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mercoledì 15 giugno 2022

Enzo Bianchi elogia le comunità tradì #traditioniscustodes


Un articolo di Enzo Bianchi su La Repubblica (QUI) in cui difende le comunità tradì. 
Ne siamo veramente lieti anche se fino a poco tempo fa diceva esattamente il contrario: ho sentito personalmente un suo intervento alle Settimane Liturgiche CEI in cui il tono era molto preoccupato per la diffusione della Messa Tradizionale.
Ma meglio così, grazie! Anche se certe affermazioni nascono dopo aver assaggiato il bastone della misericordia di Francesco
Luigi

"[...] I tradizionalisti non  conoscono la sterilità di vocazioni  presbiterali e religiose che conosce  oggi la Chiesa: in Francia su una  media di poco più di 100 preti  ordinati all’anno la metà  provengono da movimenti e  comunità tradizionaliste. Anche i  monasteri tradizionalisti sono  fiorenti, con una vita rigorosa e  seria. Li conosco personalmente,  sono andato e ho mandato alcuni  miei fratelli a sostare presso il  monastero di Barroux, dove io  stesso sono rimasto edificato dalla  qualità evangelica della vita che vi si  conduce. Ora, come non riconoscere  un posto anche per loro nella chiesa,  con un atteggiamento inclusivo e  non esclusivo, con una volontà di  vivere una comunione plurale? La  sfida è grande, ma l’attuale  reciproca contestazione sfibra la  Chiesa e la stanca, in un’ora segnata  dalla scristianizzazione della nostra  società, nella quale risuona la  domanda: siamo gli ultimi cristiani? Occorrono un discernimento e  l’accettazione della tradizione  cattolica, e dunque anche del  concilio Vaticano II, ma si deve fare  spazio a una comunione plurale,  non monolitica, nella quale i  cristiani possono vantarsi di avere in  dono l’unità della fede vissuta nella  libertà dei figli di Dio. In una chiesa  percorsa da diffidenze, censure e  divisioni non si vive bene e non si  può annunciare con autorevolezza e  credibilità il Vangelo."