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venerdì 7 settembre 2018

Camillo Langone e le idiozie pro gay


Il solito acuto Camillo Langone sulle eresie pro  gay di Vittadini e Martin.
L

24 agosto 2018
Meglio un dottore morto che mille asini vivi. Stimo la saggezza popolare ma stavolta, dopo aver letto sul Giornale l'intervista al cardinale Scola, ho dovuto capovolgere così il noto proverbio. L'arcivescovo emerito di Milano ha ricordato un antico episodio, di quando don Giussani incontrò un prete della Fuci, associazione di cattolici tiepidi: “E' inutile continuare a discutere, tra voi e noi c'è una differenza di interpretazione culturale della fede”. Giussani sebbene defunto regala sempre una boccata d'aria, una sua riga vale più di un intero Meeting. Anzi, vale più di due Meeting: del Meeting ciellino di Rimini, capeggiato da un Giorgio Vittadini dichiaratamente favorevole alle cosiddette unioni civili, e dal Meeting ecclesiastico di Dublino in cui ieri ha parlato, nelle autorevoli vesti di relatore, un gesuita omosessualista. E' inutile continuare a discutere con chi, sto citando Dostoevskij, “incominci con l'ideale della Madonna e finisca con l'ideale di Sodoma”. Limitiamoci a dire, per non essere enfatici, che c'è una differenza di interpretazione della fede. Non si escluda che Vittadini e padre James Martin credano in qualcosa, ma non si perda più tempo a cercare di capire in cosa consista questo qualcosa.