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sabato 26 giugno 2021

I santi Re cattolici #21 San Ladislao (27 giugno)

Continuiamo la memoria dei santi Re cattolici commemorati nel Martirologio Romano: San Ladislao (1031 - 1095).

27 giugno.
A Varadíno, nell’Unghería, san Ladisláo Re, il quale fino al giorno d’oggi rifulge per strepitosi miracoli. (Martirologio Romano ed. 1955)
30 giugno.
A Nitra sull’omonimo fiume presso i monti Carpazi, nell’odierna Slovacchia, transito di san Ladislao, che, re di Ungheria, durante il suo regno ristabilì le leggi cristiane introdotte da santo Stefano, riformando i costumi e dando lui stesso esempio di virtù; si adoperò con zelo nel propagare la fede cristiana nella Croazia, unita al regno di Ungheria, istituendo la sede episcopale a Zagabria. Morì mentre muoveva guerra ai Boemi e il suo corpo fu poi deposto a Oradea in Transilvania. (Martirologio Romano ed. 2004)

L.V.

Ladislao, figlio di Bela, re d’Ungheria, nacque l’anno 1031, ma essendo il trono elettivo non aveva alcun diritto alla successione. Ben presto però le bellissime qualità e la integerrima sua vita gli meritarono l’elezione a re e un governo secondo il cuore e il volere di Dio.
Appena ebbe nelle sue mani le redini del potere si diede con meravigliosa alacrità a ripurgare tutta la legislazione, riformare i costumi, rinnovare tribunali, rialzare la pubblica moralità, calpestata da ogni classe di cittadini. L’intento che guidava il santo monarca era quello di fare che la religione divenisse cardine della legislazione e base di tutto il benessere sociale. Per questo lottò, combatté, soffrì, ma alla fine trionfò, rendendo il suo popolo profondamente cristiano e degno di essere additato a modello di ogni altro.


Era casto, pietoso, informato ai precetti evangelici; detestava l’avarizia, l’ambizione e stimava perduto quel giorno nel quale non avesse fatto del bene, o impedito del male. La sobrietà che usava nei cibi e nelle bevande facevano stupire i suoi cortigiani che si domandavano come mai il loro re, benché gli venissero preparati prelibatissimi pranzi, rinunziasse a tutto cibandosi spesso di legumi e bevendo acqua pura.


Sempre occupato a disimpegnare le cose dello stato, trovava tuttavia le ore per le preghiere e per le buone letture; nella sua grande carità non cessava di abbellire chiese, sollevare le miserie della sua nazione, proscrivendo i trasgressori delle leggi senza accettazione di persone.
La giustizia, l’imparzialità, l’intransigenza e una titanica volontà unite all’amore evangelico, resero Ladislao modello di re. Riparò nel suo regno i guasti causati dalle innumerevoli ribellioni e da molte eresie, formando un popolo unito nella fede, sottomesso in tutto alla Sede Apostolica, popolo che assieme al suo re, rimase d’indelebile memoria ai posteri.


Intanto i Turchi, orgogliosi della conquista dei luoghi santi, minacciavano l’Europa e opprimevano crudelmente i fedeli caduti nelle loro mani. Dall’Europa fu lanciato il grido della liberazione dei fratelli, e i principi che pronti risposero all’eco non tardarono ad allestire eserciti a questo nobile fine.
Anche il re Ladislao preparò le sue milizie, e già tutto era pronto quando cadde repentinamente ammalato. Subito gli furono prodigate le cure da parte dei medici del caso, ma egli sapendo che la divina misericordia ormai lo voleva al cielo, si munì dei conforti spirituali della Chiesa. Contento di avere combattuto e sofferto per la causa di Dio, con l’anima tranquilla, con gli occhi fissi al cielo placidamente spirava il 30 luglio dell’anno 1096.

Autore: Antonio Galuzzi

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