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domenica 20 giugno 2021

Echi tridentini in gastronomia: 1° giugno 1495 – Viene registrato il primo lotto di Whisky!

Ancora sulla gastronomia cattolica. 
In questo caso sul buon bere.
Luigi

1° giugno 1495 – Viene registrato il primo lotto di Whisky!.. Facciamo un po’ di apologetica su questo biondo distillato
I Tre Sentieri,  31 MAGGIO 2021,  Corrado Gnerre

Dietro ogni buona bevanda alcolica ci sono sempre loro: i monaci o i frati.

Dietro vini prestigiosi, dietro amari dalle proprietà medicamentose, dietro birre di alto livello, dietro champagne costosissimi (si pensi al famoso metodo dom Perignon), dietro finanche i superalcolici.

Il 1° giugno del 1495 il frate John Cor registra il primo lotto conosciuto di Scotch whisky.

Certo, tutto questo ben di Dio (mai come in questo caso espressione fu più indovinata)… dicevamo: tutto questo ben di Dio va utilizzato con parsimonia, guai ad esagerarne.

Come è squallido, infatti, vedere soggetti che, peccando, ne abusano perdendo il controllo, diventando le ombre di se stessi, e così gettando nell’alcol la propria dignità.

Ma attenzione. Se è vero che di queste bevande non si deve esagerare, è pur vero che sarebbe molto sospetto il demonizzarle. Non a caso chi lo ha fatto ha sempre sgarrato, nel senso che è sempre andato fuori strada, culturalmente, teologicamente e politicamente, smarrendo la via maestra della vera sapienza.

Un conto è astenersene per motivi di organica insopportabilità, si pensi agli astemi, altro è rifiutarle per principio.

Se ci si riflette bene, le bevande alcoliche simboleggiano con grande chiarezza l’equilibrio della Verità, ovvero il fatto che come va rifiutato l’eccesso, va anche rifiutata la completa rinuncia.

Le bevande alcoliche, nella giusta misura e ovviamente assunte alla giusta età, fanno bene. Diventano pericolose solo se dalla giusta misura si passa a ben altre “misure”.

Ma c’è un’altra cosa assai importante, che intelligentemente non si può trascurare. Ovvero il desidero che l’uomo ha di essere allegro. Il Salmo 104 parla chiaro: Il vino allieta il cuore dell’uomo.

Finanche i musulmani, che proibiscono l’uso dell’alcol nella vita terrena, riconoscono che non se ne possa fare definitivamente a meno; tant’è che per descrivere le gioie del Paradiso ci mettono anche la possibilità di poter lì, finalmente, gustare vini prelibati.

Il vino allieta il cuore dell’uomo… e Gesù stesso lo ha utilizzato per realizzare il Sacramento più grande.

Tutto passerà. Passerà la Coca-Cola. Passerà la limonata. Passerà il succo di frutta. Ma il vino no. Perché fino alla fine dei tempi la Messa sarà sempre celebrata grazie al dogma dell’indefettibilità della Chiesa.

E forse anche per questo, dietro ogni bottiglia che si rispetti, ci sono sempre loro: monaci e frati.