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lunedì 30 aprile 2018

Alfie. Qualche pensiero su buoni, cattivi, traditori, Pilato e Giuda. La Stirpe di Caino non può vincere

"Lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!"
Giovanni Paolo II - discorso in Agrigento, 9 maggio 1993


Prima di scrivere queste righe ho aspettato tre giorni. 

Prima il dolore, il pianto  e la rabbia erano troppi e avrebbero influenzato i miei pensieri e ciò che avrei scritto: spero che il tempo e la preghiera siano serviti a comunicare ai lettori di MiL qualcosa di ragionevole. 
Spero di esserci riuscito.

Alcuni dei riferimenti a questo post - tweet, citazioni, etc -  sono allegati a quello di ieri sera (QUI).




Quindici giorni fa ero uno dei tanti cattolici che seguiva in modo un pò superficiale la vicenda del piccolo Alfie: non ero particolarmente informato e - in maniera vaga - "tenevo" per il bambino e per i suoi genitori.

Un giorno una mia cara amica mi ha mandato del materiale sulla vicenda - nelle sue reali caratteristiche e peculiarità -: le ho telefonato pensando che  avesse esagerato e alcune notizie non fossero ben confermate o addirittura inesatte.
ERA TUTTO VERO.
Da quel giorno prima io e poi con i redattori di Mil abbiamo deciso che era nostro dovere seguire la vicenda, pubblicizzare la cosa e mettere le nostre poche gocce d'acqua nel calice del vino della Verità (più di 25 post in sette giorni).
Abbiamo scoperto un inferno di assassinii, di traditori, di Giuda e di Pilato.
Abbiamo però anche scoperto molti poveri cristi che hanno capito cosa stava succedendo a Liverpool. 
Abbiamo visto hooligans e proletari difendere e pregare per  Alfie davanti all'ospedale; 
NON abbiamo visto ne preti, nè vescovi nè suore negli stessi posti. Il solo sacerdote che seguiva il piccolo e i genitori è stato  chiamato improvvisamente a Londra dai superiori per "ovvi" gravi impegni nella sua parrocchia di appartenenza (QUI).
Abbiamo visto prelati che facevano i complimenti all'ospedale, commentatori ecclesiali che - quasi innervositi - dicevano che i medici dell'ospedale non erano certi nazisti e che facevano il loro dovere.
Abbiamo visto la maggior parte degli uomini della Chiesa e delle associazioni ecclesiali di maggiore importanza o non dire nulla o - al massimo - recitare il mantra del "dispiacere" per Alfie e i suoi genitori (anche oggi in alcune dichiarazione di ospedali cattolici...). Dispiacere  che si dà per la morte dei cani o dei gatti, non per quella dei bambini.
Abbiamo visto politici italiani certamente lontani dal modo pro vita comportarsi meglio di uomini in talari di OGNI colore e - ripeto -ogni. 
Dio si ricorderà di loro e li premierà nel Giorno del Giudizio.
Ma si ricorderà anche degli altri.



Le TRE categorie: i "direttamente responsabili", i "Giuda\Pilato", i "buoni"


Per una minima cronologia dell'intera storia vedere Magister QUI.


I "direttamente responsabili":

 l'ospedale (dando un'interpretazione assolutamente estensiva ad un antico common law inglese), i giudici inglesi di ogni grado (complice però una dottrina giuridica  inglese del 1600), i commentatori (in Italia per fortuna pochi) per la soppressione di un bambino innocente. Non è necessario un elenco nominativo, basta leggere i vari post di Mil  dei giorni scorsi.



I  Giuda\Pilato e la Stirpe di Caino

la Conferenza Episcopale Inglese e del Galles, l'Arcivescovo di Liverpool (inter alia QUI e QUI e nel POST DI IERI SERA).
Il Parroco di Londra di padre Gabriele  (e sembra il suo Cardinale)  che lo ha richiamato.
Il sacerdote di Liverpool che alla richiesta di estrema unzione ha risposto "is not my job". 
Mons. Paglia con le sue aberranti dichiarazioni a favore dell'ospedale e che scambia omicidio con accanimento terapeutico (inter alia QUI). 
I capi in testa della maggior parte delle associazioni ecclesiali che si sono distinti per un silenzio tombale o per un generico "dispiacere" per la vicenda: così si fa - forse - con i cani e con i gatti, non con i bambini ammazzati. Qualcuno addirittura dicendo che bisognava occuparsi di più delle vicende dei migranti. 
Quasi tutti i Vescovi, con qualche lodevole eccezione (Negri ex di Ferrara, Crepaldi  di Trieste, Cavina di Carpi, Moraglia di Venezia, la Conferenza Episcopale USA e qualche vescovo - forse in ritardo- in ordine sparso). Un vescovo di una importante diocesi emiliana non si è scomodato di fare commenti o dichiarazioni ne ha partecipato a veglie di preghiera: ha però trovato il tempo di fare una cerimonia con il rabbino, si vede molto più importante di Alfie. 
Alcuni vescovi si sono svegliati improvvisamente ma tardi, a morte avvenuta. Perché non hanno parlato prima?
Badilla de Il Sismografo, che si è distinto per una miserabile ipocrisia in un immondo post sui - secondo lui - problemi più importanti (i migranti).
Vari sacerdoti, tra cui Don Mauro Leonardi, che è stato uno un traditore vero nomine (QUI, QUI e QUI). Quello che leggerete nei link precedenti fa fremere dal dolore e dalla vergogna per il suo stato sacerdotale.
Tra i politici ed intellettuali pochi - per fortuna -  almeno in Italia sono stati contro la vita di Alfie: a mia conoscenza l'Associazione Luca Coscioni (ovviamente pro eutanasia, Corriere della Sera, 29-4-2018), Michela Marzano su La Repubblica (QUI) e pochi altri. Ora Viale il medico pro eutanasia di Torino: La Repubblica QUI; "Troppi hanno cercato di ingannare la tua famiglia e fargli credere che per te fosse possibile una vita da vivere. Sei morto dopo cinque giorni che hanno staccato ciò che teneva in vita.  il tuo corpo, ma che non avrebbe mai fatto vivere la tua mente e le tue emozioni.  [...] Alfie è morto dopo 5 giorni, Eluana morì dopo tre giorni - ricorda il medico radicale citando il caso Englaro -. In entrambi i casi ideologie perverse volevano mantenere in vita i loro corpi per restringere le libertà di tutti". Senza parole.



Il S. Padre

 Non ho tutti gli elementi sul comportamento del Papa: so solo che dopo la benemerita udienza al padre di Alfie, l'arcivescovo di Liverpool ha fatto dichiarazioni disgustose malgrado avesse parlato  a Roma con il S. Padre stesso. 
E' come se in un'azienda uno dei direttori, dopo un colloquio con l'Amministratore Delegato (AD), continuasse a parlare  di una decisione aziendale contro il parere dell'AD stesso: o l'AD è contrario (e allora si licenzia il direttore e lo si comunica), o l'AD è favorevole (e allora ci vergogneremmo di lui). L'AD è ovviamente il Papa, uno dei direttori l'arcivescovo di Liverpool: faccio molta fatica a pensare che non ci fosse qualche sorta di placet, almeno implicito, anche considerato il carattere del S. Padre, molto forte ed impositivo. Solo Dio sa come sono i nostri cuori e i nostri pensieri veri: Dio sa come è andata, noi lo possiamo solamente supporre. Certamente gli avvocati la chiamerebbero "condanna per responsabilità oggettiva", che in un qualsiasi tribunale civile viene applicata e in un tribunale "laico", contro un'azienda industriale, questa prova per condannare il massimo vertice basterebbe.
Anche i tweet del Papa stesso (e anche sue dichiarazioni) che abbiamo riportato nel post di ieri sera (QUI) sono parsi improntati ad una generica compassione per il dolore dei genitori e non hanno mai descritto il fatto: la volontaria soppressione di una vita umana innocente (Alfie - per chi non lo sapesse - non è morto in un incidente d'auto o cadendo da un burrone di montagna...). Sine ira et studio ritengo inoltre che la richiesta di concessione della cittadinanza vaticana alla famiglia Evans - fatta al Papa da molti da almeno un mese - avrebbe permesso di far vivere Alfie; la benemerita iniziativa del governo italiano è arrivata già ad "ossigeno staccato".
Noto infine che persino siti ultrafranceschiani come Croce-Via si sono accorti che nel comportamento del Papa (e non solo del vescovo di Liverpool o di Mons Paglia) c'era qualcosa che non andava: vedere QUI.  
Sed  contra l'udienza al padre di Alfie (tramite mons. Cavina), le foto dell'incontro e il placet all'intervento dell'Ospedale Bambin Gesù - di proprietà vaticana - molto  hanno fatto per sbloccare una situazione che però era ormai quasi compromessa. Purtroppo anche il presidente del Bambin Gesù, Mariella Enoc, arrivata a Liverpool qualche giorno fa per Alfie, poi è andata a Damasco per improrogabili impegni per forse a qualcuno non sono parsi così drammaticamente più importanti di Alfie (Corriere della Sera, 29-4-18, "Sono ad Aleppo per organizzare un piano di formazione. I medici di qui andranno a Damasco per partecipare a corsi intensivi in modo da eliminare le difficoltà di spostamento")...

I "buoni":
il Governo italiano, tutti o quasi i capigruppi in Parlamento e in Senato che hanno dato il placet alla concessione d'urgenza della cittadinanza ad Alfie (QUI), 
Gentiloni Minnitti Alfano e Boschi che hanno portato avanti operativamente il tutto convocando un consiglio dei ministri straordinario un pomeriggio alle 15 (probabilmente con il placet del Presidente della Repubblica essendo il governo "solo" in ordinaria amministrazione), 
quasi tutti politici italiani (Tajani, Totti, Raggi, Salvini, Pagano, Fontana, Gentiloni, Minnitti, Alfano, Boschi, Pillon, Melloni e tanti altri). 
Persino Beppino Englaro ha fatto dichiarazioni pro Alfie. 
Il popolo dei semplici che ha organizzato veglie di preghiera e digiuni.
Persino i tifosi della Lazio hanno fatto sentire la loro voce (QUI).



Dio che è giudice dei nostri cuori e dei nostri destini, saprà discernere il bene dal male e giudicherà al Giudizio Universale: "Chi scandalizzerà   uno solo di questi  piccoli che credono  in me, gli conviene  che gli venga appesa  al collo una macina  da mulino e sia  gettato nel profondo  del mare" (Mt 18,6).

E chi più era in posizione di responsabilità e ha omesso di fare (come recita felicemente il Confiteor del NOM - pensieri parole opere e OMISSIONI - ), più verrà giudicato severamente.
Suor Pasqualina, la famosa governante di Pio XII raccontava nelle sue memorie come il santo pontefice fosse terrorizzato del giudizio di Dio nei suoi confronti: a chi Dio ha più dato, più a lui chiederà. Questo vale anche per i suoi successori.
E la battaglia continua affinché certi omicidi non succedano più.
BCM e Ave Maria.
L