obbedirebbero al loro presidente eletto, in questo caso l’Arcivescovo di Reims, Mons. Éric de Moulins-Beaufort. L’assemblea dei vescovi è più simile a una federazione di capi relativamente autonomi. Non c’è alcun legame gerarchico tra di loro. L’unico n+1 di un vescovo è il papa stesso.

Inoltre, l’Assemblea dei vescovi si riunisce nella suo plenum solo due volte l’anno a Lourdes. E, eccezionalmente, come ha appena fatto a Lione. Da qui l’importanza della direzione della Conferenza Episcopale, chiamata “Consiglio permanente”, che è composta da dieci vescovi eletti dai loro pari e permette di mantenere un legame tra tutti. Da qui l’importanza anche dei tanti servizi e commissioni nazionali che lavorano sui fascicoli.

Così è stato per la Commissione sul Sinodo, che ha preparato i documenti presentati ai vescovi a Lione. È composto da una decina di persone, in maggioranza laici, scelte da un unico vescovo, Mons. Alexandre Joly, 50 anni, Vescovo di Troyes, incaricato del dossier sinodale.

Un testo esplosivo

In altre parole, i due documenti sul Sinodo su cui i vescovi sono stati chiamati ad esprimersi a Lione, dopo una Messa nella basilica di Fourvière la mattina del 14 giugno, non provengono dalla loro Assemblea ma dal lavoro di una Commissione.

Il primo testo è intitolato Chiamate missionarie, discernimento sinodale della Conferenza Episcopale di Francia. È stato redatto con l’aiuto di due teologi del Centre Sèvres di Parigi, la Facoltà dei Gesuiti: Padre François Odinet, che si è occupato in particolare della questione dei “poveri” e Isabelle Morel, dell’Istituto Cattolico di Parigi, autrice di un libro di referenza sul Catechismo, Pierre Vivante (Pietra Vivente). Ma, primo intoppo, questa “chiamata missionaria” è stata massicciamente respinta dai vescovi. Si sono rifiutati di votarlo. “Non si parla nemmeno di Cristo”, ha riferito un prelato.

È stato necessario di riscrivere un’altra versione, a tarda notte dal martedì al mercoledì. Questa volta i vescovi hanno partecipato direttamente, in piccoli gruppi mescolando dei laici sotto la guida di una società di consulenza privata esterna, la Nexus. Di conseguenza, mercoledì mattina è stata votata senza difficoltà la nuova versione intitolata Documento di accompagnamento per la raccolta delle sintesi sinodali. I vescovi, tuttavia, hanno insistito affinché questo contributo fosse abbinato alla “raccolta di sintesi sinodali” che è controversa, un testo di cui hanno sottolineato le “prospettive” e le “mancanze”.

Questo spiega una seconda battuta d’arresto. L’organizzazione aveva previsto di sottoporre al voto episcopale il testo esplosivo della “raccolta”. Se tutti i vescovi hanno riconosciuto che queste proposte sinodali delle parrocchie erano un “buon ritratto del pensiero dominante di una generazione più anziana di cattolici”, alcuni hanno fatto notare che il voto equivarrebbe ad approvarlo. Cosa impossibile, per alcuni vescovi, per la natura delle proposte. È stato subito trovato un compromesso. Sono stati chiesti di votare semplicemente “sul fatto di trasmettere questo testo al Vaticano” e non sul testo stesso. Votazione massiccia su… un’ovvietà, dal momento che l’Assemblea si era riunita per questo scopo.

Si verificò una terza battuta d’arresto che coinvolse Le Figaro. Incuriosito dal fatto che la conferenza stampa pubblica del 15 giugno sia stata troppo discreta sulla pur centrale questione del voto o meno dei vescovi sul testo della “raccolta”, Le Figaro ha interrogato, dopo questa conferenza stampa, per tre volte. tra cui uno scritto, la direzione dell’episcopato che gli confermava ogni volta che «il testo della raccolta era stato votato» dai vescovi. È sulla base di queste dichiarazioni di fonti ufficiali che Le Figaro ha scritto, nell’edizione cartacea del 16 giugno, che i vescovi “avevano votato su queste proposte”. Ciò si è rivelato errato, ma che è stato il risultato di una certa “confusione” sullo stato degli atti sinodali di questa assemblea, nota una fonte vicina a questo dossier.

I vescovi di Francia, senza avallare il testo rivoluzionario della “raccolta delle sintesi sinodali”, lo rispettarono come tale, trasmettendolo a Roma, ma non vollero spingersi fino ad avallarlo, come lo suggerisce il “documento di accompagnamento”, che loro stessi hanno controllato.

Votato o meno, il contributo sinodale francese, trasmesso ufficialmente dall’episcopato francese alla Santa Sede, sarà senza dubbio, con quello della Germania, uno dei più rivoluzionari prima del Sinodo mondiale di ottobre 2023, che già promette.

Jean-Marie Guénois

Pro memoria:

Foto di copertina: i vescovi francesi concelebrano nella basilica di Fourvière, a Lione, il 14 giugno 2022 (Foto di Jeff Pachoud/AFP).