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AURELIO PORFIRI, Delle cinque piaghe del canto liturgico. Trattatello sulle deviazioni nella musica di Chiesa Hong Kong: Chorabooks 2018
EBook (formato Kindle) Euro 5.99
ISBN 9789887896906
EBook (formato Epub) Euro 5.99
ISBN 9789887896982
Cartaceo Euro 11.99
ISBN 9789887896944
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Per informazioni ed interviste rivolgersi a aurelioporfiri@hotmail.com
Aurelio Porfiri è compositore, direttore di coro, educatore e autore. Ha al suo attivo circa 30 volumi e 600 articoli. La sua musica è pubblicata in Italia, Cina, Stati Uniti, Francia e Germania. Ha collaborato con numerosi blogs, riviste e quotidiani come Zenit, La nuova bussola quotidiana, O Clarim, La croce quotidiano, la fede quotidiano, Liturgia, La vita in Cristo e nella Chiesa, Rogate ergo, Camparidemaistre, Il messaggio del cuore di Gesù, Patheos, etc.
Quando Antonio Rosmini nel 1848 pubblicava il suo opuscolo sulle cinque piaghe della Santa Chiesa, egli certamente intendeva mettere in risalto quali fossero le sofferenze che la Chiesa attraversava in quel dato momento storico, o perlomeno quelle che lui percepiva come tali. L'autore, una delle menti più elevate della cultura cattolica, aveva con il suo pensiero spaziato negli ambiti più diversi, anche a volte controversi, ma mai perdendo di vista il suo essere figlio della Chiesa, come viene reso più ancora evidente dall'ardore da lui dimostrato nel lavoro sulle cinque piaghe. Un lavoro in cui lui certo muoveva alcune critiche, alcune obiezioni, ma sempre tenendo di fronte a lui la maternità della Chiesa come elemento fondante del suo agire. Non è possibile anche criticare la propria madre senza cessare di amarla? Oggi ci sembra che ogni critica debba essere considerata alla stregua di un tradimento, di una mancanza imperdonabile di rispetto, di un affronto ai diritti della nostra santa religione. Ma in realtà è attraverso critiche costruttive che possiamo evolvere, correggere, modificare per il meglio.
Uno sguardo caustico ma sincero sui mali che affliggono la musica e la liturgia. Perché si può criticare quando è in gioco un bene così grande come quello della liturgia, della sua dignità, del suo decoro, anche attraverso l'uso della musica. Si può criticare, anzi in alcune circostanze, si deve.
Il professor Giacomo Baroffio, uno dei più grandi esperti mondiali sul canto gregoriano, ha detto nella sua introduzione: "Il M° Porfiri non scopre nulla di nuovo, scopre una realtà ammalata che per sua natura si diffonde come un’epidemia grazie al fascino di ideologie pseudoculturali e alla non conoscenza dei fatti reali. A partire dall’aver coscienza degli aspetti fondamentali della fede cristiana: la Santissima Trinità, l’incarnazione del Verbo di D-i-o, la Chiesa fondata su Pietro e gli Apostoli, la liturgia quale azione di Cristo e del suo Corpo mistico, la Parola di vita, la grazia e il peccato, il Paradiso e l’Inferno…". Infatti non è la rivelazione di verità arcane che è dietro questo testo, ma la riflessione approfondita su cinque piaghe, che sono il clericalismo, l'antropocentrismo, il sentimentalismo, il dilettantismo e l'opposizione alla tradizione, cinque piaghe identificate fra molte. Insomma, un testo denso ma che aiuta riflette sulla crisi attuale della musica liturgica, della liturgia, della Chiesa cattolica stessa.
Prefazione
Prefazione
Ispirato da Antonio Rosmini non solo nella scelta del titolo, ma anche
nell’argomentazione di momenti particolarmente forti nell’esperienza
liturgica della Chiesa cattolica, Aurelio Porfiri tratteggia con un respiro
universale cinque scenari che offrono spunti di riflessione su il
clericalismo, l’antropocentrismo, il sentimentalismo, il dilettantismo,
l’opposizione alla Tradizione. Non si tratta di semplici e isolate
deformazioni individuali nella pratica quotidiana. Ognuno di questi
ambiti rivela un’intricata connessione che ormai da secoli – tanti e
pochi a seconda della situazione specifica – costituiscono un sistema.
Non sono errori o devianze casuali, spesso inavvertite, di singoli. Si
tratta di vere piaghe che minano nel profondo la vita dell’organismo
Chiesa, piaghe che si propongono, a seconda dei casi, come causa o
effetto di un malessere generale.
Il M° Porfiri non scopre nulla di nuovo, scopre una realtà
ammalata che per sua natura si diffonde come un’epidemia grazie al
fascino di ideologie pseudoculturali e alla non conoscenza dei fatti
reali. A partire dall’aver coscienza degli aspetti fondamentali della fede
cristiana: la Santissima Trinità, l’incarnazione del Verbo di D-i-o, la
Chiesa fondata su Pietro e gli Apostoli, la liturgia quale azione di Cristo
e del suo Corpo mistico, la Parola di vita, la grazia e il peccato, il
Paradiso e l’Inferno…
Molti guai deturpano il volto della Chiesa nella celebrazione dei
misteri. Guai che si riflettono in modo macroscopico nelle azioni
liturgiche e nello stato, perlopiù miserevole, della musica nella liturgia.
Ma la crisi non è musicale, bensì si radica altrove, nel cuore dell’essere
cristiano, cioè nella vita in Cristo. Cristo sempre al di là dei nostri
orizzonti, ma pur sempre vicino al nostro cuore e alla nostra mente.
Nella misura in cui è amato per essere conosciuto, è conosciuto per
essere adorato, è adorato per essere in ciascuno di noi l’uomo nuovo
che s’incarna in ogni persona quando si accoglie la sua grazia, il dono
della redenzione, l’eredità che accomuna tutti i figli di D-i-o.
Le “cinque piaghe” non esauriscono la casistica che deturpa
l’armonia della liturgia. Si potrebbe scrivere un grosso volume
affrontando altre situazioni pietose. Urgente è prendere coscienza di
un fatto: non si può ignorare lo sfacelo attuale che rischia di abbattere
l’edificio ecclesiale. Occorre iniziare dall’ambito che meglio si conosce,
in cui è possibile compiere gesti concreti. Bisogna pertanto affrontare il
capitolo “musica nella liturgia” senza illudersi di eliminare abusi e
colmare lacune: quello che conta è una vita di fede animata dalla
Parola, illuminata da maestri, guidata da pastori, sorretta dall’esempio
dei santi.
Prof. Giacomo Baroffio
Prefazione
Prefazione
Ispirato da Antonio Rosmini non solo nella scelta del titolo, ma anche
nell’argomentazione di momenti particolarmente forti nell’esperienza
liturgica della Chiesa cattolica, Aurelio Porfiri tratteggia con un respiro
universale cinque scenari che offrono spunti di riflessione su il
clericalismo, l’antropocentrismo, il sentimentalismo, il dilettantismo,
l’opposizione alla Tradizione. Non si tratta di semplici e isolate
deformazioni individuali nella pratica quotidiana. Ognuno di questi
ambiti rivela un’intricata connessione che ormai da secoli – tanti e
pochi a seconda della situazione specifica – costituiscono un sistema.
Non sono errori o devianze casuali, spesso inavvertite, di singoli. Si
tratta di vere piaghe che minano nel profondo la vita dell’organismo
Chiesa, piaghe che si propongono, a seconda dei casi, come causa o
effetto di un malessere generale.
Il M° Porfiri non scopre nulla di nuovo, scopre una realtà
ammalata che per sua natura si diffonde come un’epidemia grazie al
fascino di ideologie pseudoculturali e alla non conoscenza dei fatti
reali. A partire dall’aver coscienza degli aspetti fondamentali della fede
cristiana: la Santissima Trinità, l’incarnazione del Verbo di D-i-o, la
Chiesa fondata su Pietro e gli Apostoli, la liturgia quale azione di Cristo
e del suo Corpo mistico, la Parola di vita, la grazia e il peccato, il
Paradiso e l’Inferno…
Molti guai deturpano il volto della Chiesa nella celebrazione dei
misteri. Guai che si riflettono in modo macroscopico nelle azioni
liturgiche e nello stato, perlopiù miserevole, della musica nella liturgia.
Ma la crisi non è musicale, bensì si radica altrove, nel cuore dell’essere
cristiano, cioè nella vita in Cristo. Cristo sempre al di là dei nostri
orizzonti, ma pur sempre vicino al nostro cuore e alla nostra mente.
Nella misura in cui è amato per essere conosciuto, è conosciuto per
essere adorato, è adorato per essere in ciascuno di noi l’uomo nuovo
che s’incarna in ogni persona quando si accoglie la sua grazia, il dono
della redenzione, l’eredità che accomuna tutti i figli di D-i-o.
Le “cinque piaghe” non esauriscono la casistica che deturpa
l’armonia della liturgia. Si potrebbe scrivere un grosso volume
affrontando altre situazioni pietose. Urgente è prendere coscienza di
un fatto: non si può ignorare lo sfacelo attuale che rischia di abbattere
l’edificio ecclesiale. Occorre iniziare dall’ambito che meglio si conosce,
in cui è possibile compiere gesti concreti. Bisogna pertanto affrontare il
capitolo “musica nella liturgia” senza illudersi di eliminare abusi e
colmare lacune: quello che conta è una vita di fede animata dalla
Parola, illuminata da maestri, guidata da pastori, sorretta dall’esempio
dei santi.
Prof. Giacomo Baroffio
Bravissimo il nostro Porfiri!
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