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mercoledì 16 febbraio 2022

Il Santo del giorno in Plinio Corrêa de Oliveira #32 i Santi sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria (17 febbraio)

Continuiamo i commenti del Santo del giorno del prof. Plinio Corrêa de Oliveira (QUI): i Santi sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria (... - 1310).

12 febbraio. I sette santi Fondatori dell’Ordine dei Servi della beata Vergine María, Confessori, la cui deposizione si celebra nei rispettivi giorni. Essi, che in vita furono congiunti da uno stesso spirito di vera fraternità e dopo morte ebbero tutti uniti la venerazione del popolo, dal Papa Leóne decimoterzo furono anche insieme ascritti nel catalogo dei Santi. (Martirologio Romano ed. 1955)
17 febbraio. Santi sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria: Bonfilio, Bartolomeo, Giovanni, Benedetto, Gerardino, Ricovero e Alessio. Prima mercanti a Firenze, di comune accordo, sul monte Senario, si consegnarono nelle mani della beata Maria, istituendo l’Ordine sotto la regola di sant’Agostino. Vengono commemorati insieme nel giorno in cui si tramanda che Alessio, il più longevo, sia morto centenario. (Martirologio Romano ed. 2004)

L.V.

17 febbraio
Sette Santi Fondatori dei Serviti

Quello dei Servi di Maria è uno degli ordini religiosi più antichi fra quelli specificamente consacrati a diffondere la devozione la Nostra Signora. Il loro nome è molto bello: “Servi di Maria” – un nome ispirato dal miracolo di bambini che ancora non erano capaci di parlare e che cominciarono a gridare questo nome lodando i Sette Santi Fondatori che stavano tornando a Firenze.

Questo nome designa una devozione speciale alla Madonna che raggiungerà la sua forma compiuta solo secoli dopo con San Luigi Maria Grignion de Montfort e il suo «Trattato della vera devozione alla Santa Vergine».

San Luigi Maria parla di “schiavi” della Vergine e i Sette Santi Fondatori di “servi di Maria” ma essenzialmente è la stessa cosa. Il termine “servo” rappresenta la rinuncia ai propri beni e meriti presenti, passati e futuri, spirituali e materiali, che sono tutti affidati a Nostra Signora. L’espressione è eccellente e mostra la distinzione fra l’autentico spirito cattolico e lo spirito rivoluzionario.

Oggi molte persone, compresi alcuni teologi progressisti, pensano che per l’uomo moderno sia una vergogna dichiararsi servo di chiunque, compresa Nostra Signora. Forse, dicono, era accettabile in passato, ma dopo l’abolizione della schiavitù e della servitù della gleba possiamo sì chiamarci figli di Maria ma non schiavi o servi perché questo non si accorda con la dignità umana. Si tratta evidentemente di un ragionamento rivoluzionario intriso di egualitarismo ideologico.

In verità è un onore essere servo di Nostra Signora, Regina del Cielo e della Terra. Anzi, il principale desiderio della nostra vita è di essere veri servi di Maria. Non c’è contrapposizione fra servi e figli di Maria. Se siamo suoi servi siamo anche suoi figli: quel tipo speciale di buoni figli che desidera la sua gloria sopra ogni cosa e a questa gloria sacrifica tutto.

Il nome dell’ordine dei Servi di Maria, i Serviti, è stato chiaramente scelto non solo dai Sette Santi Fondatori, ma dalla stessa Nostra Signora che lo ha ispirato e confermato. È stato anche confermato dalla Chiesa quando i Papi hanno approvato l’ordine e quando i fondatori sono stati canonizzati nel XIX secolo. Non c’è ragione di non affermare che è un nome eccellente.

Cercare di distruggere ogni tipo di gerarchia non solo sulla Terra ma perfino nell’ordine soprannaturale è parte del lavoro del Diavolo, l’ispiratore della Rivoluzione. In particolare la Rivoluzione non può accettare l’immensa disuguaglianza che Dio ha posto fra sua Madre e tutte le altre creature – uomini e donne, santi del Cielo e perfino angeli. L’Immacolata Concezione crea un vero abisso fra la Madonna e le altre creature e stabilisce una gerarchia che non può essere negata o messa in dubbio.

E tuttavia questo è precisamente quanto fa la Rivoluzione. Negare ogni gerarchia è caratteristico del suo spirito. È anche la radice dell’ateismo, che in realtà è una forma di odio per il fatto che c’è un Dio in Cielo che è sopra di noi e regna su di noi. Lo spirito rivoluzionario rifiuta ogni forma di signoria, compresa quella di Dio.

Karl Marx ha formulato nei termini più espliciti quest’odio della signoria e della gerarchia quando ha spiegato che scopo del marxismo è eliminare ogni forma di alienazione. Questa parola deriva dal latino “alienatio”, che nel diritto romano è il trasferimento del diritto di proprietà da una persona a un’altra. Per Marx nessuno deve cedere il dominio su se stesso a un’altra persona. Ogni forma di signoria e di autorità per Marx è cattiva perché corrisponde a una ingiustificabile “alienazione” dell’inferiore, che cede al superiore i suoi diritti, la sua volontà e la possibilità di sfruttare il suo lavoro.

Pertanto c’è per Marx “alienazione” quando nella famiglia si afferma l’autorità del padre e del marito; nella scuola o nella fabbrica quando si affermano l’autorità del professore e del datore di lavoro; e naturalmente nella società politica. Ma queste non sono le forme peggiori di “alienazione”. La peggiore di tutte per Marx ha a che fare con Dio. Il padre o il professore esistono: Dio non esiste, Dio è un mito. Pertanto l’“alienazione” che si dirige verso Dio è odiosa come tutte le altre, ma in più e vuota e in qualche modo idiota.

Dunque per Marx l’uomo dovrebbe essere assolutamente indipendente, il solo padrone di se stesso, ribelle a ogni obbedienza e a ogni gerarchia. L’ideale del marxismo coincide con l’ideale della Rivoluzione. Ed è il contrario del vero spirito cattolico: un punto che non ci dovrebbe essere neppure bisogno di provare.

E ai Sette Santi Fondatori dei Serviti che cosa chiediamo oggi? Se questi uomini del tredicesimo secolo risorgessero oggi che cosa direbbero alla Chiesa e al mondo? S’indignerebbero di fronte a molti accadimenti odierni?

Noi dobbiamo chiedere loro di suscitare nella Chiesa Cattolica di oggi una rinnovata devozione a Nostra Signora. È questo il solo modo di diffondere l’autentico senso della gerarchia e lo spirito contro-rivoluzionario.

Fonte: Plinio Corrêa de Oliveira, Cum Sanctis Tuis, ChoraBooks (QUI per acquistare)

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