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giovedì 5 luglio 2018

Non è una barzelletta: i vegani che difendono i macellai islamici!

Le follie degli ambienti radical-chic e di una certa parte politica: combattere e ridicolizzare pesantemente tutto quel che è cristiano. 
Il "non si vede, non si sente e non si parla" viene invece applicato a tutto quel che è musulmano: anzi al momento opportuno se la danno pure a gambe...
Facile no?
AC  

Vegani difendono i macellai musulmani: 
«Non attaccateli, non siamo islamofobi»  

Dopo che in Svizzera, insieme a macellerie tradizionali e McDonald’s, sono stati colpiti da attivisti anche due rivenditori di kebab, gli antispecisti insorgono: «Loro non bisogna prenderli di mira» 
«Siamo vegani, mica islamofobi». 
È con questa incredibile motivazione che due sigle vegane hanno preso le distanze dai
responsabili di attacchi in Svizzera contro 11 tra macellerie, fast food e pelliccerie a Ginevra e Nyon, a partire da aprile, perché durante le operazioni sono stati colpiti anche due rivenditori di kebab.  

IL MEA CULPA
Gli attivisti antispecisti hanno infranto vetrine e ricoperto di scritte ingiuriose i muri dei negozi. Tra gli obiettivi colpiti, anche tre McDonald’s e appunto due rivenditori di kebab. Intervistati dal giornale svizzero Tribune de Genève, la militante Virginia Markus, il presidente dell’associazione “Per l’uguaglianza animale”, Pia Shazar, e la delegata svizzera dell’associazione “268 Liberazione animale”, Elisa Keller, hanno dichiarato: «Dobbiamo evitare la xenofobia».  

«NON SIAMO ISLAMOFOBI»
Ma come? I vegani dovrebbero scagliarsi a maggior ragione contro le macellerie islamiche che, per seguire il rituale halal di macellazione, dissanguano l’animale con un taglio netto che recide giugulare, carotidi, esofago e trachea senza stordire prima la bestia e provocando così ulteriori sofferenze inutili. «A ragione del contesto di islamofobia inaccettabile nel quale viviamo», spiega Shazar, «colpire una popolazione già stigmatizzata non sarebbe davvero giusto. Inoltre, criticare l’uccisione rituale degli animali rischierebbe di essere collegato a ragioni xenofobe. E noi vogliamo evitarlo».  

La stessa delicatezza e comprensione non deve invece essere usata per tutti gli altri, come i casi recenti in Italia, Inghilterra e Francia dimostrano. 
Quindi, ricapitolando: gli animali hanno lo stesso valore degli uomini, anzi sono più importanti perché è lecito danneggiare la reputazione e le imprese delle famiglie che fanno soffrire gli animali, senza considerare quanto le azioni violente facciano soffrire i suddetti essere umani. 
A volte però gli uomini valgono più degli animali, ma solamente se professano la religione giusta che, nella fattispecie, è l'lslam. 
Non importa che il rituale islamico faccia soffrire gli animali di più rispetto alla macellazione comune, l’importante è non far soffrire i musulmani protestando contro il modo in cui trattano gli animali. Se sei cristiano, invece, meriti il castigo.  

L'ATTENTATO DI TRÈBES. 
Seguendo il ragionamento, si può capire quanto la vegana francese condannata a sette mesi di prigione per “apologia di terrorismo”, sia l’attivista perfetta. 
La donna ha scritto dopo l’uccisione di un macellaio durante l’attentato jihadista di Trèbes: «Siete scioccati che un assassino venga ucciso dai terroristi? Io no, ho zero compassione per lui, c’è ancora una giustizia». 
Tutto fila: è giusto uccidere l’essere umano (cristiano) perché ha fatto soffrire un animale – e l’animale vale più dell’essere umano – e non bisogna stigmatizzare l’attentatore perché è musulmano. 
Sono vegani, mica xenofobi. 

Fonte: Tempi QUI

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