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domenica 25 ottobre 2020

Il documentario "Francesco": il santo monito di Mons. Schneider

In occasione della Festa di Cristo Re -
Eum nationum praesides honore tollant publico, colant magistri, iudices, leges et artes exprimant - siamo lieti di offrire ai nostri lettori il santo monito che mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, ha diffuso  in relazione al documentario Francesco, sotto forma di comunicato, pubblicato sul blog di Edward Pentin. Lo proponiamo nella traduzione di Sabino Paciolla, instancabile diffusore di testi originariamente in inglese, e lo accompagnamo con alcune significative immagini (fonti: Edward Pentin on Twitter; Catholic Arena on Facebook), risalenti alle h. 17 di ieri, dell'iniziativa coraggiosamente promossa in piazza S. Pietro da un gruppo di giovani cattolici guidati dall'ottimo Alexander Tschugguel, che ricordiamo come l'affondatore della pachamama.

 

La Fede cattolica nella voce del Magistero di tutti i tempi, il senso della fede dei fedeli (sensus fidelium) così come il senso comune rifiutano chiaramente qualsiasi unione civile di due persone dello stesso sesso, un’unione che ha lo scopo di far sì che queste persone cerchino il piacere sessuale l’una dall’altra.Anche se le persone che vivono in tali unioni non dovessero impegnarsi in un reciproco piacere sessuale – che in realtà si è dimostrato del tutto irrealistico – tali unioni rappresentano un grande scandalo, un riconoscimento pubblico dei peccati della fornicazione contro la natura e una continua occasione di vicinanza del peccato. Coloro che sostengono le unioni civili omosessuali sono quindi anche colpevoli di creare una sorta di struttura di peccato, in questo caso della struttura giuridica della fornicazione abituale contro la natura, poiché gli atti omosessuali appartengono ai peccati che gridano al cielo, come dice il Catechismo della Chiesa cattolica (cfr. n. 1867). Coloro che sostengono le unioni civili omosessuali sono in definitiva ingiusti e persino crudeli contro coloro che vivono in queste unioni, perché queste persone saranno confermate nel peccato mortale, saranno consolidate nella loro dicotomia psicologica interiore, poiché la loro ragione dice loro che gli atti omosessuali sono contro la ragione e contro la volontà esplicita di Dio, il Creatore e Redentore degli uomini. 
Ogni vero cattolico, ogni vero sacerdote cattolico, ogni vero vescovo cattolico deve con profondo dolore e con un cuore piangente dolersi e protestare contro il fatto inaudito, che Papa Francesco, il Romano Pontefice, il successore dell’apostolo Pietro, il Vicario di Cristo in terra, ha pronunciato nel film documentario “Francesco” che ha debuttato il 21 ottobre 2020, nell’ambito del Festival del Cinema di Roma, il suo sostegno alle unioni civili omosessuali. Tale sostegno del Papa significa sostegno a una struttura di peccato, a uno stile di vita contro il Sesto Comandamento del Decalogo, che è stato scritto con le dita di Dio sulle tavole di pietra del Sinai (vedere Es 31,18) e consegnato dalle mani degli Angeli agli uomini (vedere Gal. 3,19). Ciò che Dio ha scritto con la Sua mano, anche un papa non può cancellare o riscrivere con la mano o con la lingua. Il Papa non può comportarsi come se fosse Dio o un’incarnazione di Gesù Cristo, modificando queste parole del Signore: “Avete udito che è stato detto: ‘Non commetterete adulterio’. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna con intento lussurioso ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,27-28) e invece di questo dite, più o meno, quanto segue: “Avete udito che è stato detto: ‘Non commetterete adulterio’, ‘se un uomo giace con un uomo come con una donna, entrambi hanno commesso un abominio’ (Lev. 20:13), ‘gli uomini che praticano l’omosessualità non erediteranno il regno di Dio’ (1 Cor. 6:9); ‘la pratica dell’omosessualità è contraria alla sana dottrina’ (1 Tm. 1:10). Ma vi dico che per le persone che sentono l’attrazione dello stesso sesso ‘dobbiamo creare una legge di unione civile’. In questo modo sono legalmente coperti”.
 
Ogni Pastore della Chiesa, e il Papa soprattutto, dovrebbe sempre ricordare agli altri queste gravi parole di Nostro Signore: “Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.” (Mt 5,19). Ogni papa deve tenere molto a cuore ciò che il Concilio Vaticano I ha proclamato: “Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede”. (Costituzione dogmatica Pastor aeternus, cap. 4). 
La promozione di un’unione legale affinché uno stile di vita contro l’esplicito Comandamento di Dio, contro la natura umana e contro la ragione umana sia legalmente coperto, è una nuova dottrina, che “cuce nastri magici a ogni polso e preparano veli per le teste di persone” (Ez. 13,18), una nuova dottrina che “perverte la grazia del nostro Dio in piacere sessuale” (Giuda 4), una dottrina che è evidentemente contro la Rivelazione divina e il perenne insegnamento della Chiesa di tutti i tempi. Tale dottrina complotta con il peccato, ed è quindi una misura molto anti-pastorale. Promuovere uno stile di vita giuridico del peccato è contro il nucleo stesso del Vangelo, poiché le persone che vivono in unioni omosessuali attraverso i loro atti sessuali offendono gravemente Dio. La Madonna di Fatima ha fatto l’appello materno a tutta l’umanità affinché smetta di offendere Dio, che è già troppo offeso. 
La seguente voce del Magistero fa fedelmente eco alla voce di Gesù Cristo, Nostro Divino Maestro, alla Verità Eterna, alla voce della Chiesa e dei Papi di tutti i tempi: 
  • “La legge civile non può contraddire la retta ragione senza perdere la sua forza vincolante per la coscienza”. (cfr. Giovanni Paolo II, Enciclica Evangelium vitae, 72) 
  • “Le legislazioni favorevoli alle unioni omosessuali sono contrarie alla retta ragione perché conferiscono garanzie giuridiche, analoghe a quelle dell’istituzione matrimoniale, all’unione tra due persone dello stesso sesso. Considerando i valori in gioco, lo Stato non potrebbe legalizzare queste unioni senza venire meno al dovere di promuovere e tutelare un’istituzione essenziale per il bene comune qual è il matrimonio.” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni sulle proposte per il riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessualin. 6)
  • “Ci si può chiedere come può essere contraria al bene comune una legge che non impone alcun comportamento particolare, ma si limita a rendere legale una realtà di fatto che apparentemente non sembra comportare ingiustizia verso nessuno. A questo proposito occorre riflettere innanzitutto sulla differenza esistente tra il comportamento omosessuale come fenomeno privato, e lo stesso comportamento quale relazione sociale legalmente prevista e approvata, fino a diventare una delle istituzioni dell’ordinamento giuridico. Il secondo fenomeno non solo è più grave, ma acquista una portata assai più vasta e profonda, e finirebbe per comportare modificazioni dell’intera organizzazione sociale che risulterebbero contrarie al bene comune. Le leggi civili sono principi strutturanti della vita dell’uomo in seno alla società, per il bene o per il male. Esse « svolgono un ruolo molto importante e talvolta determinante nel promuovere una mentalità e un costume ».(14) Le forme di vita e i modelli in esse espresse non solo configurano esternamente la vita sociale, bensì tendono a modificare nelle nuove generazioni la comprensione e la valutazione dei comportamenti. La legalizzazione delle unioni omosessuali sarebbe destinata perciò a causare l’oscuramento della percezione di alcuni valori morali fondamentali e la svalutazione dell’istituzione matrimoniale.”. (ibidem) 
  • “Le relazioni sessuali sono umane quando e in quanto esprimono e promuovono il mutuo aiuto dei sessi nel matrimonio e rimangono aperte alla trasmissione della vita”. (ibidem, n. 7) 
  • “Mettendo l’unione omosessuale su un piano giuridico analogo a quello del matrimonio o della famiglia, lo Stato agisce arbitrariamente ed entra in contraddizione con i propri doveri.”. (ibidem, n. 8) 
  • “Non attribuire lo statuto sociale e giuridico di matrimonio a forme di vita che non sono né possono essere matrimoniali non si oppone alla giustizia, ma, al contrario, è da essa richiesto. Ci sono invece buone ragioni per affermare che tali unioni sono nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale”. (ibidem) 
  • “Costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive per la generalità del corpo sociale” (ibidem, n. 9).” 
  • “Vi è il pericolo che una legislazione che faccia dell’omosessualità una base per avere dei diritti possa di fatto incoraggiare una persona con tendenza omosessuale a dichiarare la sua omosessualità o addirittura a cercare un partner allo scopo di sfruttare le disposizioni della legge. (Congregazione per la Dottrina della Fede, Alcune considerazioni sulla risposta alle proposte legislative sulla non discriminazione delle persone omosessuali, 24 luglio 1992, n. 14). 
Tutti i cattolici, sia che siano fedeli laici come bambini piccoli, come giovani uomini e giovani donne, come padri e madri di famiglia, sia che siano consacrati, come suore di clausura, come sacerdoti e come vescovi, sono inviolabilmente custodi e “in lotta per la fede che è stata una volta e per sempre consegnata ai santi” (Giuda 3), e che per questo motivo sono disprezzati ed emarginati alla periferia nella vita della Chiesa dei nostri giorni, dovrebbe piangere e gridare a Dio che, per potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria, che a Fatima ha detto che la gente dovrebbe smettere di offendere Dio, che è già troppo offeso, Papa Francesco possa convertirsi e ritrattare formalmente la sua approvazione per le unioni civili omosessuali, al fine di confermare i suoi fratelli, come il Signore gli ha comandato (vedi Luca 22, 32).
 
Tutti questi piccoli nella Chiesa (bambini, giovani uomini, giovani donne, padri e madri di famiglia, suore di clausura, sacerdoti, vescovi) direbbero sicuramente a papa Francesco: Santo Padre, per la salvezza della tua anima immortale, per la salvezza delle anime di tutte quelle persone che, attraverso la tua approvazione delle unioni omosessuali, con i loro atti sessuali offendono gravemente Dio ed espongono le loro anime al pericolo di perdersi per sempre, convertiti, ritira la tua approvazione e proclama con tutti i tuoi predecessori il seguente immutabile insegnamento della Chiesa: 
“La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali”. (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni sulle proposte per il riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, n. 11) 
“Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società.”. (ibidem, n. 11) 
Con l’incredibile approvazione delle unioni tra persone dello stesso sesso da parte del Papa, tutti i veri figli della Chiesa si sentono orfani, non sentono più la voce chiara e inequivocabile del Papa, che deve conservare inviolabilmente e fedelmente esporre la Rivelazione, il Deposito della Fede, consegnato attraverso gli Apostoli. 
I veri figli della Chiesa dei nostri giorni potrebbero usare queste parole del Salmo 137, dicendo: Ci sentiamo come in esilio, vicino ai fiumi di Babilonia, piangendo quando ricordiamo Sion, quando ricordiamo l’insegnamento luminoso e cristallino dei papi, della nostra Santa Madre Chiesa. Eppure crediamo incrollabilmente nelle parole di Nostro Signore, che le porte dell’inferno non prevarranno contro la Sua Chiesa. Il Signore verrà, anche se arriverà tardi, solo nella quarta guardia della notte, per calmare la tempesta all’interno della Chiesa, per calmare la tempesta all’interno del papato dei nostri giorni, e dirà: “Coraggio, sono io. Non abbiate paura. O tu di poca fede, perché hai dubitato? E quando salirono sulla barca, il vento cessò”. (Mt 14,27; 32-33) Nostro Signore dirà anche a papa Francesco: “Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima? 27 Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.”. (Mt 16,26-27); e Nostro Signore dirà in aggiunta a Papa Francesco: “ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).


 

 

7 commenti:

  1. Queste citazioni prese dall'antico testamento sono sublimi. Gloria a Dio! Ma la Chiesa cattolica su altro non segue la scrittura...le statue baciate, le immagini sacre sono vietate nell'antico testamento. Dio odia e vieta la costruzione di statue da adorare e l'adorazione ( non vedo la differenza con la venerazione) deve essere esclusiva a Lui e come ha detto Gesù solo in spirito e verità.
    Quindi come la mettiamo? I preti che non fanno sposare pure quelli che vorrebbero? Dio li autorizza nella scrittura basta la donna sia vergine. Ci sono passi in cui in Deuteronomio si parla di divorzio. I protestanti possono citare la Bibbia come monito, i cattolici no. Il Papa ha un magistero e può adattare ahimè la dottrina come hanno sempre fatto. Nessuno è d'accordo con le unioni civili ai gay perché se tutti fossimo gay la specie si estinguerebbe, è contro la vita. I gay vanno rispettati e non perseguitati ma non possono darci lezioni su come si vive, è una vergogna, loro pure devono dare rispetto alla società. Il punto è un altro: la chiesa cattolica ha un magistero o un ministero? Perché se ha un ministero, prendiamo in mano la Bibbia e risistemiamo molte cose.

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  2. La Chiesa ha ucciso con crociate eppure Dio ha detto non uccidere. Vi preoccupate di gay e non di altre cose strane che hanno fatto i papi

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    1. "Non uccidere" riguarda il nemico privato, cioè il nemico personale (l'inimicus), non il nemico pubblico (l'hostis): è naturale che in battaglia devi combattere, proprio per amore della tua comunità. Gesù non ha mai detto di sottrarsi all'impegno per la tua comunità.

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    2. Nemico pubblico? Le guerre solo Dio le può fare. Allora l inquisizione? Non si uccide. La chiesa moderna su alcune cose è migliore papa san giovanni paolo secondo ha chiesto scusa.

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  3. Molto addolorato, il Papà è incomprensibile e poco lineare. I gay non entrano nel regno dei cieli. Però i commenti precedenti non sbagliano, tante volte la chiesa non ha seguito la scrittura. Anche il ragazzo che ha rapito gli idoli è stato ladro in quel momento, la fornicazione con le prostitute che il clero ha fatto nei secoli non rende in molti adatti al regno dei cieli. Nei retrobottega delle parrocchie c'è via vai di donne, che entrano dalla porta grande ed escono dalla porta di servizio e gli viene concessa la comunione a tutte le ore. Meglio il matrimonio che questa pornografia nascosta. Sulle crociate era legittima difesa? Le statue non ho capito se venerazione e adorazione sono uguali.Bergoglio non è ipocrita e gioca su questo. Preghiamo fratelli

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    1. Ci sono anche gay bravi. Gay ci si nasce non è una scelta. È vero alcuni preti si comportano male corrompono le donne. Ma anche queste donne hanno colpa.Poi pure gli scandali di pedofilia. Nel clero pure c'e omosessualita

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    2. I preti fanno voto di celibato e non di castità e in un'epoca dove le donne non sono controllate e rimangono single anche a tarda età dopo partner multipli e le giovani invece piene di malizia e superficialità farle avvicinare nelle Chiese da preti maschi non va bene. In questa epoca peggio delle precedenti il matrimonio dei preti con donne vergini e spirituali salverebbe da molti problemi. A me i preti fanno pena, sono esseri umani hanno bisogno di affetto ma in modo puro e ordinato come è il matrimonio. Frati e suore è un'altra storia infatti fanno voto di castità. Se si togliesse il celibato tornerebbero tantissime vocazioni. Una volta erano più puri ma potevano fare di nascosto molto più di adesso. Su questo Papa Francesco deve andare fino in fondo per salvare le anime dei preti che altrimenti fanno peccato.

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