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martedì 9 luglio 2019

Le Reliquie dei Santi nel culto della Liturgia Cattolica

Tutti i nemici di Cristo e della Sua mistica sposa la Santa Chiesa Cattolica hanno avuto un comune punto di convergenza: l'odio infernale contro le Reliquie dei Santi
Il " legame del sangue dei martiri con l'Eucaristia è testimoniato ancora dalla tradizione relativa all'altare nel quale fin dall'antichità devono trovarsi incluse reliquie di martiri che vengono portate solennemente in processione al momento della consacrazione-dedicazione di una nuova chiesa." (Cfr.Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Santo Padre QUI) è la caratterista orante delle Chiese di Oriente e di Occidente. 
Le Chiese Orientali e la Chiesa  Ortodossa hanno in grande venerazione le Reliquie dei
Santi: per "celebrare apud martyres" il Vescovo colloca al centro della sacra mensa l'antiminsio, un lino prezioso , consacrato con l'inserimento delle Reliquie dei Martiri  e sigillato con la polvere di marmo e incenso, legati dalla cera e dai balsami odorosi.
I musulmani, i riformatori protestanti ( luterani, calvinisti, anglicani, presbiteriani) gli illuministi, i  comunisti, i "liberali" fino a quei  "cattolici" fanaticamente invasati dal falso "spirito post-conciliare"   hanno distrutto in modo scandalosamente irriverente le Reliquie dei Santi mettendo così a nudo la loro indole luciferina. 
Il "capolavoro" del demoniaco odio per le Reliquie dei Santi e la loro santa venerazione venne dagli anglicani allorchè distrussero tutti gli antichi altari per far posto alle "tavole" (arae factae sunt harae) e le pietre sacre, che contengono al centro le Reliquie dei Santi", che il Vescovo aveva solennemente consacrato e unto con il Sacro Crisma, vennero utilizzate come gradini-pavimento davanti le porte  delle chiese in modo che potessero essere calpestate dai piedi di coloro che vi entravano per prendere parte al nuovo servizio liturgico imposto con il sangue dei Martiri fedeli alla Messa cattolica:  "l’altare era sparito e la sua sacra pietra serviva ora come pavimento dentro la porta occidentale, dove i superstiziosi si prendevano la briga di scavalcarlo." ( Cfr.“Vieni ruota! Vieni forca!”, romanzo storico del 1912 a firma di mons. R. H. Benson)

AC

Le Reliquie

Il desiderio di essere del tutto liberato dal peccato e da tutto ciò che è vita di peccato trova ancora una volta la sua espressione nella seguente preghiera, che il sacerdote, leggermente piegato e con le mani giunte sull’altare, recita. Oramus te, Domine, per merita Sanctorum tuorum, quorum reliquiae hic sunt, et omnium Sanctorum: ut indulgere digneris omnia peccata mea. Amen. 
Ti preghiamo, o Signore, per i meriti dei tuoi Santi di cui son qui le reliquie, e dei Santi tutti, degnati di perdonare tutti i miei peccati. Amen.“ 
La preghiera per ottenere la completa purificazione di tutto ciò che è peccaminoso viene qui appoggiata e rafforzata da tre azioni: il ricorso ai meriti dei santi, il posare le mani sull’altare e il bacio dell’altare. 
Conscio della propria indegnità, il sacerdote appoggia la sua preghiera sui meriti e sulle riparazioni di tutti i santi, soprattutto dei martiri le cui reliquie sono racchiuse nell’altare, per ottenere il perdono di tutti i peccati e il condono delle pene. 
La fiduciosa speranza viene manifestata con le parole e attraverso i gesti rituali: infatti, il sacerdote posa le mani giunte sull’altare coperto – che è il simbolo di Cristo e dei Santi – per mostrare che egli non agisce con le sole sue forze, ma che confida in Cristo e nei Santi e, grazie ai loro meriti, attende ed implora da Dio la completa remissione dei debiti. 
Per aver parte in più abbondante misura dei tesori delle Grazie celesti – meritate e raccolte da Cristo, e con il suo aiuto, dai Santi – il celebrante bacia l’altare al centro, pronunciando la frase: “di cui son qui (conservate) le reliquie”. 
Come dimostrano le parole che lo accompagnano, questo bacio è rivolto in primo luogo alle reliquie nascoste nell’altare, cioè ai Martiri e agli altri Santi, i cui resti terreni furono sepolti lì al momento della consacrazione dell’altare; poi egli invoca un’ulteriore relazione con tutti gli altri Santi che vengono contemporaneamente nominati e soprattutto con Cristo – il Capo, la Corona e il re di tutti i santi –, il cui simbolo è, e rimane, l’altare. 
Con il bacio dell’altare dotato di reliquie, il sacerdote vuole manifestare il suo amore e la sua venerazione verso la Chiesa Trionfante, verso Cristo e tutti i Santi, e così ravvivare e rafforzare la Comunione con loro. 
Oltremodo consolante è questo scambio soprannaturale tra il Cielo e la Terra, questa comunione di beni tra i figli trasfigurati della Chiesa, che già regnano in Cielo, e i miseri figli di Eva, ancora pellegrini quaggiù, che lottano nelle fatiche e nei disagi. 
Come non possiamo ricordare i meravigliosi tesori che il sangue e la morte di Cristo, le lacrime e i dolori della Sua benedetta Madre, le opere di carità e le penitenze sofferte da tutti i santi per la Chiesa hanno acquisito a nostro vantaggio, senza essere pieni di gioiosa gratitudine? 
Questo pensiero, questo sentimento coglie il sacerdote al suo primo accostarsi all’altare, egli lo bacia, per mettere in luce davanti ai suoi benefattori celesti il suo amore e la sua grande stima e riverenza. 


Fonte: Radio Roma Libera QUI


Foto: Basilica Papale di San Pietro ( Vaticano): L'Altare Papale con le Sante Reliquie esposte nel giorno della festa di Tutti i Santi ( 1 novembre)

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