Domenica 21 febbraio l’annoso caso dell’allontanamento del rag. Enzo Bianchi dalla comunità di Bose sembrava giunto a soluzione, con la presunta partenza dell’interessato (ne abbiamo dato notizia QUI), che invece da allora sul suo profilo si è scatenato in una fitta sequenza di tweet che lasciarono intendere la sua intenzione di proseguire nella disobbedienza all’ordine di allontanamento e palesavano propositi bellicosi.
La vicenda è nota: tra il 6 dicembre 2019 ed il 6 gennaio 2020, la Santa Sede aveva inviato presso la comunità di Bose una delegazione composta da tre visitatori apostolici – l’abate Guillermo Leon Arboleda Tamayo, M. Anne Emmanuelle Devéche, abbadessa di Blauvac, e padre Cencini – con il compito di far luce sui dissidi verificatisi all’interno della stessa comunità. Alla luce di quanto emerso, il 13 maggio 2020 fu emanato il «decreto singolare» (ad oggi ancora secretato nei suoi contenuti specifici) firmato dal card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ed «approvato in forma specifica» da Papa Francesco – e quindi non appellabile – il quale dispose per Enzo Bianchi (e per due suoi stretti collaboratori nella comunità, Goffredo Boselli e Lino Breda, i quali vi hanno ottemperato) il ritiro dalla comunità entro il termine di dieci giorni dalla notifica (avvenuta il 21 maggio 2020). A seguito del rifiuto opposto dall’interessato e di una ulteriore trattativa con i visitatori apostolici, si arrivò alla (concordata?) ingiunzione di trasferimento a Cellole San Gimignano, in provincia di Siena e diocesi di Volterra, da eseguirsi entro l’inizio della Quaresima (17 febbraio 2021), ordine anch’esso mai eseguito.
Si giunge così all’udienza che il Santo Padre ha concesso il 4 marzo a Padre Amedeo Cencini, F.d.C.C., Delegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis per la Comunità monastica di Bose, con il Priore della medesima, Fr. Luciano Manicardi (successore di Enzo Bianchi), a conclusione della quale ieri nel tardo pomeriggio la Santa Sede ha diramato il comunicato che vi riportiamo integralmente in calce e che dissipa tutti i dubbi che si erano creati nelle ultime settimane, alimentate soprattutto dalla stampa vicina al rag. Enzo Bianchi.
Dalla lettura del breve comunicato, si può giungere a quattro conclusioni:
1. «Sua Santità ha voluto così esprimere al Priore e alla Comunità la sua vicinanza e il suo sostegno, in questa travagliata fase della sua vita»: il Papa conferma il suo appoggio al Priore della comunità di Bose, dal cui dissidio con il rag. Enzo Bianchi sono scaturite la visita apostolica e le indagini del Delegato Pontificio;
2. «Papa Francesco, che fin dall’inizio ha seguito con particolare attenzione la vicenda»: tutte le decisioni prese dal Delegato Pontificio – e quindi anche l’ordine di allontanamento del rag. Enzo Bianchi dalla comunità di Bose – sono stati approvati dal Papa;
3. «Papa Francesco […] ha inoltre inteso confermare l’operato del Delegato Pontificio in questi mesi, ringraziandolo per aver agito in piena sintonia con la Santa Sede»: il Papa conferma ulteriormente il lavoro e le decisioni del Delegato Pontificio, tutte assunte in sintonia con la Santa Sede;
4. «Il Santo Padre ha infine manifestato la sua sollecitudine nell’accompagnare il cammino di conversione e di ripresa della Comunità secondo gli orientamenti e le modalità definite con chiarezza nel Decreto singolare del 13 maggio 2020, i cui contenuti il Papa ribadisce e dei quali chiede l’esecuzione»: si conferma la disapprovazione per il grave atto di disobbedienza – tuttora in essere – all’ordine del Papa da parte del rag. Enzo Bianchi e ne viene ribadita la necessità di esecuzione.
Una pietra tombale sulle illazioni sparse dalla stampa vicina al rag. Bianchi che in questi mesi ha ipotizzato un sostegno «dietro le quinte» direttamente dagli appartamenti di Santa Marta; e, ci auguriamo, una pietra tombale sulla permanenza del rag. Bianchi nella comunità.
L.V.
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Udienza: […]
- Padre Amedeo Cencini, F.d.C.C., Delegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis per la Comunità monastica di Bose, con il Priore della medesima, Fr. Luciano Manicardi.
Giovedì 4 marzo 2021, alla vigilia della partenza per il viaggio apostolico in Iraq, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza il Rev.do P. Amedeo Cencini, FdCC, Delegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis per la Comunità monastica di Bose, con il Priore della medesima, Fr. Luciano Manicardi.
Sua Santità ha voluto così esprimere al Priore e alla Comunità la sua vicinanza e il suo sostegno, in questa travagliata fase della sua vita, confermando il suo apprezzamento per la stessa e per la sua peculiarità di essere formata da fratelli e sorelle provenienti da Chiese cristiane diverse.
Papa Francesco, che fin dall’inizio ha seguito con particolare attenzione la vicenda, ha inoltre inteso confermare l’operato del Delegato Pontificio in questi mesi, ringraziandolo per aver agito in piena sintonia con la Santa Sede, nell’unico intento di alleviare le sofferenze sia dei singoli che della Comunità.
Il Santo Padre ha infine manifestato la sua sollecitudine nell’accompagnare il cammino di conversione e di ripresa della Comunità secondo gli orientamenti e le modalità definite con chiarezza nel Decreto singolare del 13 maggio 2020, i cui contenuti il Papa ribadisce e dei quali chiede l’esecuzione.
vado direttamente al commento senza leggere l'articolo. Mi ripeto: non ci interessa più niente del ragioniere e del suo agriturismo.
RispondiEliminaVero. Viene dato troppo spazio a personaggi che non hanno nulla a che vedere con il messaggio evangelico.
RispondiEliminaDinasty prosegue.
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