Riceviamo e pubblichiamo.
QUI su MiL il testo della lettera.
Vorremmo essere ottimisti come l'amico don Alfredo...
Luigi
Commento alla lettera del Card.
Sarah
È stata resa nota nei giorni scorsi una lettera della
Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti, con la quale – a fronte di
follie liturgiche che sono passate come un rullo compressore sulle spalle, e
soprattutto sui cuori, di molti fedeli – è stato posto oggettivamente un argine
a dette abominazioni.
E ciò è un fatto assolutamente positivo.
Lascio a chi legge il giudizio sulla verisimiglianza della
corrispondenza delle mie ipotesi con i fatti come potrebbero essersi realmente
svolti.
Il Card. Sarah ha ricevuto migliaia di lettere di cristiani
affranti dopo le folli disposizioni “sacrilego-epidemiologiche” della prostratissima
chiesa democratica costituzionalista italiana.
Il suo buon cuore da tempo lo sollecitava ad intervenire:
“Che faccio” – mi immagino la scena – “intervengo o no? Intervengo certo, ma…”,
ma… ma… e nella testa del buon Cardinale balenava questa preoccupazione: “Se
intervengo senza parlarne col Santo Padre…” – e ha pensato Santo Padre perché
il Santo Cardinale, nonostante gli oltraggi ricevuti, nutre un grandissimo
rispetto filiale, fedele, teologico, per chi – (ognuno aggiunga qui gli avverbi
che crede, rimanendo possibilmente in ciò che i dieci comandamenti permettono)
– è Papa.
Ma torniamo nella mente del Cardinale: “Se scrivo un lettera
senza fargliela vedere, mi contraddice pubblicamente, e allora la situazione
per questi poveri fedeli (non per me, sia chiaro) diventa peggiore della prima”.
Immagino i sudori, le preghiere, i digiuni, le penitenze del
Cardinale, e la conclusione… “Vado come la Regina Ester dal Re, affido tutto a
Colei che la Regina Ester prefigurava, e vediamo come butta”.
E allora ecco spiegata la storia della redazione del
documento.
Lo scopo essenziale della lettera, che, sudando freddo, il
Card. Sarah è riuscito a mantenere:
“La dovuta attenzione alle norme igieniche e di sicurezza
non può portare alla sterilizzazione dei gesti e dei riti, all’induzione, anche
inconsapevole, di timore e di insicurezza nei fedeli”.
“Si riconosca ai fedeli il diritto di ricevere il Corpo di
Cristo e di adorare il Signore presente nell’Eucaristia nei modi previsti,
senza limitazioni che vadano addirittura al di là di quanto previsto dalle
norme igieniche emanate dalle autorità pubbliche o dai Vescovi”.
E tuttavia non poteva mancare il coltello lasciato dalla
parte del manico a chi lo ha avuto fino ad ora:
“Un principio sicuro per non sbagliare è l’obbedienza.
Obbedienza alle norme della Chiesa, obbedienza ai Vescovi. In tempi di
difficoltà (ad esempio pensiamo alle guerre, alle pandemie) i Vescovi e le
Conferenze Episcopali possono dare normative provvisorie alle quali si deve
obbedire”.
E questa frase potrebbe essere stata il prezzo da pagare per
il resto della lettera, bellissima e dai contenuti dottrinali e tenore
spirituale altissimo: da quanto mancava un documento ufficiale della Chiesa che
parla di Dio e delle cose di Dio, in questi termini!? Non si parla né di
ambiente, né di migranti, de di fratelli di altra religione… insomma di tutti
quelle cose di cui abbiamo fatto abbondante indigestione; ma si parla di Dio,
del Sacro, delle cose di Dio.
Che valutazione dare? Se ci aspettavamo l’asso di
briscola, che potesse risolvere in cinque minuti la sovversione della
liturgia iniziata secoli fa, e se pensassimo o questo o niente, saremmo
degli incontentabili poveri illusi.
Invece, se teniamo presente lo scacchiere oggettivo in cui
ci troviamo - una sanguinosa battaglia in cui i commilitoni cadono uno dopo
l’altro a destra e a sinistra -, qualcuno che raccoglie il vessillo della
verità e o tiene in alto, è molto: adesso sta a noi combattere, senza scaricare
la responsabilità di tutta la battaglia sul pur santo Alfiere.
Parrocchia dopo parrocchia,
spiegare con pazienza al Parroco le cose elementari, al prezzo di essere
sbeffeggiati, sperando di trovare qualche Dionigi Areopagita; vivere la S.
Messa come il Cardinale ha scritto; studiare la buona teologia della Messa per
saperla spiegare ai nostri figli orfani del catechismo dove gli si spiega solo
la raccolta differenziata etc. etc.
Mi dici che è troppo poco? E io ti dico: “Tu sei pazzo”.
Mi dici che questo è lungo e che ci vuole troppo tempo? E io
ti dico: “Prima si comincia prima si finisce”.