Prosegue il nostro breve ciclo su Dante Alighieri iniziato ieri con "Dante e i Papi"
Dopodomani 25 Marzo è la memoria dell’Annunciazione, e, come detto, in Italia si celebra il DanteDì, nel DCC anniversario della morte del sommo poeta. (Ieri ilprimo post dedicato a Dante e i Papi).
Dopodomani 25 Marzo è la memoria dell’Annunciazione, e, come detto, in Italia si celebra il DanteDì, nel DCC anniversario della morte del sommo poeta. (Ieri ilprimo post dedicato a Dante e i Papi).
In onore della Beata Maria Vergine, presentiamo questo florilegio di citazioni dantesche, che il nostro amico don Alfredo Morselli ci ha inviato.
Il testo tratto da: Lorenzo Felicetti, Dante poeta cattolico, Milano 1896, pp. 103-111, riproposto da DogmaTV.it
https://www.dogmatv.it/dante-e-maria/
LuigiDante e Maria
Dogma TV, 27-2-20
L’Alighieri professava una tenera e profonda devozione a Maria Vergine. Di questa sua devozione è testimonio bellissimo la Divina Commedia, nella quale ricorre di frequente il nome di Maria, sì con nome proprio, come con nome perifrasato. Dante, lo attesta egli nel c. XXIII del Purgatorio, la invocava ogni giorno, mattina e sera:
Il nome del bel fior ch’io sempre invocoE mane e sera; …
a Lei dà i più bei titoli, che si possono escogitare; gli epiteti più graziosi e gentili sono per Lei: donna gentil – benedetta – sposa – vergine – bel fior – luce – regina augusta – stella – zaffiro – bellezza, ed altri.
Insomma, ben cinquantadue volte viene nominata Maria nelle tre Cantiche; due volte nell’Inferno, tredici nel Purgatorio e trentasette nel Paradiso.
Viene chiamata col suo proprio nome, Maria, ventuno volte; con nome perifrasato trentuno volte.
A Lei consacra ben tredici terzine del c. XXXIII del Par., che sono la stupenda orazione di S. Bernardo alla Vergine, fatta per Dante [si veda il post del 26 marzo, n.d.r.]; con Maria incomincia, si può dire, il Poema sacro, poiché già nel c. II dell’Inferno si ricorda Maria Vergine, che manda dal cielo Beatrice in aiuto di Dante, e con Maria finisce, trovandosi essa con S. Bernardo nell’ultima scena a contemplare l’eterno Lume.
Ed era ben naturale, che in un Poema sacro, in un Poema d’ispirazione religiosa, Maria vi avesse una parte assai larga.
Noi qui raccoglieremo uno dopo l’altro i passi del Poema ove si ricorda Maria senza farvi alcun comento. Le verità dogmatiche intorno alla gran Madre vengono da Dante tutte professate sì chiaramente nei versi che dedica a Maria, da rendere inutile ogni spiegazione.
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Nell’ Inferno II, Beatrice, mandata dalla Vergine, scende a Virgilio, e lo conforta ad aiutare il suo amico, impedito nel cammino della spiaggia deserta. Virgilio racconta a Dante da chi fu mandato, e riferisce le parole, che a lui disse Beatrice, tra le quali sono le seguenti, riferentisi a Maria:
Donna è gentil nel ciel, che si compiangeDi questo impedimento ov’ io ti mando;Sì che duro giudicio lassù frange.Questa chiese Lucia in suo dimandoE disse: ora abbisogna il tuo fedeleDi te, ed io a te lo raccomando.(t. 32-33).
Lucia, ossia la carità illuminante, andò da Beatrice, e la fece scendere a confortare Virgilio, che aiutasse Dante. Maria, Lucia, e Beatrice Virgilio le chiama tre donne benedette:
Poscia che tai tre Donne benedetteCuran di te nella corte del cielo(t. 42).
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Nel Purgatorio III, t. 13, avverte gli uomini, che non vogliano addentrarsi troppo nei Misteri divini; e dopo aver detto essere impossibile intendere il Mistero della SS. Trinità, continua:
Siate contenti, umana gente, al quia:Che, se potuto aveste veder tutto,Mestier non era partorir Maria.
Nel V, t. 34, Buonconte di Montefeltro racconta a Dante, che, ferito nella gola alla battaglia di Campaldino (11 Giugno 1289), invocò Maria morendo, e quindi fu salvo, benché dovesse purgarsi in Purgatorio:
Quivi perdei la vista e la parola:Nel nome di Maria finii: e quiviCaddi, e rimase la mia carne sola.
Nel VIII il Poeta vede due Angeli venire dall’alto a custodia delle anime. Sordello dice a Dante (t. 13):
Ambo vengon dal grembo di Maria(Disse Sordello), a guardia della valle,Per lo serpente che verrà via via.
…Quivi era immaginata QuellaChe ad aprir l’alto amor volse la chiave.Ed avea in atto impressa esta favella:Ecce ancilla Deï, propriamente,Come figura in cera si suggella
E tosto dopo, alla t. 17, dice che – dietro da Maria – vide impressa un’altra istoria.
Nel XIII gli invidiosi gridano, pregando Maria e i Santi (t. 17):
E poi che fummo un poco più avanti,Udii gridar: «Maria, òra per noi;»Gridar: «Michele, e Pietro, e tutti i Santi»
Nel . XV, t. 29-31, il Poeta, contemplando in visione esempi di mansuetudine o di misericordia, riferisce le dolci parole da Maria dette al Figlio smarrito nel tempio:
Ivi mi parve in una visïoneestatica di sùbito esser tratto,e vedere in un tempio più persone;e una donna, in su l’entrar, con attodolce di madre dicer: «Figliuol mio,perché hai tu così verso noi fatto?Ecco, dolenti, lo tuo padre e ioti cercavamo». E come qui si tacque,ciò che pareva prima, dispario.
Nel XVIII, t. 34, Dante fa cantare agli accidiosi, prima esempi di zelo sollecito, poi d’accidia. Fra i primi accennano all’andata premurosa di Maria a ritrovare S. Elisabetta sulle montagne della Giudea:
E due dinnanzi gridavan piangendo:«Maria corse con fretta alla montagna».
Nel XX, t. 7-8, sente il Poeta cantar dalle Ombre esempi di povertà e generosità, ed esaltare la povertà di Maria, che partorì il Figliuol di Dio in una stalla:
E per ventura udii: «Dolce Maria!»Dinnanzi a noi chiamar, così, nel pianto,Come fa donna che ‘n partorir sia.E seguitar: «Povera fosti tanto,Quanto veder si può per quell’ospizioove sponesti il tuo portato santo»
Nel Canto medesimo, alla t. 33, chiamasi Maria – l’unica Sposa dello Spirito Santo. –
Nel . XXII, t. 48, si accenna alle nozze di Cana, dove Maria disse a Gesù – non hanno più vino – :
Poi disse: «Più pensava Maria, ondeFosser le nozze orrevoli ed intere,Ch’alla sua bocca, ch’or per voi risponde».
A questo fatto delle nozze di Cana aveva già accennato il Poeta. nel c. XIII, t. 10, parlando delle voci passanti per l’aria e confortanti ad amare:
La prima voce che passò volandoVinu non habent, altamente disse;Vinu non habent, altamente disse;E dietro a noi l’andò reiterando.
Nel c. XXIX, t. 29, i ventiquattro seniori, coronati di fiordaliso, cantano l’Ave Maria:
Tutti cantavan: «Benedetta tueNelle figlie d’Adamo! e benedetteSieno in eterno le bellezze tue!»
E finalmente nel c. XXXIII, t. 2, si assomiglia la commozione e il dolore di Beatrice a sentire il flebil canto delle donne, annunziante i mali della Chiesa, al dolore di Maria appiè della croce in sul Calvario:
E Beatrice, sospirosa e pia,Quelle ascoltava, sì fatta che pocoPiù, alla croce, si cambiò Maria.
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Nel Paradiso ricorre ancor più di frequente il nome di Maria e le allusioni a Lei.
Nel c. III, t. 41, Piccarda, finito che ha di parlare con Dante, vola via, cantando Ave Maria:
Così parlommi; e poi, cominciò: «AveMaria, cantando: e cantando vanio,Come, per acqua cupa, cosa grave.
Nel c. IV, t. 10, il Poeta mette Maria in un seggio più alto dei Serafini e dei Santi tutti:
D’i Serafin colui che più s’india,Moïsè, Samuel, e quel Giovanniche prender vuoli, io dico, non Maria,
non hanno in altro cielo i loro scanniche questi spirti che mo t’appariro,né hanno a l’esser lor più o meno anni;
Nel c. XI, t. 24, cantando le lodi della Povertà, insieme a quelle del Poverello d’Assisi, san Francesco, dice che la povertà, sposa di Cristo, salì sulla croce, ai cui piedi stava Maria:
Nè valse esser costante, nè feroceSì, che dove Maria rimase giuso,Ella con Cristo salse in su la Croce.
Nel c. XIII, t. 27-28, accenna il Poeta alla Concezione del Verbo di Dio, avvenuta in Maria per opera dello Spirito Santo:
Però se ‘l caldo amor la chiara vistade la prima virtù dispone e segna,tutta la perfezion quivi s’acquista.Così fu fatta già la terra degnadi tutta l’animal perfezïone;così fu fatta la Vergine pregna;
Nel c. XIV, t. 12, sente l’Alighieri una voce modesta simile a quella dell’Angelo Gabriele, quando si presentò a Maria:
…una voce modesta,
forse qual fu da l’angelo a Maria
Nel c. XV, t. 45, Cacciaguida parla della sua progenie, e si dice nato in Firenze, per grazia di Maria, chiamata da sua madre nel parto:
…a cosi dolce ostelloMaria mi diè, chiamata in alte grida;
Nel c. XVI, t. 12, si accenna ancora all’Annunziazione:
…Da quel di che fu detto Ave.
Nel c. XXIII, si nomina ben otto volte Maria. Alla t. 25, il Poeta la chiama:
…la rosa in che il Verbo divinoCarne si fece…
nella t. 30:
Il nome del bel fior ch’io sempre invocoE mane e sera…
nella t. 31:
la viva stella,Che lassù vince come quaggiù vinse;
nella t. 34:
…il bel zaffiroDel quale il ciel più chiaro s’inzaffira.
Nella t. 37 dice:
Così la circulata melodiaSi sigillava: e tutti gli altri lumiFacean sonar lo nome di Maria.
Nella t. 42 gli Spiriti si elevano verso Maria, sì che, osserva il Poeta :
…l’alto affettoCh’egli aveano a Maria, mi fu palese.
Nella t. 43 quegli Spiriti cantano sì dolcemente Regina caeli, che Dante mai più lo dimentica:
Indi rimaser lì nel mio cospettoRegina caeli cantando, sì dolceChe mai da me non si parti ‘l diletto.
E ultimamente nella t. 46, dice che Pietro trionfa di sua vittoria:
…sotto l’alto FilioDi Dio e di Maria…
Nel c. XXV, t. 43, dice il Poeta che solo due luci (Cristo e Maria) salirono al cielo col corpo e coll’anima. Dante professa qui la. verità dell’Assunzione di Maria:
Con le due stole nel beato chiostroSon le due luci sole che saliro.
nel c. XXXI, t. 34, chiama l’Alighieri Maria – Regina del Cielo; – nella t. 39 la chiama
…la Regina,Cui questo regno è suddito e devoto;
e nella t. 45
…una bellezza, che letiziaEra negli occhi a tutti gli altri Santi.
Nel c. XXXII, t. 2, dice l’Alighieri che «Maria richiuse ed unse la piaga» fatta da Eva. Eva commise la colpa; Maria la sanò:
La piaga che Maria richiuse e unse,quella ch’è tanto bella da’ suoi piediè colei che l’aperse e che la punse.
Alla t. 10 nomina.
il glorioso scannoDella Donna del cielo;
alla. t. 29 chiama Maria
…la faccia che a CristoPiù s’assomiglia;
alla t. 32 accenna alla discesa dell’Angelo Gabriele, che disse:
«Ave Maria, Gratia piena»
alla t. 35 Dante chiama ancora la Vergine – nostra Regina; – la nomina col nome proprio alle t. 36 e 38; alla t. 40 la chiama Augusta; – alla t. 45 nomina S. Anna, madre di Maria:
Di contro a Pietro vedi sedere Anna,Tanto contenta di mirar sua figlia,Che non muove occhio, per cantare Osanna.
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(per la preghiera di San Bernardo si attenda il post del 26 marzo)
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