In relazione al nostro ultimo post QUI, ci risulta da fonti attendibili di alcuni vescovi che la CEI ha invitato i vescovi che hanno compilato il questionario sull'accoglimento e l’applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum in Italia a NON inviare le loro risposte alla Congregazione per la Dottrina della Fede (come richiesto dallo stesso Dicastero) ma alla Conferenza Episcopale Italiana (con il termine del 30 giugno): una apposita commissione (in seno all'Ufficio Liturgico?) avrebbe provveduto a riassumere le risposte e inviarle poi alla CdF entro il 31 luglio.
La comunicazione sarebbe avvenuta qualche tempo fa: pare il 7 marzo (o il 7 aprile)...
Ci piacerebbe sapere la motivazione di questo invito.
Non è difficile immaginare che tipo di risposta la premurosa commissione ad hoc (o l'Ufficio Liturgico della CEI) della CEI abbia inviato ai piani superiori: diminuzione della reale consistenza dei gruppi stabili? Covi di "nemici del Papa"? Perturbatori dell'unità ecclesiale? Lasciamo a Voi immaginare e, volesse il Cielo che i nostri timori siano temerari.
Non è difficile immaginare che tipo di risposta la premurosa commissione ad hoc (o l'Ufficio Liturgico della CEI) della CEI abbia inviato ai piani superiori: diminuzione della reale consistenza dei gruppi stabili? Covi di "nemici del Papa"? Perturbatori dell'unità ecclesiale? Lasciamo a Voi immaginare e, volesse il Cielo che i nostri timori siano temerari.
Ci chiediamo anche il perchè di questa singolare "premura" della Cei nell'avocare a sè un argomento così, apparentemente, di nicchia e di cui si occupa la CDF.
Ricordiamo che, all'inizio del pontificato di Papa Francesco, al primo incontro con la Cei, già molti vescovi (anche quelli Pugliesi) provarono a bloccare il Summorum Pontificum.
Siamo troppo maliziosi se identifichiamo in questa iniziativa una ghiotta occasione per loro per divorare finalmente la tanto odiata e osteggiata tradizione liturgica?
Senz'altro il "lasciate fare a noi" diretto agli Ordinari non promette niente di buono.
Ci piacerebbe sapere come sono andate veramente le cose: invitiamo caldamente i singoli vescovi ad inviare le risposte DIRETTAMENTE alla CdF (come per fortuna ci risulta abbiano già fatto alcuni).
Se fosse vero quanto temiamo, sarebbe veramente scandaloso: sarebbe limitata la libertà dei singoli vescovi, e la sinodalità sarebbe ridotta alla "volontà generale" espressa compiutamente da illuminate conventicole di pensiero (Jean-Jacques Rousseau docet).
Saremmo altresì schifati da questa procedura surrettizia per cercare di affossare un legittimo carisma della S. Chiesa di Dio.
La Redazione di MiL