Abbiamo già dato notizia riportando il testo(commentato di don Nicola Bux), del messaggo che sta girando da qualche giorno nelle chiese dal titolo "la comunione [minuscolo! n.d.r.] in bocca, è un'abitudine che potremmo abbandonare" con lo scopo di spiegare e sostenere la fondatezza della pratica di ricevere la S. Comunione in mano.
Chiariamo nuovamente che quella di riceverla in bocca non è un'abitudine ma il modo ordinario di farlo, secondo la legge della Chiesa. E che riceverla in mano è una concessione in deroga alla legge, recepita da alcune conferenze episcopali nazionali, a fronte di un indulto particolare della S. Sede.
In secondo luogo, entrambi i modi devono potere essere lasciati alla libertà del fedele, anche se la nostra sensibilità (in linea con la secolare dottrina e pratica della Chiesa) predilige ovviamente quella in bocca.
A tal proposito quindi proponiamo la replica documentata e puntuale degli amici del blog
"Ecclesia Dei", da condividiere il più possibile e che dovrebbe essere anch’essa diffusa È distribuita nelle chiese.
"Ecclesia Dei", da condividiere il più possibile e che dovrebbe essere anch’essa diffusa È distribuita nelle chiese.
Roberto
Le recenti disposizioni per la ripresa delle celebrazioni liturgiche cattoliche, con la presenza seppur limitata di fedeli, si è concretizzata con la prescrizione obbligatoria della comunione sulla mano da parte di numerosi Diocesi, sparse sul suolo nazionale. Riteniamo tuttavia che questa imposizione sia un abuso di autorità circa le modalità di distribuzione della Santissima Eucaristia, oltre che in aperto contrasto con "Redemptionis sacramentum",
Capitolo IV, Par. II, [91] e con il protocollo in data 7 maggio 2020, in cui sua Em. Rev. il cardinale Bassetti non vieta a nessuno la possibilità sacrosanta di ricevere il Viatico in bocca, nè tantomeno ordina direttamente la ricezione sulla mano.
Capitolo IV, Par. II, [91] e con il protocollo in data 7 maggio 2020, in cui sua Em. Rev. il cardinale Bassetti non vieta a nessuno la possibilità sacrosanta di ricevere il Viatico in bocca, nè tantomeno ordina direttamente la ricezione sulla mano.
Questo testo dimostrerà perchè la ricezione della Eucaristia sulla mano sia fortemente sconsigliata, e confidiamo nel fatto che il lettore possa prendere coscienza di questo nostro intervento, in nome del rispetto dovuto a N.S.G.C. presente nel Santissimo Sacramento.}
ALCUNE NOZIONI BASE
1. L’Eucaristia è un sacramento nel quale per l'ammirabile conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo di Gesù Cristo e di quella del vino nel suo prezioso sangue, si contiene:
- veramente
- realmente
- sostanzialmente
il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del medesimo Gesù Cristo Signor Nostro sotto le specie del pane e del vino per essere nostro nutrimento spirituale.
\item l'Eucaristia non è un simbolo di Cristo. Sostenere il contrario fu l'azione condotta da Berengario, il quale fu condannato per unanime sentenza nel Concilio di Vercelli, convocato da Leone IX, ed egli medesimo lanciò anatema alla sua tesi. Questa tesi fu nuovamente condannata da tre concili, uno a Tours e due a Roma, per volere dei pontefici Nicolò II e Gregorio VII.
2. la formula sacramentale: "hoc est enim corpus meum" si avvera chiaramente mediante la conversione di tutta la sostanza del pane in quella del Corpo di Cristo[...]
3. Solo il sacerdote è in grado di poter compiere, per mezzo dello Spirito Santo, il miracolo della conversione sostanziale di cui sopra. Il sacerdote è infatti ontologicamente (relativamente all'essere) diverso dal laico, e possiede la capacità di consacrare le particole perchè ha le mani consacrate e degne di trattare direttamente il Corpo di Cristo. Il laico non possiede alcuna potestà o grado sacerdotale, al contrario di quello che affermava l'eretico Calvino.
COME ACCOSTARSI AL SACRAMENTO
Dal concilio di Trento fino al periodo conciliare, il Viatico si riceveva esclusivamente in bocca, in ginocchio, con il sacerdote che poneva la particola sulla lingua del fedele. La particola non doveva essere masticata e si doveva evitare di sputare, di interagire con la bocca. Essa doveva essere ingoiata quasi subito. Qualora si attaccasse al palato, si doveva usare la lingua per la rimozione e mai il dito. Questo precetto era in linea completa con la natura del Sacramento, e con la riverenza dovuta nei confronti della Presenza Reale del Cristo sotto le diverse specie.
L'Eucaristia richiede infatti una:
adoratio externa
adoratio interna
Entrambe sono necessarie per ragioni di rispetto e riverenza. Entrambe sono complementari, tanto è vero che dove una delle due viene meno, anche l'altra risente di questa diminuzione.
La ricezione sulla bocca e in ginocchio rappresenta, per quanto riguarda questa adoratio, la pratica perfetta e sommamente gradita a Cristo. Non si comprende quindi ragion per cui si debba abbandonare tale pratica per pratiche meno irriverenti, come la comunione in piedi e addirittura sulla mano.
Se Cristo fosse presente dinnanzi a voi, voi stareste in piedi? Ognuno si dia una risposta, sulla scorta di queste osservazioni.
IL COMANDAMENTO TRIDENTINO
Nella parte seconda del Catechismo del Concilio di Trento, dal n.207 al n.238, i padri conciliari trattano in maniera rigorosa \textit{atque} coscienziosa tutta la semantica relativa al Sacramento in esame.
Al n.234, leggiamo esplicitamente:
“Sebbene nessuno ne sia all’oscuro, trattiamo ora del ministro, tanto per non tralasciare nulla di quel che si riannoda a questo sacramento. Insegneranno i Parroci che soltanto i sacerdoti hanno la potestà di consacrare l’Eucaristia e di distribuirla ai fedeli. Sempre – insegna il Concilio di Trento – è stata nella Chiesa osservata la consuetudine, che il popolo riceva i sacramenti dai sacerdoti, mentre questi si comunichino da se durante la celebrazione, consuetudine che il Concilio fa risalire agli Apostoli. Esso ordina di osservala religiosamente (Sess. XIII, cap. VIII, can.X), massime perchè Gesù Cristo ce ne ha lasciato chiarissimo esempio, avendo egli stesso consacrato il suo corpo per poi distribuirlo con le sue mani agli Apostoli (Matt. XXVI, 26; Marc. XIV, 22).
Al fine di rilevare con ogni mezzo la dignità di tanto sacramento, non solo è riservata ai sacerdoti la potestà di amministrarlo, ma è proibito, per legge ecclesiastica, a chi non è negli Ordini Sacri di toccare o trattare i vasi sacri, i corporali e tutta la suppellettile necessaria per la consacrazione, salvo il caso di grave necessità. Cosí i sacerdoti e i fedeli intenderanno come debbano essere religiosi e santi coloro cui spetta consacrare, amministrare, o ricevere la santissima Eucaristia[…]”.
Se è stato proibito trattare i vasi sacri, i corporali e il resto, questo implica automaticamente che ci sia il divieto per i laici di toccare le particole.
Fino a dimostrazione contraria, i principi non pratici, bensí dottrinali, che il Concilio di Trento manifesta in questo passaggio, sono veri e non possono perciò essere ignorati. Se qualcuno fosse in grado di contestare i principi teorici dietro le modalità di distribuzione della Eucaristia, e del suo legame con la natura della stessa Eucaristia, rimangono tuttavia altri aspetti prassiologici e pratici da esaminare. Ricordiamo inoltre che il tridentino fu enormemente influenzato dalle tesi di S.Tommaso d'Aquino, il quale confermò con dichiarazioni, insegnamenti e testi scritti che la pratica privilegiata fosse la ricezione della particola in bocca. La comunione sulla mano viene confinata ad un caso di estrema necessità.
QUALI SONO LE ORIGINI DELLA COMUNIONE SULLA MANO?
La pratica della comunione sulla mano si diffuse in alcuni paesi dell'Europa settentrionale in maniera perniciosa e illegittima. Di fronte a tale fenomeno, la Sacra Congregazione per il Culto Divino rispose con l'istruzione Memoriale Domini, datata 28 maggio 1969. Il documento, voluto ed approvato da Paolo VI, ordina che il modo di ricezione della Eucaristia in bocca deve essere conservato, non soltanto perché si appoggia sopra un uso trasmesso da una tradizione di molti secoli, ma, principalmente, perché esprime la riverenza dei fedeli cristiani verso l'Eucaristia".
Mons. Athanasius Schneider enuncia le conseguenze più gravi della comunione sulla mano:
1. la riduzione o la scomparsa di ogni gesto di riverenza e di adorazione;
2. l’utilizzo, per ricevere la santa Comunione, di un gesto abitualmente adibito alla consumazione degli alimenti ordinari, dal che deriva una perdita di Fede nella Presenza Reale, soprattutto tra i bambini e i giovani;
3. l’abbondante perdita di frammenti della santa Ostia e la loro conseguente profanazione, soprattutto quando nella distribuzione della santa Comunione manchi il piattello;
4. un altro fenomeno che si diffonde sempre più: il furto delle Sacre Specie.
OSSERVAZIONI E CONCLUSIONI
E' vero che in antico era abitualmente consentito ai fedeli di ricevere in mano il cibo eucaristico e di portarselo direttamente alla bocca; ed è vero che nei primi tempi i fedeli potevano anche prelevare il Santissimo dal luogo della celebrazione, soprattutto per servirsene come viatico, qualora avessero dovuto correre dei rischi per l'aperta professione della loro fede. Però le prescrizioni della Chiesa e gli scritti dei padri documentano con ricchezza grande di testi quale venerazione e quale attento rispetto si avesse per la Santa Eucaristia.
S.Ippolito (II-III sec) scriveva: “Stia attento, ciascuno che qualche frammento non abbia a cadere e perdersi, perchè è il corpo di Cristo”.
Si sono espressi in maniera analoga Origene (185-254), S.Dionigio d’Alessandra (morto nel 264), S.Efrem (306-375), S.Damaso I (che fu Papa dal 366 al 384), S.Cirillo di Gerusalemme (315,386), S.Girolamo (345-420), S.Innocenzo I (che fu Papa dal 401 al 417). Perfino ai tempi di S.Leone I (440-461), i fedeli si comunicavano sulla lingua. \\
Per non parlare dei Concili, tra cui menzioniamo il Concilio di Saragozza (380). Il Concilio di Costantinopoli (692) PROIBISCE la ricezione sulla mano.
Sempre Mons. Athanasius Schneider scrive: “La comunione nella mano non è più igienica della comunione in bocca. In effetti, può essere pericoloso per il contagio. Da un punto di vista igienico, la mano trasporta un’enorme quantità di batteri. Molti agenti patogeni vengono trasmessi attraverso le mani. Sia agitando le mani di altre persone o toccando frequentemente oggetti, come maniglie delle porte o corrimano e maniglioni nei trasporti pubblici, i germi possono passare rapidamente da una mano all’altra; e con queste mani e dita non igieniche le persone toccano spesso il naso e la bocca. Inoltre, a volte i germi possono sopravvivere sulla superficie degli oggetti toccati per giorni. Secondo uno studio del 2006, pubblicato sulla rivista “BMC Infectious Diseases”, i virus dell’influenza e virus simili possono persistere su superfici inanimate”.
San Tommaso invece scrive: "La distribuzione del corpo del Signore compete al sacerdote per tre motivi. Primo, poiché, come si è detto, egli consacra in persona di Cristo. Ora, come Cristo consacrò da sé il proprio corpo, così da sé lo distribuì agli altri. Come quindi appartiene al sacerdote consacrare il corpo di Cristo, così appartiene a lui distribuirlo. Secondo, poiché il sacerdote è costituito intermediario fra Dio e il popolo. Come quindi spetta a lui offrire a Dio i doni del popolo, così spetta a lui dare al popolo i doni santi di Dio. Terzo, poiché per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da cosa alcuna che non sia consacrata: per cui sono consacrati il corporale, il calice, e anche le mani del sacerdote, per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso di toccarlo all'infuori di un caso di necessità: p. es. se stesse per cadere a terra, o in altri casi simili".
Sulla scorta di tutte queste osservazioni e verità di fede, richiamiamo i nostri fratelli cattolici, membri dell'unica vera Chiesa e dell'unica vera religione, a riflettere attentamente.
Cristo è già stato crocifisso una volta per i nostri peccati, ogni giorno il suo nome viene bestemmiato, come quello della sua dolcissima madre. Evitiamo di crocifiggerlo nuovamente con la profanazione e con la comunione sulla mano
comunione sulla lingua o sulla mano l'importante è che la messa sia tridentina e non summorum. l'uso di comunicare sulla lingua nei prmi secoli non c'era così come non c'era l celibato dei sacerdoti. i sacerdoti non fanno voto di castità nemmeno oggi. per loro un rapporto sessuale è un semplice peccato del VI comandamento. invece i modernisti peccano già dal primo comandamento che se vogliamo contiene già tutti gli altri!
RispondiEliminaMessa tridentina e non Summorum ? Ma non ha idee alquanto confuse ??,Il Messale del 1962 è quello di tanti secoli fa, poi denominato tridentino impropriamente papa Benedetto è uscito dall'equivoco che turbava la mente di moltissimi fedeli, superando il pricipio, scorretto giuridicamente, dell' indulto, il quale viene concesso in stato di reato, assente nel caso del VO perchè mai abolito. E' per questo che quel papa è stato aggredito dai novatori sbugiardati.
EliminaBeh, dire che la pratica della Comunione sulla lingua "è sommamente gradita a Cristo" suona un po' superba, visto che Egli non si è mai espresso a riguardo e dunque sembra che l'autore dell'articolo voglia farsi portavoce di Cristo e sapere lui ciò che Gli è gradito. Io invece umilmente penso (opinione mia) che Cristo sia molto contento di essere accolto dalle mani che servono agli uomini e alle donne per lavorare, ai padri e alle madri di famiglia di portare a casa il sostentamento per i propri figli, le mani di chi le usa per curare i malati, di tutti coloro che con le loro mani contribuiscono a rendere il mondo mugliore col loro lavoro quale che sia. Le mani del sacerdote sono consacrate dal crisma, quelle dei laici sono consacrate dal sudore e dalla fatica del lavoro che anche Gesù ha sperimentato.
RispondiEliminale mani tirano schiaffi alle altre persone, si fanno passare il denaro per la corruzione, cedono le droga, uccidono
EliminaPer favore non commentate quando le cose non le sapete... Giovanni 13,21-30. Siete così pieni di umanità che mancate di quello sguardo sovrannaturale. Si metta alla sequela di Cristo e impari ad essere umile e ad abbandonarsi al Vangelo e alla Parola di Dio e non alle proprie "umili oponioni".
EliminaLa comunione in bocca è un'abitudine già abbandonata. Ma dove vivete? Da decenni ci sono posti (non pochi) dove vieni redarguito se non tiri su le mani a tempo debito. Ora ci si indigna, dopo che da cinquant'anni si fa strame del culto divino. Niente, nemmeno il più eclatante sacrilegio, può superare l'orrore della totalità dei vescovi e preti (con pochissime e luminosissime eccezioni) dell'orbe che, da un giorno all'altro, ha abbandonato il culto divino e privato infinite anime del cibo spirituale.
RispondiEliminaIl modernismo è satanismo!
Signori novatori ai quali non piace, ideologicamente, la Comunione in bocca, avete notato che da papa Benedetto in poi, i fedeli che vogliono ricevererla come prima del NO, sono sempre in maggior numero ?? Non vi dice nulla la fede del popolo, sempre più trascurata e deformata ad arte da cosiddetti pastori che la vogliono deviare ??
RispondiEliminanon capisco questa difesa di Ratzinger che con il summorum dice un un'unico rito con modalità diverse. la confusione la crea Ratzinger!
RispondiEliminaEsattissimamente!
Elimina@Alex: Gv 13 lo conosco bene come conosco i passi paralleli degli altri Vangeli e sulla storia del boccone di Giuda ho già commentato nel post precedente dedicato al "famigerato" volantino: se Lei avesse avuto l'umiltà di leggerlo, avrebbe potuto contestare nel merito e con solide argomentazioni le mie opinioni riguardo a quel passo, invece di tacciare d'ignoranza l'interlocutore, manco Lei fosse un Dottore della Chiesa.
RispondiElimina@gsimy: anche la lingua può servire per commettere tanti peccati, sa?
RispondiEliminaMa infatti l'argomento della santità della lingua non lo condivido
EliminaLa Comunione sulle mani andava bene nei primi secoli, quando le assemblee eucaristiche erano più ristrette e motivate, la disciplina penitenziale più rigorosa, la fede nella Reale Presenza più solida
Ora che queste cose non ci sono la comunione in mano rischia solo di far trattare l'Eucarestia come una caramella
Ma, infatti, il sacrilegio di prendere la comunione in mano non risiede nel fatto di essere peccatori (oltretutto, quando ci si comunica, si deve essere in stato di Grazia)
EliminaEd infatti sarebbe obbligatorio confessarsi prima di ricevere la S. Eucarestia, altrimenti si "mangia la propria condanna" (cfr. 1Cor 11,23-29).
RispondiElimina@Alex: la Bibbia di Gerusalemme commenta Gv 13, 26 così: "non si tratta qui dell'Eucaristia". Anche questi studiosi sono come me degli ignoranti che non dovrebbero parlare di cose che non sanno?
RispondiElimina