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lunedì 9 marzo 2020

L'uomo è la causa del virus

di Enrico Salvi

Virus significa veleno, dal latino venènum che “significò in origine ogni materia specialmente liquida, capace per la sua forza penetrante di mutare la proprietà naturale di una cosa” (etimo.it). Periodicamente il mondo si trova, come sempre attraverso i secoli, a dover subire l’attacco di un veleno che, grazie al suo penetrare tanto nel fisico quanto nello psichico dell’uomo, dà una notevole spallata al mondo umano. Attualmente la spallata viene data al moderno sistema mondiale basato, neanche a dirlo, sul Soldo, notoriamente appellato “sterco di satana”. Forse non sarà il Soldo in sé a costituire tale sterco, ma è indubbio che l’Uomo ha fatto e fa di tutto, grazie al libero arbitrio di cui può fruire, per renderlo uno sterco, come lo squilibrio tra la miseria e l’opulenza che affliggono il nostro pianeta ed il parossismo del “business” palesemente dimostrano. 

Ma che quel che qui si vuol evidenziare è lo straripante potere che ha il minuscolo virus di ingrippare la mastodontica macchina mondiale, evento che, come minimo, dovrebbe far riflettere un po’ più profondamente di quanto non si faccia per cercare di arginarne i danni non solo fisici e psichici ma anche, tanto per cambiare, soprattutto economici: il Soldo, alla fine, è quello che più preoccupa. 

Ci sarebbe pertanto da chiedersi molto seriamente perché l’Umanità sia, dalla notte dei tempi, costantemente esposta ad accadimenti che trascendono e minacciano la sua esistenza e che non guardano in faccia nessuno: virus, terremoti, tsunami e quant’altro accadono infischiandosene dei progressi dell’uomo, secondo un programma sconosciuto che d’improvviso si palesa provocando malattie, morte e distruzione. E così l’uomo, così fiero della sua ragione, della sua logica, dei suoi studi, delle sue ricerche, delle sue conquiste, delle sue filosofie e teologie, del progresso delle sue idee – insomma del suo farsi dio – si ritrova con il sedere per terra, non sapendo che farsene di tutta la sapienza accumulata: nessun traguardo umano raggiunto, intellettuale o scientifico che sia, può far fronte allo strapotere di un virus, il quale, una volta debellato, si presenta prima o poi sotto un’altra forma. 

La Natura, ovvero ciò che è nato, sembra possedere una forza di per sé, e questo è plausibile: anche l’Uomo, che è la componente eccelsa della Natura, possiede una sua forza fisica e psichica che impiega come meglio crede. E tuttavia questa forza, dato che può esprimersi in maniera duale (paesaggio bucolico e terremoto, mare calmo e tsunami, e, non da ultimo, pace e guerra) deve, in illo tempore, aver subìto anch’essa un trauma che non può spiegarsi senza riferirsi al Peccato Originale, alla Caduta dei nostri Progenitori: la mela mangiata in disobbedienza a Dio è la causa del decadimento mortale dell’Uomo e dello sconquasso della Natura. Pertanto non è Dio che punisce l’Uomo per le sue orgogliose malefatte, bensì è l’Uomo che paga il fio della sua primordiale – e libera – disobbedienza. Il trauma inflitto a se stesso e alla Natura è opera dell’Uomo – nella persona dei Progenitori – non di Dio, il quale, anzi, ha creato il Paradiso terrestre. Allo stesso modo, le guerre le fa l’Uomo, non Dio, ragion per cui chiedersi dov’era Dio allorché si compie un massacro è del tutto fuori luogo. Non sono pochi, infatti, coloro che concepiscono Dio come una sorta di mago che con un tocco di bacchetta mette a posto qualsiasi situazione penosa perpetrata dall’uomo. 

Il famoso proverbio “non cade foglia che Dio non voglia”, teologicamente ineccepibile se è vero che Dio è l’Onnipotente e che quindi tutto è sotto la Sua (umanamente inconcepibile) giurisdizione, giustifica l’intendere il “volere” di Dio anche come il Suo “permettere”, ciò costituendo una conferma del libero arbitrio di cui fruisce l’Uomo. Nel Paradiso terrestre, evidentemente, Dio “permise” ai Progenitori di disobbederGli in quanto da Lui creati liberi. Ce l’immaginiamo Dio che va da Essi e gli strappa di mano la mela dicendo loro: “Vi ho detto che non la dovete magiare!”? Non avrebbe Egli creato due burattini o due schiavi piuttosto che due esseri liberi? 

E così i Progenitori, usando del loro libero arbitrio, trangugiarono la mela sedotti dal desiderio della conoscenza del bene e del male: conoscenza ovviamente tarata dall’orgoglio di poter essere “come dèi” ( suggerimento del Serpente) e quindi imperfetta e disperata. 

Ne consegue che le messe, le preghiere e le processioni per invocare la cessazione del virus, della siccità, della guerra e quant’altro, non servono a chiedere a Dio la sospensione della Sua (presunta) punizione, bensì sono una richiesta di aiuto alla povera, poverissima natura umana, ossia di una sospensione delle conseguenze della Caduta. 

In ultima analisi, il veleno che attacca l’uomo è causato dall’uomo stesso che continua a trangugiare la mela, ed al tempo stesso è un richiamo (purtroppo largamente inascoltato) che la coscienza dell’uomo fa a se stessa, per un più o meno inconscio riverbero che la Caduta, attraverso il succedersi delle generazioni, continua a far lampeggiare nel suo intimo.

3 commenti:

  1. Scritto eccellente.
    Che San Giuseppe ci aiuti!

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  2. "non cade foglia che Dio non voglia" : giuste le considerazioni su scritte a proposito.
    Ma credo che quando l'umanità col peccato sociale sfida continuamente le leggi di Dio, specie con lo scandalo ai giovani.., Lui faccia bene a "punirci" per richiamarci alla conversione.. (e quindi non morire impenitenti e perduti per l'eternità) facendoci capire che non siamo noi a governare il mondo e che "se il Signore non costruisce la nazione invano faticano i costruttori.." : questi "castighi" credo che siano un attto di Amore misericordioso di Dio per ricondurci a rinunciare al peccato e se possibile riparare... .
    Comunque logicamente si dovrebbe anche argomentare che se Dio vuole permette.. ma se non vuole non permette: e ci ha Lui detto che neppure un passerotto cade a terra senza che Lui lo voglia e noi valiamo molti passerotti... . Anche in famiglia si ha il dovere di "punire" i figli se fanno cose cattive onde non abbiano a diventare malvagi.. ma ciò lo si fà per amore -ringrazio i miei genitori che hanno fatto questo- e penso che Dio faccia così con noi: io nella mia lunga vita lo ho sperimentato personalmente e certe cose che mi "andavano male" son state un toccasana per ricondurmi a Lui. Preghiamo Dio che affretti questa "prova".

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  3. Nella liturgia Ambrosiana la prima domenica di Quaresima nella orazione all'inizio della Messa si prega perché Dio liberi dall'antico contagio del male per giungere in novità di vita alla Pasqua Ecco un contagio, si utilizza proprio quella parola nel l'orazione, ben più pericoloso di quello del virus. E il rimedio? Il vaccino? C"è già; preghiera e conversione

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