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mercoledì 16 settembre 2020

Don Alfredo Morselli: commento alla lettera del Card. Sarah


Riceviamo e pubblichiamo.
QUI su MiL il testo della lettera.
Vorremmo essere ottimisti come l'amico don Alfredo...
Luigi
Commento alla lettera del Card. Sarah

È stata resa nota nei giorni scorsi una lettera della Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti, con la quale – a fronte di follie liturgiche che sono passate come un rullo compressore sulle spalle, e soprattutto sui cuori, di molti fedeli – è stato posto oggettivamente un argine a dette abominazioni.
E ciò è un fatto assolutamente positivo.
 Detto questo, è vero che avremmo preferito molto di più, ma in guerra – perché siamo in guerra, la guerra che lucifero ha dichiarato molto tempo fa, nel disgraziatissimo secondo istante della sua esistenza, contro la stirpe della Donna – c’è anche il nemico; e allora non si deve disprezzare un piccolo successo, se non si può vincere subito la guerra.

 Ma vediamo come è andata tutta la vicenda: e qui  mi immagino la scena, mi permetto di fare una ricostruzione, puramente congetturale, sebbene essa poggi su alcuni fatti che so per certo.
Lascio a chi legge il giudizio sulla verisimiglianza della corrispondenza delle mie ipotesi con i fatti come potrebbero essersi realmente svolti.

Il Card. Sarah ha ricevuto migliaia di lettere di cristiani affranti dopo le folli disposizioni “sacrilego-epidemiologiche” della prostratissima chiesa democratica costituzionalista italiana.
Il suo buon cuore da tempo lo sollecitava ad intervenire: “Che faccio” – mi immagino la scena – “intervengo o no? Intervengo certo, ma…”, ma… ma… e nella testa del buon Cardinale balenava questa preoccupazione: “Se intervengo senza parlarne col Santo Padre…” – e ha pensato Santo Padre perché il Santo Cardinale, nonostante gli oltraggi ricevuti, nutre un grandissimo rispetto filiale, fedele, teologico, per chi – (ognuno aggiunga qui gli avverbi che crede, rimanendo possibilmente in ciò che i dieci comandamenti permettono) – è Papa.
Ma torniamo nella mente del Cardinale: “Se scrivo un lettera senza fargliela vedere, mi contraddice pubblicamente, e allora la situazione per questi poveri fedeli (non per me, sia chiaro) diventa peggiore della prima”.
Immagino i sudori, le preghiere, i digiuni, le penitenze del Cardinale, e la conclusione… “Vado come la Regina Ester dal Re, affido tutto a Colei che la Regina Ester prefigurava, e vediamo come butta”.
E allora ecco spiegata la storia della redazione del documento.
Lo scopo essenziale della lettera, che, sudando freddo, il Card. Sarah è riuscito a mantenere:

“La dovuta attenzione alle norme igieniche e di sicurezza non può portare alla sterilizzazione dei gesti e dei riti, all’induzione, anche inconsapevole, di timore e di insicurezza nei fedeli”.

“Si riconosca ai fedeli il diritto di ricevere il Corpo di Cristo e di adorare il Signore presente nell’Eucaristia nei modi previsti, senza limitazioni che vadano addirittura al di là di quanto previsto dalle norme igieniche emanate dalle autorità pubbliche o dai Vescovi”.

E tuttavia non poteva mancare il coltello lasciato dalla parte del manico a chi lo ha avuto fino ad ora:
“Un principio sicuro per non sbagliare è l’obbedienza. Obbedienza alle norme della Chiesa, obbedienza ai Vescovi. In tempi di difficoltà (ad esempio pensiamo alle guerre, alle pandemie) i Vescovi e le Conferenze Episcopali possono dare normative provvisorie alle quali si deve obbedire”.

E questa frase potrebbe essere stata il prezzo da pagare per il resto della lettera, bellissima e dai contenuti dottrinali e tenore spirituale altissimo: da quanto mancava un documento ufficiale della Chiesa che parla di Dio e delle cose di Dio, in questi termini!? Non si parla né di ambiente, né di migranti, de di fratelli di altra religione… insomma di tutti quelle cose di cui abbiamo fatto abbondante indigestione; ma si parla di Dio, del Sacro, delle cose di Dio.
Che valutazione dare? Se ci aspettavamo l’asso di briscola, che potesse risolvere in cinque minuti la sovversione della liturgia iniziata secoli fa, e se pensassimo o questo o niente, saremmo degli incontentabili poveri illusi.
Invece, se teniamo presente lo scacchiere oggettivo in cui ci troviamo - una sanguinosa battaglia in cui i commilitoni cadono uno dopo l’altro a destra e a sinistra -, qualcuno che raccoglie il vessillo della verità e o tiene in alto, è molto: adesso sta a noi combattere, senza scaricare la responsabilità di tutta la battaglia sul pur santo Alfiere.
Parrocchia dopo parrocchia,  spiegare con pazienza al Parroco le cose elementari, al prezzo di essere sbeffeggiati, sperando di trovare qualche Dionigi Areopagita; vivere la S. Messa come il Cardinale ha scritto; studiare la buona teologia della Messa per saperla spiegare ai nostri figli orfani del catechismo dove gli si spiega solo la raccolta differenziata etc. etc.
Mi dici che è troppo poco? E io ti dico: “Tu sei pazzo”.
Mi dici che questo è lungo e che ci vuole troppo tempo? E io ti dico: “Prima si comincia prima si finisce”.