Il sito liturgico Munus liturgia e dintorni ospita un articolo del Professore Andrea Grillo dal titolo "Lettera e spirito del Vaticano II di fronte al Vetus Ordo. Due interviste e due “motu proprio”. ( QUI )
La conclusione del predetto articolo è perentoria:
«Il “magnum principium” della riforma
liturgica affermato dal Vaticano II – ossia la “actuosa participatio” – impedisce un accesso indifferenziato e incontrollato al VO. A maggior ragione con i più giovani. Questa verità oggi deve essere ripristinata con urgenza e con fermezza. Essa è decisiva per quel disegno di “chiesa in uscita” che il magistero di Francesco ha tratto, con limpida consequenzialità, dalle parole del Concilio Vaticano II. Le stesse parole che, con altrettanta consequenzialità, prendono congedo dalle forme tridentine di Chiesa e di vita cristiana.»
Ci troviamo al solito di fronte alla solita, faziosa interpretazione foggiata secondo lo spirito della cosiddetta "scuola di Bologna" che si ostina caparbiamente a snobbare il Magistero della Chiesa riassunto anche nell'Esortazione Apostolica Postsinodale Sacramentum Caritatis che ha ribadito: "La grande tradizione liturgica della Chiesa ci insegna che, per una fruttuosa partecipazione, è necessario impegnarsi a corrispondere personalmente al mistero che viene celebrato, mediante l'offerta a Dio della propria vita, in unità con il sacrificio di Cristo per la salvezza del mondo intero. Per questo motivo, il Sinodo dei Vescovi ha raccomandato di curare nei fedeli l'intima concordanza delle disposizioni interiori con i gesti e le parole. Se questa mancasse, le nostre celebrazioni, per quanto animate, rischierebbero la deriva del ritualismo. Pertanto occorre promuovere un'educazione alla fede eucaristica che disponga i fedeli a vivere personalmente quanto viene celebrato. Di fronte all'importanza essenziale di questa participatio personale e consapevole, quali possono essere gli strumenti formativi adeguati?
I Padri sinodali all'unanimità hanno indicato, al riguardo, la strada di una catechesi a carattere mistagogico, che porti i fedeli a addentrarsi sempre meglio nei misteri che vengono celebrati. ... In effetti, la celebrazione dell'Eucaristia, nella sua infinita ricchezza, contiene continui riferimenti alla storia della salvezza. In Cristo crocifisso e risorto ci è dato di celebrare davvero il centro ricapitolatore di tutta la realtà (cfr Ef 1,10). Fin dall'inizio la comunità cristiana ha letto gli avvenimenti della vita di Gesù, ed in particolare del mistero pasquale, in relazione a tutto il percorso veterotestamentario." (Esortazione Apostolica Postsinodale Sacramentum Caritatis QUI )
Nell'intervista del cardinale Sarah , oggetto della critica del Professor Grillo, il Porporato, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha sottolineato: "...perchè ci sorprendiamo che una liturgia che ha donato così tanti Santi continui a sorridere alle giovani anime assetate di Dio? Come Benedetto XVI, spero che le due forme del rito romano si arricchiscano a vicenda. Ciò implica uscire da un'ermeneutica di rottura. Entrambe le forme hanno la stessa fede e la stessa teologia. Contrapporsi è un profondo errore ecclesiologico. Significa distruggere la Chiesa strappandola alla sua Tradizione e facendole credere che ciò che la Chiesa considerava santo in passato è ora sbagliato e inaccettabile: un grande inganno e un insulto a tutti i Santi che ci hanno preceduto! Che visione della Chiesa!" ( Cfr. MiL QUI )
Infatti! Che "visione della Chiesa" è continuare a dire che "il Concilio Vaticano II ha chiesto, esplicitamente e autorevolmente, di superare il VO, perché inadeguato alla esperienza di Cristo e della Chiesa di cui vive la fede cristiana"?
Il documento sulla Sacra Liturgia, firmato da tutti i Padri Conciliari, dimostra chiaramente che " Il Concilio non desiderava rompere con le forme liturgiche ereditate dalla Tradizione, ma, al contrario, valorizzarle migliorando la partecipazione. La Costituzione conciliare stabilisce che "le nuove forme scaturiscano organicamente, in qualche maniera, da quelle già esistenti" . (SC Art.23 )
Purtroppo si vide subito che il mostro del " Concilio virtuale era più forte del Concilio reale" (Cfr.Benedetto XVI, 14 febbraio 2013).
Appena il Concilio fu chiuso i paesi più ricchi ed evoluti furono contagiati dalle più ardite "sperimentazioni" liturgiche.
In pochissimi anni il solido ed enorme edificio liturgico su cui poggiò per secoli la feconda azione mistagogica della Chiesa Cattolica era talmente compromesso che già nel 1967 Papa Paolo VI, ora Santo, amarissimamente dovette lamentare:"Ma più grave causa di afflizione è per Noi la diffusione d’una tendenza a «desacralizzare», come si osa dire, la Liturgia (se ancora essa merita di conservare questo nome) e con essa, fatalmente, il cristianesimo. La nuova mentalità, di cui non sarebbe difficile rintracciare le torbide sorgenti, e su cui tenta fondarsi questa demolizione dell’autentico culto cattolico, implica tali sovvertimenti dottrinali, disciplinari e pastorali, che Noi non esitiamo a considerarla aberrante; e lo diciamo con pena, non solo per lo spirito anticanonico e radicale che gratuitamente professa, ma ben più per la disintegrazione religiosa, ch’essa fatalmente reca con sé." ( QUI ).
Sembrò allora che si fosse attuato il desiderio perverso di Lutero riassunto nella celebre frase: “Quando la Messa sarà stata rovesciata, io sono convinto che avremo rovesciato con essa il papismo (…) Io dichiaro che tutti i postriboli, gli omicidi, i furti, gli assassini e gli adultèri sono meno malvagi di quella abominazione che è la Messa dei papi!”
Appena il Concilio fu chiuso i paesi più ricchi ed evoluti furono contagiati dalle più ardite "sperimentazioni" liturgiche.
In pochissimi anni il solido ed enorme edificio liturgico su cui poggiò per secoli la feconda azione mistagogica della Chiesa Cattolica era talmente compromesso che già nel 1967 Papa Paolo VI, ora Santo, amarissimamente dovette lamentare:"Ma più grave causa di afflizione è per Noi la diffusione d’una tendenza a «desacralizzare», come si osa dire, la Liturgia (se ancora essa merita di conservare questo nome) e con essa, fatalmente, il cristianesimo. La nuova mentalità, di cui non sarebbe difficile rintracciare le torbide sorgenti, e su cui tenta fondarsi questa demolizione dell’autentico culto cattolico, implica tali sovvertimenti dottrinali, disciplinari e pastorali, che Noi non esitiamo a considerarla aberrante; e lo diciamo con pena, non solo per lo spirito anticanonico e radicale che gratuitamente professa, ma ben più per la disintegrazione religiosa, ch’essa fatalmente reca con sé." ( QUI ).
Sembrò allora che si fosse attuato il desiderio perverso di Lutero riassunto nella celebre frase: “Quando la Messa sarà stata rovesciata, io sono convinto che avremo rovesciato con essa il papismo (…) Io dichiaro che tutti i postriboli, gli omicidi, i furti, gli assassini e gli adultèri sono meno malvagi di quella abominazione che è la Messa dei papi!”
Gli abomini dottrinali e liturgici furono la causa delle numerosissime defezioni del sacerdozio e della frequenza sacramentale: si diffusero con tale rapidità, favorita anche dai media dell'epoca, che si adombrò l'ipotesi che fossero stati propagati, mediante dei forti investimenti finanziari, da cellule politiche e ideologiche nemiche della Chiesa Cattolica miranti alla sua distruzione. Una strana "fortuna" invece ha aleggiato, ieri come oggi, sulle "fortunate" carriere dei chierici e dei laici appartenenti, guarda caso, ai "circoli" rivoluzionari liturgici.
Il "Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia" di cui fu segretario Mons.Annibale Bugnini stravolgendo in toto le aspettative dei Padri Conciliari giunse a compiere "un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa" affermando, a mo' di giustificazione, che il nuovo rito della messa avrebbe posto fine all'anarchia liturgica che invece, come la storia insegna, crebbe si moltiplicò generando la "creatività liturgica" con tutte le aberrazioni che quotidianamente possiamo vedere.
Il "Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia" di cui fu segretario Mons.Annibale Bugnini stravolgendo in toto le aspettative dei Padri Conciliari giunse a compiere "un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa" affermando, a mo' di giustificazione, che il nuovo rito della messa avrebbe posto fine all'anarchia liturgica che invece, come la storia insegna, crebbe si moltiplicò generando la "creatività liturgica" con tutte le aberrazioni che quotidianamente possiamo vedere.
Il Prof.Grillo, che evidentemente non ha mai assistito di recente ne' in Italia ne' all'estero alla celebrazione eucaristica nel "ritus antiquior", si lascia andare ad una serie di affermazioni che contrastano in toto con lo spirito liturgico e devozionale che pervade i gruppi liturgici legati all'antica liturgia "NO e VO debbono fare i conti, esplicitamente, con questa espressa volontà del Concilio, che ha chiesto di “riformare il rito romano in vista della partecipazione attiva dei suoi membri”, superando la loro qualità di “muti spettatori”.
Dove stanno i "muti spettatori"?
Non nelle nostre devote, composte e iper-partecipate liturgie domenicali e festive dove i fedeli pregano e cantano "una voce dicentes" la fede della Chiesa!Dove stanno i "muti spettatori"?
La diffusione, specie fra i giovani, dell'antica pratica liturgica ha realizzato grandemente l'itinerario mistagogico espresso dalla citata Esortazione Postsinodale Sacramentum Caritatis per " ...porre in evidenza il nesso dei misteri celebrati nel rito con la responsabilità missionaria dei fedeli. In tal senso, l'esito maturo della mistagogia è la consapevolezza che la propria esistenza viene progressivamente trasformata dai santi Misteri celebrati. Scopo di tutta l'educazione cristiana, del resto, è di formare il fedele, come « uomo nuovo », ad una fede adulta, che lo renda capace di testimoniare nel proprio ambiente la speranza cristiana da cui è animato" (ibidem)
Si è formata una nuova generazione liturgica fondata sulla rispettosa venerazione del ritus antiquior! Questa è una realtà!
Nessuno può negare l'enorme risorsa teologica, devozionale, formativa, culturale e musicale che l'antica liturgia disciplinata dal Motu Proprio Summorum Pontificum trova attualmente posto nella mente e del cuore dei giovani cattolici che solo soliti frequentare le Messe nel rito tradizionale.
Altro che "spettatori muti"!
Altro che "fedeli ignoranti"!
Non dimentichiamo però che le fervide "fantasie" grilline hanno un unico scopo: "L’accesso a forme superate del rito cristiano deve essere subordinato, caso per caso, al giudizio dei vescovi locali, che possono valutare le singole circostanze eccezionali e concedere in forma limitata un accesso ad esse."
Ecco qua! "Or tutto è chiaro" (Cfr. Tosca, Atto primo) la crescente diffusione, specie presso i giovani, della forma liturgica tradizionale che nonostante le trappole, le persecuzioni e la disobbedienza dei pastori "progressisti" è quanto mai viva e sempre più incardinata nelle parrocchie e nelle diocesi "normali" ed infastidisce gli ultimi irriducibili guardiani della fantasiosa rivoluzione conciliare.
Quando il Professore Grillo e gli altri guardiani della galassia della rivoluzione liturgica, se glielo permetteranno, smetteranno di imitare il mitico soldato giapponese Onoda Hiroo e i suoi commilitoni, "la liturgia cesserà di essere il luogo delle rivalità e delle critiche e ci condurrà infine nella grande liturgia celeste" (ibidem)
AC
L'articolo non l'ho letto e non lo leggerò, perché Andrea Grillo non si legge a prescindere.
RispondiEliminaPurtroppo si vide subito che il mostro del " Concilio virtuale era più forte del Concilio reale" (Cfr.Benedetto XVI, 14 febbraio 2013). Mi dispiace, ma questo è un gioco di parole. Semmai, è il Concilio reale che ha dato la stura al Concilio virtuale.
RispondiEliminaSignor Prussico. Chi furono i Padri Conciliari così tanto sovversivi fin nella prima parte del Concilio? Quasi tutti i vescovi nominati da Pio XII cresciuti e, come tutti gli altri loro confratelli padri conciliari, allevati nel rigore tridentino. E' vero che c'erano già delle teste calde ma la stragrande maggioranza dei padri conciliari erano più che ortodossi della fede e nella liturgia. Difatti la Sacrosantum Concilium, firmata da tutti i padri, può essere il gradino di congiunzione, quando Dio vorrà, le due anime liturgiche presenti nella chiesa. Noi vogliamo costruire "in nomine Christi".
EliminaLe teste calde (compreso un certo Ratzinger in giacca e cravatta) l'ebbero vinta a forza di colpi di mano e sotterfugi, come usano i sovvertitori il cui compito è il complottare. Non vorrei disilluderla, caro 08:37, ma tra le due anime liturgiche corre un abisso di dottrina e di atteggiamenti che la pastorale vaticano-secondista ha scavato durante 60 anni. La pastorale è stata, e ancor più lo sarà all'indomani dell'ammucchiata amazzonica, il mezzo per non toccare la dottrina ... lasciandola da parte.
EliminaLeggere i prodotti di codesto indigesto trombone laico nuoce fortemente alla salute della mente e dell'anima. E' una mia personale convinzione e vale solo per me, gli altri si regolino come meglio credono.
RispondiElimina"Che le due forme del rito romano si arricchiscano a vicenda" non è davvero auspicabile. Il novus ordo sarebbe il cavallo di troia con cui il vaticanosecondismo s'intrufola e contamina la vera liturgia. Non si può conciliare il diavolo con l'acqua santa.
RispondiEliminaLa VERA Messa vincerà!
RispondiElimina"Or tutto è chiaro" (Cfr. Tosca, Atto primo): non si direbbe, visto che la chiesa vaticanosecondista e fatalmente amazzonica, dunque scismatica, continua ad essere tenuta in considerazione anche dai suoi contestatori. Qual'è, oggi, la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica? Non certamente quella che occupa (occupa"!) i Sacri Palazzi.
RispondiEliminaTravaso di bile contro il VO provocato dalla consapevolezza del fallimento del NO, quale la progressiva perdita della fede e della pratica liturgica sul quale è superfluo disquisire tanto è evidente. Se aggiungiamo con quali subdoli e/o coercitivi mezzi, mille volte storicamente ben acclarati, è stata ottenuta e imposta la riforma il quadro è chiaro e definitivo e...scandaloso !
RispondiEliminaSono d'accordissimo .
RispondiEliminaIl tempo e' un dono di Dio ed e' meglio occuparlo per riparare il mio e l'altrui male e imparare a imitare Cristo e la Sua Mamma .
Il titolo gia' dice tutto . S.Rosario per questo Grillo .
Ave Maria !
Laura
https://www.radiobuonconsiglio.it/preghiere/santo-rosario/misteri-dolorosi/
È tutta la pletora di "teologi" e "liturgisti" di area veneta (se non sbaglio è uno dei "luminari" di S. Giustina) che andrebbero mandati a zappare almeno gli si rinfresca la mente.
RispondiEliminaRispetto e grande stima per un card. come Sarah il quale, oltre alle critiche sull'attuale andazzo della Chiesa invasa dall'apostasia, si capisce essere favorevole all' ostacolato VO e postula un 'reciproco arricchimento' con il NO, in armonia con papa Benedetto il quale non poteva fare di più del SP, ma ha più volte espresso il suo disagio per una riforma riuscita ' rapida e radicale' come trionfalmente hanno dichiarato alcuni componenti della famigerata Commissione 'Ad exequandam' che approfittò di non poche equivocità della SC. Ne deriva l'assoluta impossibilità di accordo per ragioni essenzialmente dottrinali poiché il NO oscura il sacerdozio ministeriale e lo sostituisce, subdolamente, con un'assemblea la cui partecipazione è fisica e ben poco spirituale, generatrice di quei cosiddetti abusi che non sono stati mai repressi perché connaturati al rito. Coloro che praticano il NO o sono degli adeguati e/o indifferenti o accaniti e faziosi nemici del VO che considerano un millenario errore della Chiesa e vorrebbero andare oltre per arrivare alla consacrazione comunitaria del tutto eretica e traditrice del Cenacolo. ( E.F.)
RispondiElimina"e vorrebbero andare oltre": già ci sono andati oltre, e continuano andarci a tutto gas ... amazzonico.
EliminaNon si legge a prescindere... Ma che metodo è?
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