“Culture war” e ciurlatori

Quando il radical-catto-comunista Antonio Spadaro afferma gesuiticamente che «la cultura della famiglia non può essere la parte strumentale di una “culture war”. È un errore di metodo dunque finisce per esserlo di sostanza», egli non fa che ciurlare nel manico, che, secondo il Vocabolario Treccani significa: «Vacillare, tentennare, dimenarsi, sottrarsi con abili raggiri o continui rinvii a un impegno, non essere fermo nelle proprie idee e nei propositi». Inutile aggiungere che Antonio non si rende affatto conto di essere un provetto ciurlatore.

Quindi Antonio, Pietro e Francesco, il Trio Ciurlatore perfettamente “al passo con i tempi”, sono in pieno equilibrio riguardo al Pensiero Unico che ovviamente li applaude, confermandosi così che essi, come il Pensiero Unico, non sono ne carne … al femminile, ne pesce ... al maschile.
Invece, è la sostanza che determina il metodo: se la sostanza è un determinato filone di pensiero, il metodo non potrà essere che quello della parola e degli atti che lo esternano. Non si capisce pertanto che diavolo (è il caso di dirlo) vadano cianciando tutti quelli che ormai sono ex pastori del gregge passati dalla parte dei lupi e gli sciami dei fastidiosi albertimelloni che infestano l’aria ed etichettano i partecipanti al Congresso di Verona come: «l’Amalgama Nera che … salda la componente clerico-fascista del tradizionalismo cattolico, l’evangelicalismo suprematista …». Melloni il Rosso Daltonico che critica il Nero: non c’è da scompisciarsi?
Antonio, Pietro, Francesco e Alberto: i Quattro dell’Ave Gender, che con la scusa ridicola del “metodo sbagliato” vorrebbero zittire il Pensiero Libero. Decisamente più simpatici e meno pericolosi i Quattro dell’Ave Maria.
Certi moralisti continuano a confondere l'ambito privato (che è quello a cui si riferiva Gesù) con quello pubblico. Se le nazioni cattoliche del passato, anziché reagire, avessero attuato una sorta di "cultura pacifica" ora saremmo islamici...
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