Come esprimervi la Nostra profonda soddisfazione di incontrarvi, la Nostra gratitudine per aver voluto corrispondere al Nostro vivo desiderio di salutare, attraverso voi, le grandi comunità musulmane sparse per l’Africa, permettendoci così di esprimervi il Nostro grande rispetto per la fede che voi professate e i Nostri voti affinché ciò che è comune fra noi unisca sempre più cristiani e musulmani in una fraternità autentica?
Permetteteci di confidarvi che, dal Nostro arrivo sulla terra d’Africa, Noi non abbiamo cessato di portare nella Nostra preghiera e nel Nostro cuore il destino umano e spirituale di tutti gli uomini d’Africa, nella profonda convinzione che la credenza comune di milioni di essi nell’onnipotente non poteva che attirare sull’Africa i benefici che essa può attendere dalla sua Provvidenza, dal suo Amore, e, in primo luogo, l’unità e la pace tra i figli dell’Africa. Sì, Noi siamo sicuri di essere in comunione con voi, Signori Rappresentanti dell’Islam, quando Noi imploriamo l’Altissimo di suscitare nel cuore di tutti i credenti dell’Africa il desiderio della riconciliazione, del perdono sì spesso raccomandato nel Vangelo e nel Corano, affinché sui luoghi dove infierisce ancora la guerra, cessi di risonare il terribile interrogativo di Jahvé a Caino: « Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida dalla terra fino a me!» (Gen. 4, 10).
Questa è la grande intenzione del Nostro pellegrinaggio in questi luoghi sacri: non una manifestazione di potenza o di prestigio, ma l’umile e ardente invocazione della Pace presso i gloriosi protettori dell’Africa, testimoni dell’Amore fino al dono della loro vita. Come non assoceremmo Noi a questa testimonianza di pietà e di fedeltà dei martiri cattolici e protestanti la memoria di quei confessori della fede musulmana, la cui storia ci ricorda che sono stati i primi, nel 1848, a pagare con la vita il rifiuto di trasgredire le prescrizioni della loro religione?
Che su questo suolo, impregnato del sangue versato in comune dai figli generosi delle comunità cattoliche, protestanti e musulmane dell’Uganda, si levi, per tutta l’Africa, il sole della Pace e dell’amore fraterno! Possa questo Nostro incontro con voi, Signori Rappresentanti dell’Islam, essere l’annunzio e l’inizio di una unità alla quale Dio ci chiama insieme ad operare per la sua più grande gloria e per la felicità dell’Africa.
Quindi, secondo Papa Montini, l'islam contribuisce alla gloria di Dio?! E c'è qualcuno che vede la crisi iniziare con Bergoglio! Ditemi voi se si può sentire un'enormità simile...ed eravamo ancora negli anni '60! Papa Francesco è un chierichetto in confronto a questo distruttore patentato alacremente fatto ascendere ai...tavoli.
Poi discorso blasfemo già da allora (poi si critica Bergoglio), chiamando "martiri" i musulmani che furono uccisi per non aver abiurato alla loro falsa religione. I "martiri" sono solo nella vera religione cattolica, il resto sono soltanto vittime.
Adesso c'è la "chiesa dialogante" e i martiri sono spazzati sotto il tappeto come se ci fosse da vergognarsi di loro! Allucinante, se si pensa anche alle fatiche di milioni di missionari che hanno sopportato le privazioni più estreme per portare Cristo alle anime e molti hanno testimoniato col sangue. Si sono aperte le finestre al mondo ed è entrato il tornado a far piazza pulita. Di questi tempi si ringraziano i muslim e, se non sei d'accordo, sei un pericoloso estremista arroccato nel medioevo!
Libro delle preghiere di Liberazione dal Maligno alla mano, rosari di ogni tipo: per i sacerdoti defunti, dell'Addolorata, del Bambino Gesù di Praga, corone angeliche, e penitenze notturne, canti di lode comunitaria, grazie al lock down, insieme ai sacerdoti che ci permettono di usufruire della loro benedicente presenza. Pregare, pregare, e chiedere la riconversione in Chiese cattoliche ovunque: nessuna moschea.
Signori Dignitari e Rappresentanti dell’Islam,
RispondiEliminaCome esprimervi la Nostra profonda soddisfazione di incontrarvi, la Nostra gratitudine per aver voluto corrispondere al Nostro vivo desiderio di salutare, attraverso voi, le grandi comunità musulmane sparse per l’Africa, permettendoci così di esprimervi il Nostro grande rispetto per la fede che voi professate e i Nostri voti affinché ciò che è comune fra noi unisca sempre più cristiani e musulmani in una fraternità autentica?
Permetteteci di confidarvi che, dal Nostro arrivo sulla terra d’Africa, Noi non abbiamo cessato di portare nella Nostra preghiera e nel Nostro cuore il destino umano e spirituale di tutti gli uomini d’Africa, nella profonda convinzione che la credenza comune di milioni di essi nell’onnipotente non poteva che attirare sull’Africa i benefici che essa può attendere dalla sua Provvidenza, dal suo Amore, e, in primo luogo, l’unità e la pace tra i figli dell’Africa. Sì, Noi siamo sicuri di essere in comunione con voi, Signori Rappresentanti dell’Islam, quando Noi imploriamo l’Altissimo di suscitare nel cuore di tutti i credenti dell’Africa il desiderio della riconciliazione, del perdono sì spesso raccomandato nel Vangelo e nel Corano, affinché sui luoghi dove infierisce ancora la guerra, cessi di risonare il terribile interrogativo di Jahvé a Caino: « Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida dalla terra fino a me!» (Gen. 4, 10).
Questa è la grande intenzione del Nostro pellegrinaggio in questi luoghi sacri: non una manifestazione di potenza o di prestigio, ma l’umile e ardente invocazione della Pace presso i gloriosi protettori dell’Africa, testimoni dell’Amore fino al dono della loro vita. Come non assoceremmo Noi a questa testimonianza di pietà e di fedeltà dei martiri cattolici e protestanti la memoria di quei confessori della fede musulmana, la cui storia ci ricorda che sono stati i primi, nel 1848, a pagare con la vita il rifiuto di trasgredire le prescrizioni della loro religione?
Che su questo suolo, impregnato del sangue versato in comune dai figli generosi delle comunità cattoliche, protestanti e musulmane dell’Uganda, si levi, per tutta l’Africa, il sole della Pace e dell’amore fraterno! Possa questo Nostro incontro con voi, Signori Rappresentanti dell’Islam, essere l’annunzio e l’inizio di una unità alla quale Dio ci chiama insieme ad operare per la sua più grande gloria e per la felicità dell’Africa.
DISCORSO DI PAOLO VI
AI RAPPRESENTANTI DELL'ISLAM
Venerdì, 1° agosto 1969
http://www.vatican.va/content/paul-vi/it/speeches/1969/august/documents/hf_p-vi_spe_19690801_comunita-islamiche.html
Ha parlato il picconatore! E l'han fatto pure "santo"! Viste le premesse, oggi tutti i cattolici dovrebbero essere felici dell'avvenimento.
EliminaQuindi, secondo Papa Montini, l'islam contribuisce alla gloria di Dio?! E c'è qualcuno che vede la crisi iniziare con Bergoglio! Ditemi voi se si può sentire un'enormità simile...ed eravamo ancora negli anni '60!
EliminaPapa Francesco è un chierichetto in confronto a questo distruttore patentato alacremente fatto ascendere ai...tavoli.
Poi discorso blasfemo già da allora (poi si critica Bergoglio), chiamando "martiri" i musulmani che furono uccisi per non aver abiurato alla loro falsa religione.
EliminaI "martiri" sono solo nella vera religione cattolica, il resto sono soltanto vittime.
Penso solo a quanti, nai secoli, han dato la loro vita per la Fede.....
EliminaAdesso c'è la "chiesa dialogante" e i martiri sono spazzati sotto il tappeto come se ci fosse da vergognarsi di loro!
EliminaAllucinante, se si pensa anche alle fatiche di milioni di missionari che hanno sopportato le privazioni più estreme per portare Cristo alle anime e molti hanno testimoniato col sangue.
Si sono aperte le finestre al mondo ed è entrato il tornado a far piazza pulita. Di questi tempi si ringraziano i muslim e, se non sei d'accordo, sei un pericoloso estremista arroccato nel medioevo!
Libro delle preghiere di Liberazione dal Maligno alla mano, rosari di ogni tipo: per i sacerdoti defunti, dell'Addolorata, del Bambino Gesù di Praga, corone angeliche, e penitenze notturne, canti di lode comunitaria, grazie al lock down, insieme ai sacerdoti che ci permettono di usufruire della loro benedicente presenza.
RispondiEliminaPregare, pregare, e chiedere la riconversione in Chiese cattoliche ovunque: nessuna moschea.