Chiesa di San Venceslao dell’arch. Marek Štěpán (anno 2017).
Lorenzo
Descrizione del progetto: «L’idea di costruire la chiesa a Sazovice è avvenuta prima della seconda guerra mondiale. Tre anni fa l’idea è tornata e la gente di Sazovice ha fondato l’Associazione per la costruzione della chiesa.
Al di fuori
Volevo smaterializzare l’edificio. Sembra qualcosa di leggero, astratto, luminoso e naturale. Evoca più carta che mattoni. È come un anello di carta con il taglio che spingi o tiri per ottenere più luce all’interno.
I visitatori non percepiscono lo spessore delle pareti, perché si assottigliano da mezzo metro a un centimetro. La luce che passa attraverso i tagli illumina lo spazio. Scivola lungo le pareti e plasma la forma. La penetrazione della luce nell’edificio è duplice – il muro si piega verso l’esterno o verso l’interno – che può essere inteso come riflesso del principio maschile e femminile.
La luce diventa un fattore che crea una mancanza di interfaccia tra ciò che è verificabile dai sensi e ciò che è al di là del mondo materiale. La scala è basata sulla cappella di Praga, il perimetro della chiesa è circoscritto alla piazza della cappella di Praga. La sua massa cilindrica si riferisce al tempo di San Venceslao, quando furono costruite le rotonde.
Dentro
L’interno è semplice e pulito per dare un senso di tranquillità e pace. Le chiese più antiche sono piene di informazioni visive: l’intera storia è scritta in dipinti, sculture, nella decorazione. Ad esempio, l’interno della chiesa barocca era completamente descrittivo per dare alle persone un’idea della vita di Gesù. Le persone oggi sono sovraccariche di informazioni, la chiesa dovrebbe percepire solo la purezza dello spazio e della pace e realizzare il proprio io interiore. C’è uno spazio senza smog visivo di identificazione personale: un ricordo semplice, concentrato e puro.» (trad. it.)
Foto esterni:
Foto interni:
Un ulteriore pasticcio approvato da un clero non cattolico.
RispondiEliminaFuori sembra il fumaiolo del Titanic, dentro una morgue che mette angoscia, con l'immancabile teoria di superfici spoglie grigio-cemento. Oltre che lontana anni luce dalla Fede, questa sala da mattatoio è aliena perfino ad ogni senso di gusto estetico che si trova addirittura in alcune stazioni ferroviarie o mercati coperti. Perfino alcune carceri sono più amene.
La trovo molto bella, si potrebbe facilmente adattare anche alla liturgia antica. Sicuramente manca la componente figurativa. Ma sembra essere davvero un bel intervento. Complimenti all'architetto.
RispondiEliminaL'unica idea suggestiva a me pare la finestra che fa cadere la luce sul tabernacolo.
RispondiEliminaBeh, fa piacere sapere che i luminari che hanno partorito questa colata di cemento vedano in capolavori come il ciclo di S. Francesco di Giotto o gli affreschi della Cappella Sistina dello "smog visivo". Ma andassero ad incartare il pesce al mercato!
RispondiEliminaForse, se l'avessero costruita prima della seconda guerra mondiale, oggi avremmo una bella chiesa cattolica!
RispondiEliminaPoi il sornione architetto si lancia in sfottò per i malcapitati visitatori: edificio smaterializzato e leggero? Sembra la torre di raffreddamento di una centrale atomica! Altro che "i visitatori non percepiscono lo spessore delle pareti"! Ha la grazia di un caveau di una banca.
Si sarà fatto dei bei soldini per permettersi di perculare il prossimo a questo modo.
Andrebbe consacrata col tritolo quella roba lì!