Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi
Non ci arrenderemo!
Questo sabato, 4 dicembre, nonostante il freddo, i raffreddori e il mal di gola, eravamo ancora in molti davanti alla Nunziatura Apostolica.
Abbiamo parlato dell'ultima Lettera di Paix Liturgique, n. 837: "La tabella di marcia di Mons. Roche, Prefetto del Culto Divino: liquidare la liturgia tradizionale. Uno di noi ha ricordato, a titolo di paragone, le parole del cardinale Castrillón, allora responsabile della liturgia tradizionale: "E anche quando non c'è una domanda o richiesta specifica, essi [i vescovi] dovrebbero renderla accessibile, in modo che tutti possano avere accesso a questo tesoro dell'antica liturgia della Chiesa. Questo è l'obiettivo primario del Motu proprio: una ricchezza spirituale e teologica. Il Santo Padre vuole che questa forma di Messa diventi normale nelle parrocchie perché, in questo modo, anche le giovani comunità possano familiarizzarsi con questo rito" (intervista introduttiva al DVD su come praticare la Messa secondo la "Forma Straordinaria" del Rito Romano, pubblicato dalla Fraternità San Pietro negli USA).
Era il 2008, solo tredici anni fa. Oggi, il prefetto Roche ritiene che questa antica liturgia della Chiesa sia diventata dannosa per il popolo cristiano.
L'obiettivo primario del Summorum Pontificum era "che tutti possano avere accesso a questo tesoro dell'antica liturgia della Chiesa"; questa cosiddetta Messa straordinaria doveva diventare "normale nelle parrocchie perché, in questo modo, anche le giovani comunità possano familiarizzarsi con questo rito".
Non stiamo chiedendo di più. Ma neanche di meno.