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mercoledì 6 aprile 2022

Curia di Milano. Le nuove norme anti-contagio decise dal virologo Delpini (che si crede arcivescovo) - Medice, cura te ipsum!

Dopo aver vietato la celebrazione del Triduo Sacro in rito antico nella più grande diocesi del mondo, con decreto del Vicario Generale del 29 marzo 2022, n. 819 Prot. Gen., mons. Mario Enrico Delpini, Arcivescovo di Milano, ha emanato il «Protocollo per le celebrazioni» e la «Nota circa le celebrazioni della Settimana Autentica» a seguito del «rallentamento dell’epidemia» (così nel documento, che riportiamo in calce).
Sin dall’inizio dell’epidemia il nostro sito non ha mai voluto prendere posizione o comunque trattare argomenti relativi alla campagna vaccinale, limitandoci a rinviare alle posizioni ufficiali della Santa Chiesa; ma come ha notato Aldo Maria Valli nel suo blog Duc in altum, «le direttive emanate dall’arcivescovo Delpini vanno nel dettaglio, fino a occuparsi perfino di filtri e riciclo dell’aria negli impianti di riscaldamento. Il documento, così circostanziato, fa capire due cose: da un lato che la vera vocazione di Delpini è quella del virologo, dall’altro che, evidentemente, nella Curia ambrosiana non si nutre grande fiducia nel buon senso di parroci e laici. Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere».
In accompagnamento alle disposizioni arcivescovili, riportiamo – sempre dal blog Duc in altum – il sarcastico commento di un anonimo fedele ambrosiano, che vuole suscitare una risata.

L.V.


Tra le più evidenti alterazioni della personalità causate dal salvifico siero, va senza dubbio segnalato all’Autorità di Vigilanza del Farmaco, come effetto avverso dalle imprevedibili conseguenze, il caso del dottor Mario Enrico Delpini, famoso virologo milanese. Sottoposto alle tre dosi dell’efficacissimo siero, il rinomato clinico ha manifestato un preoccupante disturbo bipolare della personalità. Dismessi i panni di medico per indossare le vesti di Arcivescovo, il dottor Delpini si è presentato al numero 2 di Piazza Fontana; agli imbarazzati uscieri dell’Arcivescovado il medico/prelato ha intimato di esser condotto immediatamente nel suo studio, dove ha ufficialmente preso possesso della Diocesi e ha iniziato a dare ordini ai monsignori e ai preti della Curia. Delpini ha chiamato un infermiere del Niguarda come proprio segretario particolare, costringendolo a vestirsi in clergyman. Sullo stemma che campeggia sul portale dell’Episcopio il presule ha fatto dipingere due enormi siringhe in decusse, e quattro palle rosse con peduncoli, simbolo del virus del Covid-19.

Come primo documento, l’Eccellentissimo autonominato Arcivescovo ha emanato un decreto che ha lasciato di stucco il Capitolo, i parroci e i fedeli ambrosiani. Questo documento dev’essere stato redatto in un momento in cui la personalità del paziente si divideva tra il ruolo di virologo e quello di ecclesiastico, in uno stravagante mix di precetti medici e disposizioni canoniche che lascia davvero sconcertati, per l’assurdità sia delle indicazioni epidemiologiche, sia di quelle liturgiche. L’uso di mascherine FFP2 o FFP3 violacee per le celebrazioni della Quaresima, rosse per le Palme e bianche per la Pasqua ha suscitato non poche perplessità nella comunità scientifica. Così come l’ordine di indossare paramenti usa e getta, in tessuto-non-tessuto, per evitare la propagazione dei contagi. La disinfestazione della Curia con soluzione idroalcolica aromatizzata all’incenso comporta molteplici difficoltà e l’adozione di respiratori per l’amministrazione dei Sacramenti ha suscitato non poche polemiche tra i parroci.

Ciò che ha però provocato una vibrata protesta del Clero ambrosiano è stata la nomina di alcuni eminenti virologi a membri del Capitolo cattedrale: sono i reverendissimi monsignori Matteo Bassetti, già prevosto a Genova, assieme a don Roberto Burioni, don Fabrizio Pregliasco e padre Pier Luigi Lopalco. La cerimonia di insediamento, che avrebbe dovuto tenersi sabato prossimo in Cattedrale con tutte le misure di distanziamento sociale e l’obbligo di doppia mascherina, è stata cancellata dall’intervento del personale del CPS di Milano, che ha disposto il TSO per il dottor Delpini e il suo ricovero coatto. Nel corso della conferenza stampa, il Primario del reparto psichiatrico milanese non ha sciolto la prognosi del paziente e ha annunciato la somministrazione di farmaci, secondo un protocollo sperimentale perfezionato per la cura dei disturbi bipolari della personalità. Il paziente continua ad alternare crisi di identità, pretendendo di indossare la camicia di forza paonazza, «come si addice a un Arcivescovo».







2 commenti:

  1. E pensare che dovrebbero essere i medici delle anime!! Inadeguati anche come medici del corpo

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  2. Certo che trovate da spettegolare su ogni cosa!
    Ma questi deliri li confessate poi? O vi mettete in ginocchio a mani giunte per prendere l’ostia con questa saccenza e spirito di giudizio nel cuore?

    Si vede che non capite cosa vuol dire accollarsi il peso di organizzare direttive di questo tipo che siano chiare e adatte ad una grande varietà di persone e contesti. Ma tanto a sparare nel mucchio e far cagnara non vi costa niente.
    Poi mi piacerebbe sapere cosa ci sia di ridicolo o blasfemo nel fatto che un vescovo si curi della qualità dell’aria che si respira nelle chiese.

    Proprio gusto per il chiacchiericcio e qualunquismo elevato al cubo. E pensate di rendere servizio alla Chiesa a questo modo?

    Personalmente, quelli come voi non li metterei neanche a sovrintendere alla lista della spesa.

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