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giovedì 22 aprile 2021

Vicenza, se ne vanno anche i Frati Minori

Dopo la partenza, nel 2017, dei Frati Minori Conventuali, dal Convento e Tempio di San Lorenzo, in pieno centro storico cittadino, ora è la volta dei Frati Minori (OFM).

Lo scorso 11 aprile la locale Comunità ha comunicato che a settembre lascerà la Chiesa e il Convento di Santa Lucia, proprio di fronte al Seminario Vescovile. Conseguentemente verrà anche abbandonata la Cappellania presso l'Ospedale San Bortolo.

E pensare che i Frati Minori sono, ad oggi, il terzo ordine religioso mondiale per numero di appartenenti (QUI).

Quanta tristezza!

Il declino sembra inesorabile e le gerarchie incapaci di far fronte a questi problemi (le vocazioni sacerdotali e religiose), che sono quelli veramente seri e non procrastinabili.

Di seguito il comunicato ufficiale sul sito della Diocesi (QUI).

AZ 




I frati minori lasciano il convento di Santa Lucia


Domenica 11 aprile al termine della Santa Messa delle ore 10.30 i frati francescani minori hanno annunciato ai fedeli che alla fine dell’estate lasceranno la chiesa e il convento di Borgo Santa Lucia a Vicenza. Il vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol era già stato informato dalla Provincia S. Antonio dei Frati francescani minori (Nord Italia) di questa dolorosa, ma necessaria decisione.

Padre Enzo Maggioni, Ministro Provinciale dei Frati Minori per il Nord Italia, nel corso di un incontro avvenuto in episcopio lo scorso febbraio, aveva illustrato al Vescovo le motivazioni di tale scelta, riconducibili essenzialmente al calo generalizzato delle vocazioni anche tra i francescani, con la conseguente chiusura di numerosi conventi in ogni parte d’Italia. Contando la Diocesi di Vicenza ben quattro presenze di frati minori francescani (Barbarano, Chiampo, Lonigo e Santa Lucia in Vicenza) e dovendo per forza di cose ridurre il numero di conventi, la decisione di rinunciare alla presenza nella chiesa situata in città davanti al Seminario Vescovile e mantenere invece i santuari e centri di spiritualità in provincia è parsa, all’Ordine religioso, la meglio praticabile e la più consona al loro carisma e alle loro attuali possibilità.

Mons. Pizziol ha espresso vivo rammarico per la decisione, pur comprendendo benissimo le ragioni e l’inevitabilità della scelta. Anche la Diocesi è, infatti, da molto tempo alle prese con il calo delle vocazioni al sacerdozio e la riorganizzazione della sua presenza sul territorio attraverso la nascita delle Unità pastorali e una maggiore valorizzazione dei ministeri laicali. Non si deve infine dimenticare che la vocazione religiosa ha nel suo specifico la dimensione comunitaria della vita dei frati che non può essere ridotta sotto ad un certo numero di presenze per risultare significativa. Attualmente la comunità di Santa Lucia è composta da 6 frati, di cui 4 anziani e solo 2 più giovani.
 
 
Nonostante già da tempo i frati di Santa Lucia avessero per questi motivi dovuto ridurre le loro attività in città, la loro partenza lascerà un vuoto significativo. Dal 1830 (anno del loro ritorno in città) i frati si sono sempre fatti benvolere per la loro presenza umile e generosa attraverso il servizio, svolto oltre che nella loro chiesa (luogo di spiritualità, accoglienza e carità), come cappellani dell’Ospedale San Bortolo e, fino a tempi recenti, anche del Cimitero Maggiore. 
 
Il Vescovo esprime gratitudine ai frati per il prezioso servizio pastorale svolto in città in tanti anni di generosa e fedele presenza e condivide il loro dolore per questa scelta sofferta e pure, purtroppo inevitabile. La Diocesi di Vicenza, cui passerà dopo l’estate la gestione degli spazi della chiesa e del convento di Santa Lucia, si impegnerà perché la chiesa resti aperta al culto e il convento continui ad essere luogo di quella carità che i frati per quasi due secoli hanno vissuto nei confronti dei poveri e dei bisognosi della città. Anche il servizio di assistenza religiosa in Ospedale dovrà essere riorganizzato grazie alla presenza di sacerdoti, diaconi permanenti e laici preparati. “La dipartita dei francescani minori da Santa Lucia, a distanza di qualche anno dalla chiusura della comunità conventuale di San Lorenzo – riflette mons. Pizziol - rende la nostra città spiritualmente più povera, interpella i fedeli laici ad un maggiore impegno e corresponsabilità nella vita della chiesa locale, tutti ci invita ad una più fervente preghiera per le vocazioni alla vita consacrata e al sacerdozio”. 
 
 

3 commenti:

  1. La sola Provincia Veneta di Sant’Antonio fu la più grande di tutto ll’Ordine, fino agli anni ‘80 (io ero bambino) contava 840 Frati e una cinquantina di conventi... contro gli attuali 600 Frati, ma riuniti in un’unica Privincia che comprende tutto il nord Italia!! poi una deriva inarrestabile: hanno abbandonato 2 conventi a Trieste, 2 a Venezia, Treviso, Padova, Barbana, Cormons, San Donà di Piave, Feltre, Legnago, Cortina d’Ampezzo, Caprile, Cordenons, Monselice, un convento a Roma, Taglio di Po, Verona e ora Vicenza.

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  2. Un'altra testa che cade sotto i colpi della "nuova primavera".
    Certo che ostinarsi a non vedere il disastro è proprio puro accecamento ideologico. Forse i fan boys del modernismo, invece di insultare chi va alla Messa tradizionale, dovrebbero guardarsi in casa e contemplare la terra bruciata lasciata attorno a loro dai loro beniamini.
    Eh, ma la colpa, si sa, è "della società".

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