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venerdì 19 giugno 2020

Liturgia, tradizione e dintorni - III parte. Liturgia antica un tesoro da riscoprire; il simbolismo liturgico antico

III parte della collana "Liturgia, tradizione e dintorni" (qui la I parte di presentazione, qui la II parte sulla bellezza della liturgia antica). 
Continuala presentazione a cura di don Marco Begato SDB degli opuscoli pubblicati da Amicizia Liturgica, brevissime pubblicazioni in forma di volantino, pensate per avvicinare i fedeli all’uso della Messa in latino. Qui vengono presentati i numeri dal 5 al 7 (prima parte sul tesoro della liturgia antica) e i numeri dal 8 al 10 (sulla ricchezza del simbolismo del rito antico). 
Roberto


La Liturgia tradizionale un tesoro da riscoprire

Il simbolismo liturgico antico


Oggi parliamo di una doppia trilogia – per così dire – che copre le pubblicazioni centrali della serie, fino ad oggi. 


I numeri dal 5 al 7 sviluppano un unico concetto: “La liturgia tradizionale, un tesoro da riscoprire” e nuovamente confermano alcune idee cui avevamo accennato nei precedenti articoli. 
La Liturgia tradizionale è un autentico tesoro, che quindi dovrebbe per ciò stesso richiamare l’interesse di tutti; invece la liturgia tradizionale è una realtà per lo più ignota, spesso anche a pastori, teologi e formatori.

 E questa coppia di concetti è immediatamente affrontata nell’esordio del sussidio numero 5. Esso muove da un espressione di Universae Ecclesiae (UE), l’Istruzione universale che specifica i criteri di assunzione e applicazione del Summorum Pontificum. E il fatto che la UE definisca ‘tesoro’ il rito antico è un dato eminente che deve attirare la nostra attenzione: non una concessione, non una vergogna, non un compromesso, ma un tesoro. Sempre UE chiede accoratamente, e ciò è coerente con la natura preziosa del rito tridentino, che gli Ordinari promuovano la Missa, il che implica che la conoscano e la facciano conoscere. Ma per chi è tesoro la Messa in latino? I dati mostrano un interesse specifico dei giovani, curiosi e liberi per natura, che però si accompagna a una diffusione ben più ampia, tale da mostrare che il Rito antico è un tesoro per tutti. 


L'inserto numero 6 focalizza la propria attenzione su uno degli elementi che rendono la Liturgia tradizionale un autentico tesoro: la robustezza con cui essa conserva e mostra la dottrina cattolica nella sua integrità. E così, a fronte dei recenti studi ISTAT relativi all’incremento di ignoranza religiosa nel Popolo di Dio, ecco imporsi la struttura del cerimoniale antico, che nei gesti e nei testi è costruito in modo da illustrare con completezza e chiarezza i contenuti della nostra fede. Sono in particolare i misteri della unità e Trinità divina e sull’Incarnazione, passione, morte e risurrezione di N.S G.C. a tessere trama e ordito di ogni Messa antica. Altri elementi, colti da varie parti dell’Ordinario e del Proprio, arricchiscono tale testimonianza, alimentando per esempio una devozione ricca alla Madonna e ai Santi. 

In tale ottica prosegue il numero 7 della collana, che attingendo all’uno e all’altro elemento della struttura cerimoniale indica altri preziosi apporti della tradizione ai nuclei della fede. Si segnalano nello specifico: i novissimi, l’ecclesiologia, l’ecumenismo – tutti elementi che la liturgia tradizionale purifica, corregge e nobilita nella loro autentica essenza. Un ultimo approfondimento è dedicato all’utilizzo della lingua latina, le cui qualità celebrative e sacrali sono ben compendiate nelle facciate conclusive del testo. 
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La seconda triade di opuscoli ci porta a presentare i numeri 8, 9 e 10. 
Se i precedenti mostravano nella ortodossia della dottrina un motivo per considerare il rito tradizionale quale tesoro nella e della Chiesa, nel prosieguo si sottolinea la ricchezza del “simbolismo” liturgico antico che “parla all’universo interiore dell’uomo”

In primo luogo, col numero 8, si introduce il concetto di uomo come animal simbolicum e la conseguente esigenza di parlare non solo alla mente dei fedeli, ma al complesso della loro sensibilità e personalità. Quindi ci si sofferma sulla ricchezza simbolica garantita dalla cura dei gesti di adorazione e dalla custodia del silenzio nelle cerimonie. 

Il depliant numero 9 accenna al valore che immagini e simboli continuano a mostrare nella nostra cultura, per esempio nella forma sempre gradita e apprezzata delle liturgie sportive e militari, per portarsi a elogiare e illustrare alcuni dei nostri più importanti simboli: ceri, turibolo, pietra, corporale, dita, baci – una foresta di simboli, variegati e stratificati, come insegna il padre C. Barthe. 

E in tali fronde risuona una musica unica: il gregoriano. Ecco dunque che la panoramica sul simbolismo rituale si conclude nello scritto numero 10 con un’ampia riflessione che entra nel merito della musica gregoriana e di quel tesoro speciale che è il salterio – scrigno di valori teologici, estetici, storici, spirituali. E così la Liturgia antica assicura il proprio contributo kerygmatico, catechetico e persino affettivo, per una formazione completa e rigorosa, dolce e affascinante, del nostro cammino cristiano. 

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Ente promotore: associazione Amicizia Liturgica
Serie: Liturgia, tradizione e dintorni
Fascicolo 5: La liturgia tradizionale. Un tesoro da riscoprire. Prima parte.
Fascicolo 6: 2. Il tesoro della liturgia tradizionale. La forza granitica della dottrina cattolica.
Fascicolo 7: Il tesoro della liturgia tradizionale. La forza granitica della dottrina cattolica. Terza parte.
Fascicolo 8: Il tesoro della liturgia tradizionale. Un ricco simbolismo che parla all’universo interiore dell’uomo. Prima parte.
Fascicolo 9: Il tesoro della liturgia tradizionale. Un ricco simbolismo che parla all’universo interiore dell’uomo. Seconda parte.
Fascicolo 10: Il tesoro della liturgia tradizionale. Un ricco simbolismo che parla all’universo interiore dell’uomo. Terza parte.
Per richiedere copie: https://www.cristomorfosis.it/shop mail: info@cristomorfosis.it

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