In questa giornata speciale, Riproponiamo, dalla nostra rubrica "echi tridentini", un'opera di Vincenzo Consolo, siciliano: il "Requiem per le vittime della mafia", che risale al 1993 (nell’anno precedente erano stati assassinati, con gli agenti di scorta e non solo: Giovanni Falcone il 23 maggio e Paolo Borsellino il 19 luglio).
Si tratta della traduzione in italiano – in una lingua, peraltro, di registro alto, con venature arcaiche, arricchita da parole provenienti dalla tradizione dialettale siciliana – dei testi latini della Messa dei defunti e del rito delle esequie, musicata da un gruppo di giovani compositori ed eseguita per la prima volta nella cattedrale di Palermo il 27 marzo del 1993 (a destra la locandina dell'epoca).
Per l’esattezza, l’Introito e il Kyrie furono affidati a Lorenzo Ferrero, il Dies irae a Carlo Galante, l’Offertorio a Paolo Arcà, il Sanctus a Matteo D’Amico, l’Agnus Dei a Giovanni Sollima, il Communio (Lux aeterna) a Marco Betta, il Libera me Domine a Marco Tutino (ideatore dell’iniziativa e coordinatore).
Per avere della robustezza e dell’efficacia dell’impasto linguistico elaborato per l’occasione da Vincenzo Consolo, vi rimandiamo al nostro post per il testo del Dies irae, dell’Offertorio (Domine Jesu Christe) e del Libera me Domine.
Roberto
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