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lunedì 4 aprile 2022

Orrori architettonici… e dove trovarli #82 a Bologna (BO)

La nuova chiesa del penitenziario della Dozza dell’arch. Aldo Barbieri (anno 2008).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «1 - Premessa
La direzione del Penitenziario di Bologna in accordo con il Ministero di Grazia e Giustizia e con l’Arcidiocesi di Bologna si è proposta di realizzare all’interno del carcere una nuova chiesa; alla decisione si è giunti in seguito al riscontro della positiva presenza dei cappellani all’interno del penitenziario e del costante appello a loro rivolto.
Il carcere di Bologna era privo, infatti, di un luogo consono al ritrovo dei detenuti per la celebrazione comunitaria della Santa Messa e per la preghiera: le piccole stanze presenti ai singoli piani in cui potevano riunirsi al massimo 10-15 persone risultavano del tutto insufficienti a fronte di una popolazione interna di circa 900 detenuti a cui aggiungere le guardie e il personale civile.
L’esigenza era dunque quella di realizzare una chiesa moderna, funzionale e capace di soddisfare le esigenze della comunità, senza però limitare quel senso del sacro che è forza ispiratrice e meta del cammino religioso.
L’intervento qui descritto è uno dei segni permanenti conseguenti al Congresso Eucaristico del 1987.

2 - L’ambiente costruito
II carcere di Bologna, situato nella periferia della città, è una costruzione caratterizzata dall’aria grave e austera che emana in forza delle sue forme rigide e schematiche, nonché per i materiali impiegati. Realizzato interamente in calcestruzzo armato, mantiene quale unico colore il grigio, sia per le pareti esterne sia per le parti comuni interne. Le coperture sono piane.
La costruzione è costituita da blocchi di edifici a 3-4 piani in cui si trovano le celle; il collegamento tra i differenti blocchi avviene mediante lunghi corridoi rettilinei (più di 100 m) di altezza di 2,50 metri; le aree funzionali di servizio, come quella pedagogica e l’infermeria, sono collegate da analoghi corridoi.
Visitando il carcere si ha subito la consapevolezza che l’elemento dominante ed ordinatore è il corridoio. La sua conformazione rettilinea crea un’unica scenografia: la prospettiva centrale di un tunnel all’interno del quale si sviluppa tutta la vita.

3 - L’area di intervento
Una veduta planimetrica dall’alto dell’intero carcere ha consentito di individuare uno spazio libero confinato a sud da uno dei bracci dove sono situate le celle e, ad est e a nord, da due corridoi.
Il corridoio a nord è una delle direttrici principali su cui si attesta la vita del carcere: qui affacciano l’infermeria, il teatro e l’area pedagogica con gli studi degli assistenti sociali e le aule per l’insegnamento.
All’edificio, situato in questo spazio libero, si accede direttamente dalla zona antistante l’area pedagogica, segnalandosi fin da subito quale prolungamento ideale di quel disegno formativo umano e personale alla base di ogni inserimento sociale.

4 - Principi guida - aree funzionali - consistenza
L’organismo edilizio è costituito da due aree funzionali, una per un uso quotidiano (Sagrato, Giardino, Cappella, Studi) ed una per un uso festivo, limitato all’utilizzo della sola aula principale.
Si è voluto segnalare l’edificio come elemento ben visibile dai corridoi di collegamento; l’intenzione era di non aggiungere al corridoio una semplice porta di accesso all’ennesimo locale chiuso di cui non si ha una precisa percezione e non si capisce la destinazione dalla corsia, ma la possibilità di riconoscere un ambiente a se stante, con una sua specifica dimensione e funzione.
All’ingresso dell’area destinata al culto vi è un ampio sagrato di forma circolare con la sua tradizionale funzione di luogo per la sosta e la conversazione. Ovviamente era impossibile realizzare un sagrato all’aperto ma non si è voluto rinunciare alle funzioni proprie dello stesso in quanto, come noto, dense di significato. Questo spazio di avvicinamento e preparazione all’attività liturgica permette di transitare gradualmente dall’ambiente detentivo al luogo sacro, come un percorso che decanta l’atmosfera severa cui il carcere assuefa. Interamente realizzato in vetro al fine di rendere l’uso dello spazio il più possibile permeabile e suscitare verso l’esterno l’interesse delle persone per i luoghi di ritrovo, il sagrato potrà essere utilizzato per incontri con gruppi organizzati di esterni o volontari.
Il progetto non prevede dei veri e propri locali di passaggio, ma si attraversano le diverse funzioni senza volerle separare o confinare. All’interno dell’area di uso quotidiano sono collocati i seguenti servizi:
- una Cappella feriale, luogo per la preghiera e il raccoglimento quotidiani;
- gli studi dei cappellani, uno dei quali con funzione di sagrestia;
- servizi igienici;
- disimpegno;
- sagrato;
- giardino all’aperto.
Per una corretta progettazione dell’aula per uso festivo ci si è attenuti alla direttiva CEI del gennaio 1993, che riporta indicazioni relative alla realizzazione delle nuove chiese. La sala, di 425 mq, offre 250 posti a sedere e ha un invaso leggermente in pendenza in modo da facilitare una buona visione dell’ambone e dell’altare da ogni punto dell’ambiente.
Si è realizzata una penitenzieria posta assieme al battistero in un luogo ben individuato fisicamente e in collegamento visivo con l’assemblea. Lo stesso vale per il coro che, insieme all’organo, è situato in posizione autonoma.
Grande rilievo è stato dato alla sistemazione dell’area esterna confinata tra la nuova costruzione e il corridoio esistente; questo piccolo spazio sistemato a verde offre l’opportunità ai sacerdoti di utilizzarlo per conversazioni all’aperto con i detenuti, in una posizione simbolicamente al confine tra gli ambienti detentivi e i locali adibiti a culto.

5 - Programma iconografico
In prossimità dell’ingresso, sulla parete di fondo e per tutta l’estensione dell’aula, sarà possibile collocare quale programma iconografico di catechesi la Via Crucis, allegoria del cammino del cristiano. Si vuole qui sottolineare il significato simbolico del lungo percorso che si deve attraversare entrando in chiesa dai corridoi per arrivare gradualmente alla visione centrale dell’altare, quale analogia con il cammino rappresentato nella Via Crucis.
Nel presbiterio, ai lati dell’altare, sono collocate due grandi icone di cui una raffigura la Crocifissione mentre l’altra, posta sopra la sede, rappresenta la Resurrezione. Le icone sono state realizzate da Don Luigi Busi, esperto in materia sia per gli aspetti storico/artistici sia realizzativi: le icone infatti fanno parte di un programma che ha coinvolto gli ospiti della casa circondariale con un laboratorio in cui hanno potuto imparare le tecniche pittoriche proprie dell’iconografia cristiana.
In prossimità dell’ambone è sistemata un’immagine di Giovanni Battista nell’atto di battezzare il Cristo. L’opera, dello scultore Filip Moroder Doss, sarà realizzata in bronzo, e per il momento è stato realizzato dallo scultore un bozzetto in legno.
Prendendo spunto dalla particolarità del luogo in cui è realizzata la chiesa (all’interno di un penitenziario) e del colloquio con l’allora direttore del carcere e con alcuni rappresentanti dell’allora Commissione d’arte sacra, si volle dare particolare importanza allo spazio del battistero fino a portarlo in prossimità del presbiterio, sfuggendo in parte anche a qualche dettame delle norme CEI. L’intento è di porre in evidenza come la Conversione sia la chiave essenziale per la vita di ogni cristiano ed in particolare quando si incorre in errore: in continuità visiva con il battistero troviamo la penitenzieria, il luogo della Confessione e, simbolicamente, della Conversione e del dialogo.

6 - Conformazione volumetrica e materiali
La nuova costruzione si propone di dialogare con il contesto secondo un linguaggio di antitesi, generato dal contrasto tra le linee nette degli edifici esistenti e le superfici curve del fabbricato oggetto dell’intervento; anche i nuovi materiali, caldi e cromaticamente espressivi, risaltano con vigore rispetto alle superfici esistenti. Per gli esterni è stato fatto largo utilizzo del mattone faccia a vista, mentre all’interno dell’aula si è preferito un intonaco grezzo bianco atto a rendere l’ambiente luminoso e morbido al tempo stesso; la copertura è in legno lamellare.
La chiesa è collocata in una posizione centrale rispetto alle costruzioni adiacenti; dall’analisi delle geometrie dei volumi circostanti è scaturita la necessità di una conformazione del tetto che non limitasse l’apporto d’aria e luce alle celle, suggerendo una costruzione ad un piano con tetto inclinato.

7 - Sicurezza
La sala principale potrà essere utilizzata solo con l’impiego di personale di custodia in forze proporzionate al numero dei detenuti presenti negli ambienti da sorvegliare.
L’area di uso quotidiano, grazie alle superfici vetrate, è sotto controllo visivo diretto dai corridoi e pertanto costituisce di per sé una zona controllata. A maggior garanzia e secondo le indicazioni del direttore, potrà essere prevista la presenza di personale di custodia nello spazio tra il sagrato e la biblioteca in modo da poter intervenire all’occorrenza.» (trad. it.)

Foto esterni:






Foto interni:






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